Scuola professionale verso il “4+2”. Ma il percorso “duale” al Sud non va
LaVII Commissione del Senatoha dato ieri ilvia liberaa una riforma, potenzialmente, storica: una riduzione del percorso di studio di secondo grado negliIstituti tecnici professionali da 5 a 4 anni a partire dall’anno scolastico 2024-2025. A questi si aggiunge la possibilità diproseguire per una qualifica di livello superioreper ulterioridue anni nel sistema degli Its, gliIstituti tecnologici superioririformati quest’anno con l’aggiunta del titolo “Academy“. Questi sono la vera novità della riforma voluta dal ministro dell’istruzione e merito,Giuseppe Valditara, che lo scorso settembre al momento del “varo” della riforma da parte del Consiglio dei ministri così ne parlava: “Oggil’istruzione tecnica e professionale diventa finalmente un canale di serie A, in grado di garantire agli studenti una formazione che valorizzi i talenti e le potenzialità di ognuno e sia spendibile nel mondo del lavoro, garantendo competitività al nostro sistema produttivo”. Il voto in aula è atteso all’inizio del 2024. Affermazioni che sembrano trovare solide basi neinumeri degli Its:l’86,5 per cento degli studenti trova lavoro a un anno dal diploma, come riportatonell’indagine 2023 diINDIREsu incarico del ministero dell’Istruzione effettuata sui percorsi conclusi almeno da 12 mesi. Il monitoraggio, che prende in considerazione glianni tra il 2013 e il 2021, sottolinea come l’occupazione sia nel93,6 per cento dei casi in settori coerential percorso formativo. E non ci sono particolari variazioni a livello nazionale. Per quanto riguarda lo “studente tipo” si tratta di ungiovane tra i 18 e i 25 anni,uomonel 73 per cento dei casi, incerca di prima occupazione o disoccupato. Al 2021 iltitolo di accesso più diffuso è il diploma di un istituto di istruzione superiore tecnico nel 59 per cento dei casi, una maturità liceale nel 22,3 per cento, undiploma professionale 14,5 per centoeuna laurea nel 2,9 per cento, mentre resta residuale (1,4 per cento), la quota di chi proviene da altri percorsi si di istruzione secondaria. Segno, secondo i dati, che il percorso delle Its Academy attrae sempre più studenti,oltre 25 mila nel 2023.Tra questi però solo poco più di 8 mila sono stati poi effettivamente iscritti ai corsidopo le prove selettive a cui sono però risultati idonei oltre l’80 per cento dei candidati. Una“perdita” di oltre 10 mila potenziali corsisti, che al Sud e inSiciliasi sposa anche con unaltissimo tasso di abbandono. Se a livello nazionale il dato sempre riferito al 2021 dava unaquota di abbandoni prima di conseguire il diploma del 18,9 per cento, questa in Sicilia sale fino al 34,6 per cento, il peggiore risultato dopo quello di Calabria (35 per cento di abbandoni) e Sardegna (36,2 per cento). Su base regionale, se si considera il tasso medio di abbandono nei 9 anni (dal 2013 al 2023) di monitoraggio (20,5 per cento a livello nazionale), le regioni che più frequentemente registrano tassi al di sopra di tale valore sono Sicilia e Sardegna. La riforma, in sintesi, è creata per dare alla cosiddetta “filiera lunga della formazione tecnico-professionale” una offerta formativa coerente, dai segmenti dell’Istruzionee formazione professionale (IeFP), Istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) e Istituti tecnologici superiori (ITS Academy). Secondo l’ultimo rapporto suLavoro, formazione, welfaredell’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche(Inapp)a oggi il sistema, basato sull’approccio “duale”, ovvero l’alternarsi dimomenti formativi “in aula”(presso una istituzione formativa) emomenti di formazione praticain “contesti lavorativi” (presso una impresa/organizzazione), ha delle criticità. Il sistema di formazione legato al mondo del lavoro che vabenissimo nelle regioni del Nord, estenta ancora al Sud. Secondo i dati elaborati da Inapp, nell’anno scolastico 2020-2021 erano solo 2.248 in Siciliagli iscritti a percorsi attivati all’interno della filiera lunga in modalità “duale”, un risultato che la pone poco dopo regioni come Piemonte (2.708), Emilia-Romagna (2.482) e Veneto (2.248). Un numero chescende a zero per la Calabria, che non aveva percorsi di formazione duale attivati, ma che resta basso anche in Campania (734), Puglia (213), e Basilicata (appena 17). Secondo Inapp “resta una complessiva disomogeneità territoriale del sistema, con una unica regione,la Lombardia, che supera il 59 per cento degli iscritti in duale di tutto il Paese(quasi 25 mila iscritti), facendo registrare, rispetto al 2019-2020, un ulteriore aumento del 29 per cento)”. Il problema principale, che la riforma Valditara è chiamato a superare, è ladiversa organizzazione degli istituti appartenenti alla “filiera lunga”.Per IeFP e IFTS la competenza è strettamente regionale, mentre per leIts Academy la competenza è del ministero, con diversi obiettivi formatici e scelte strategiche. Il punto è quindi quello di attuare una vera “filiera” della formazione professionale, con la riforma che dovrebbe fungere da ultimo tassello delPiano nazionale nuove competenze (PNC), che a sua volta ha un fondo dedicato (finanziato dalPNRR). Sulle modalità esecutive interverranno invece le nuove “Linee guidaper la programmazione e attuazione dei percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP) e di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) in modalità duale“. Le precedenti, emanate nel2017, hanno portato secondo Inapp a evidentidisparità economiche tra territori. Un esempio su tutti: il “minimo” compenso stabilito per l’indennità di partecipazione obbligatoria per tutti itirocini extracurriculari è fissato in 300 euro. Le regioni hanno finora applicato su questo i propri compensi, conla Sicilia ferma ai 300euro, mentre per i tirocini svoltiin Lazio con compensi pari a 800 euro. Un adeguamento sarà quindi, secondo Inapp, necessario per portare avanti la riforma, anche su sollecito dell’Europa. NellaRisoluzione del 14 giugno 2023 il Parlamento europeosi è espresso sull’aggiornamento del quadro di qualità sui tirocini del 2014, invitando al riconoscimento di un’adeguata indennità ai tirocinanti in linea con il costo della vita.