Sanità e autonomia differenziata: per la Sicilia la strada è tutta in salita

Il punteggio massimo ideale è uno.Il punteggio della Sicilia è 0,32. Il voto riguarda le performance dellasanitàregionale e lo attribuisce un panel di 105 esperti del centro di ricerca Crea Sanità. Misurato un ventaglio di aspetti del sistema sanitario di tutte le regioni italiane. Chi ha fatto meglio non ha raggiunto 0,6, una sorta di ‘sufficienza’ conquistata a stento daVeneto e dalle Province autonome di Trento e di Bolzano. Chi è andato malissimo si ferma a 0,30, come laBasilicata o la Calabria. Giusto un pelino sotto le prestazioni della Sicilia, che anche secondo questo report è tra le regioni in allarme rosso. Sono tutti elementi da non trascurare quando, anche in sanità, si parla di lasciare alle regionilibertà di spesa, come vorrebbe il progetto di legge Calderoli sull’autonomia differenziata. Alcune regioni del Centro-Nord partirebbero infatti già in vantaggio. Le regioni del Sud, invece per raggiungere certilivelli essenziali di prestazioni(i Lep), parametri standard che diventerebbe validi per tutta l’Italia secondo la riforma, dovrebbero faticare molto di più. Le risorse non basterebbero, lo Stato dovrebbe intervenire per compensare. Il problema non è legato solo alla sanità. Lo ha ricordato anche ilpresidente della Regione, Renato Schifaniche, pur non opponendosi all’autonomia differenziata, ha sottolineato il peso dell’insularità per i siciliani, chiedendoal governo centrale di valutare misureperattenuare il divario. Leggi anche –L’insularità, 1.200 euro a siciliano. Schifani: “Compensare il divario” Il dibattito sull’autonomia di spesa delle regionie sui livelli diassistenza e di prestazionida assicurare equamente a tutti gli italiani, in qualsiasi regione vivano, è destinato a proseguire. Intanto, laposizione di partenza della Siciliadal punto di vista dell’offerta sanitaria concede ampi margini di miglioramento. Crea ha condotto un’analisi delle performance multidimensionale e sulla base del giudizio di più ‘attori’. Le dimensioni sono l’assistenza ospedaliera, specialistica ambulatoriale, medicina generale e pediatria di libera scelta, l’extra-ospedaliera (salute mentale, dipendenze, case di comunità, quella residenziale e domiciliare. Ancora, ilsistema diemergenza-urgenza, i sistemi di prevenzione come screening e vaccinazioni, e fattori ambientali come l’adeguamento delle infrastrutture, la comunicazione sanitaria, l’equità di accesso alle cure, l’accesso alle tecnologie innovative, la digitalizzazione dei servizi. Tra i protagonisti coinvolti, gli ‘stakeholder’, intervengono icittadini-pazienti, le istituzioni sanitarie, i professionisti della sanità, il management aziendale e l’industria medicale. Leggi anche –Sanità in Sicilia: alte spese ma troppe carenze. E un lungo elenco di urgenze La Sicilia, prima nel gruppo delle sei regioni peggio piazzate, èpenultima se vista dai professionisti della sanità, come medici e infermieri, terz’ultima se vista dagli utenti e dall’industria medicale. Le pecche principali riguardanol’innovazione: seppur in miglioramento rispetto al 2019, la quota di interventi con tecniche mini-invasive (tecnica artroscopica, laparoscopica ochirurgia robotica) resta bassa, mentre non è soddisfacente l’implementazione della rete oncologica. Dal punto di vista economico-finanziario, emerge uno sforamento del tetto dispesa farmaceutica, mentre non è ritenuto soddisfacente il livello di popolazione che adotta stili di vita corretti. I valori restano peggiori della media nazionale anche a proposito deglianziani e disabili assistiti a domicilio, di over 75 non autosufficienti con trattamento sanitario. Allarmanti anche le quote difamiglieche, per motivi economici,rinunciano a sostenere spese per consumi sanitario rinunciano a prestazioni sanitarie per via delle liste d’attesa troppo lunghe o della distanza. Queste due categorie risultano addirittura inpeggioramentorispetto al 2019. Infine, seppur in miglioramento, nell’ambito della prevenzione non appare sufficiente il tasso discreeningmammografici, cervicali e colonrettali. Leggi anche –Sanità: Sicilia “prima tra le ultime”. Famiglie più povere per curarsi Lecaselle verdici sono però anche in Sicilia e tra queste spicca, stando ai dati di Crea Sanità, l’attuazione delfascicolo sanitario elettronico: lo stato di avanzamento del progetto di sviluppo del Fse regionale avrebbe una buona media di realizzazione dei singoli servizi previsti. Laspesa sanitaria standardizzatapro capite risulta un parametro rispettato dalle istituzioni, mentre buono e in ulteriore miglioramento è l’indice disalute mentaleriferito ad ansia, depressione, perdita di controllo comportamentale o emozionale e benessere psicologico. Positivo anche iltasso di ospedalizzazione evitabileper patologie croniche, cioè diminuisce la quota di popolazione che è stata ricoverata a causa di patologie croniche comescompenso, diabete, ipertensionee asma. Altrettanto buono è il tasso di anziani trattati in assistenza domiciliare integrata (Adi). Sono sicuramente elementi positivi, ma perché altre caselle della valutazione diventino verdi c’è ancora moltissimo lavoro da fare e ladisparità col resto d’Italiaresta un nodo storico e impegnativo da affrontare.