“Sembra che l’emergenza Covid non abbia insegnato nulla a chi governa la sanità pubblica. In questi mesi sono emersi con più evidenza i deficit strutturali della sanità ordinaria. E già si pensa di smantellare quanto è stato messo in campo in via straordinaria per contrastare il Covi, anteponendo le questioni economiche a quelle della buona organizzazione del sistema”. Lo scrivono la Cgil e la Funzione pubblica siciliane in una nota congiunta a firma dei segretari generali Alfio Mannino e Gateano Agliozzo e di Concetta Basile, della segreteria della Fp. Le due sigle sindacali chiedono al presidente della Regione e all’assessore regionale alla Salute il confronto immediato sui temi della medicina del territorio, della riorganizzazione della rete ospedaliera, dei livelli essenziali di assistenza, degli organici e delle strutture Covid “ che sarebbe miope depotenziare – sostengono – dal momento che l’emergenza sanitaria sembra tutt’altro che archiviata”.
“L’emergenza ci consegni un sistema migliore”
“Piuttosto che non rinnovare i contratti agli operatori- sottolineano Mannino, Agliozzo e Basile- si parli di organici e di stabilizzazioni affinché l’auspicata fine dell’emergenza ci consegni un sistema sanitario migliore del precedente, in grado di dare risposta ai bisogni di assistenza dei cittadini e di fronteggiare eventuali nuove emergenze”. Cgil e Fp criticano la “politica dei tagli adottata in questi anni. Il suggerimento del dirigente generale dell’assessorato alla Salute , Mario Rocca, di oculatezza nei rinnovi dei contratti- sottolineano- si inscrive in una logica che non va bene per la sanità, che abbisogna di finanziamenti per potere fare un salto di qualità. Si guardi all’intero settore, agli organici, si destini il personale laddove ci sono vuoti e maggiori esigenze e si eliminino invece gli sprechi – concludono- che certamente ci sono ma non riguardano le risorse umane”.