Il coronavirus sta cambiando l’assetto del sistema sanitario nazionale e regionale. Ad oggi in Sicilia ci sono 21 posti letto di terapia intensiva dedicati alla sola emergenza Covid-19. Sono invece circa 350 i posti di terapia intensiva attivi in tutta l’isola a cui se ne aggiungono 116 riservati ai bambini. Nella valutazione dell’emergenza, dall’assessorato regionale alla Sanità si dicono pronti ad attivarne altri 110. Ma il sistema sanitario nazionale è in emergenza da tempo, come denuncia l’assessore Ruggero Razza. Secondo i dati della Fondazione Gimbe il finanziamento pubblico è stato decurtato di oltre 37 miliardi in dieci anni. La conseguenza in termini di posti letto è una perdita di oltre 70 mila unità. Per questo “da almeno un anno tutte le regioni chiedono allo Stato di potersi sedere a un tavolo per una adeguata valutazione del decreto Balduzzi”, ovvero la Legge 158 del 2012 che regolamenta il Sistema sanitario nazionale. Non è semplice valutare lo stato del sistema perché gli ultimi dati dell’annuario statistico del servizio sanitario nazionale, benché pubblicati nel luglio 2019, fanno riferimento all’anno 2017. La rete attuale è invece descritta nel decreto regionale dell’11 gennaio 2019 che prevede l’adeguamento della rete ospedaliera al Decreto ministeriale numero 70 del 2 aprile 2015.
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Contenimento del virus fino a tremila contagi
“La Sicilia sta lavorando in maniera forte”. Vogliono essere rassicuranti le parole dell’assessore regionale alla Salute Razza. Il sistema regionale pare sia pronto ad un eventuale aumento del contagio. Annuncia nuovi posti in terapia intensiva ma anche “strutture sanitarie temporanee direttamente legate al contenimento dell’emergenza” nonché l’aumento “in maniera significativa” del numero dei laboratori per l’analisi dei tamponi. Se fino ad oggi si è riusciti a contenere la diffusione, alcune preoccupazioni sono legate alla fuga di persone dalle restrizioni della zona rossa. Potrebbero essere portatori del virus e per questo l’ultimo decreto del presidente Musumeci obbliga chi viene da fuori Sicilia di “informare il medico di base e porsi in autoisolamento”. Nel giro di poche ore sono già oltre undicimila le persone che si sono registrate e auto-certificate sul sito siciliacoronavirus.it. L’ampliamento del contagio è un’ipotesi da scongiurare ma Razza spiega che grazie ai posti attuali di terapia intensiva si riesce a gestire contagi “che si avvicinano a un numero di 400”. Se la situazione dovesse cambiare in peggio, con l’attivazione di ulteriori 110 posti già previsti dal piano ospedaliero dello scorso anno ma ancora in attesa (ora da dedicare all’emergenza), “la Sicilia avrà possibilità di reggere fra 2.500 e 3.000 contagi che sono, almeno nella fase che al momento viviamo, difficili da prevedere”.
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L’organizzazione delle strutture
In generale ci sono 11.698 posti letto pubblici (2,3 ogni mille abitanti) per ogni tipo di degenza, dal day hospital a quella a pagamento. Nelle strutture private accreditate sono 4.438. Si contano 67 strutture sanitarie per il ricovero in cui lavorano 26 mila 276 tra medici (8.876) e infermieri (17.400). A questi si aggiungono 6.786 medici e 15.384 infermieri che lavorano nelle strutture di ricovero pubbliche ed equiparate per ruolo. I medici generici sono invece 4.089 per ognuno dei quali ci sono 1.070 adulti residenti. I pediatri sono 754, il che significa uno per ogni 862 bambini. I medici impegnati nelle guardie mediche (433) sono 1.797, ovvero 36 per ogni centomila abitanti.