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Divorzio - focusicilia
In Italia, una svolta importante nel diritto di famiglia sta cambiando il modo in cui i coniugi possono gestire il proprio patrimonio nel caso di separazione o divorzio.
Fino a poco tempo fa, qualsiasi accordo economico stipulato durante il matrimonio, che prevedesse cosa sarebbe successo ai beni in caso di crisi, veniva considerato nullo. L’idea tradizionale era che parlare di divisioni o di “patti prematrimoniali” potesse addirittura incoraggiare la fine del matrimonio, un concetto che oggi appare superato.
La Corte di Cassazione, con una sentenza depositata a luglio 2025, ha finalmente aperto una nuova strada. Ha stabilito che i coniugi possono liberamente concordare in anticipo come gestire il patrimonio comune in caso di separazione o divorzio, e che questi accordi diventano efficaci solo nel momento in cui la crisi si verifica davvero. Non si tratta più di un tabù da evitare, ma di una forma di tutela e responsabilità reciproca.
Questo significa che, se due persone che vivono insieme decidono di regolare in anticipo come dividere la casa, chi si prende carico di certe spese o quali beni saranno assegnati a chi, possono farlo con un accordo scritto. Naturalmente, l’accordo deve essere equo e rispettare i diritti di entrambi, senza ledere i diritti dei figli o contenere clausole ingiuste.
Un caso emblematico raccontato dalla Corte riguarda una coppia che aveva investito soldi per ristrutturare una casa intestata solo al marito. Per evitare che questo investimento andasse perso o causasse conflitti futuri, i due avevano stabilito che, in caso di separazione, la moglie avrebbe avuto diritto a un’imbarcazione e a un motociclo come compensazione. La Cassazione ha riconosciuto questo patto come giusto e legittimo, un segnale chiaro che la legge può adeguarsi alle esigenze concrete delle persone.
Il giudice resta fondamentale
Va detto che il giudice resta sempre una figura fondamentale: se un accordo appare squilibrato o contrario alla legge, può intervenire e modificarlo o annullarlo. Questo evita che si possano firmare patti che danneggino qualcuno, soprattutto la parte più debole. Un altro aspetto interessante riguarda la burocrazia e le imposte: questi accordi, se inseriti nel verbale di separazione o divorzio e omologati dal giudice, sono esenti da tasse come quelle di bollo o registro. Un vantaggio non da poco che semplifica la vita a chi vuole pianificare in modo chiaro e trasparente la divisione dei beni.
Questa novità offre anche un grande vantaggio pratico. Le coppie possono risolvere per tempo e senza liti dolorose questioni economiche che, altrimenti, rischierebbero di complicare ancora di più una separazione già emotivamente difficile. Una pianificazione anticipata riduce tensioni, costi e tempi, dando alle persone una maggiore serenità nel momento in cui la loro storia d’amore finisce.

Una visione più moderna
In fondo, questa sentenza rappresenta un passo avanti verso una visione più moderna e realistica della famiglia. La legge riconosce che non è un tabù parlare di cosa succede se le cose vanno male, ma che anzi, è segno di responsabilità e maturità. Gestire in anticipo il patrimonio significa prendersi cura anche della propria relazione, anche nel caso in cui arrivi la fine.
Insomma, la Corte di Cassazione ha dato un messaggio chiaro: la famiglia è fatta di persone libere, che possono decidere insieme anche delle cose più delicate, come i soldi e i beni, senza dover aspettare che la crisi scoppi per affrontarle. Questo è un segno di fiducia nelle coppie e un passo verso un sistema giuridico più vicino alla vita reale.