Siccità, guai in Sicilia: dighe vuote, laghi spariti, Comuni razionati. Fondi in arrivo

Laghi che evaporano,come avvenuto a Pergusa, nell’ennese.Invasi che si svuotano,come accaduto alla diga Ragoleto, nel ragusano, costringendo la Regione a “sbloccare” la traversa Mazzaronello per distribuire agli agricoltori leultime scorte d’acqua.Cittadini sempre più preoccupati, conmisure di risparmio idricoche ormai, secondo l’Autorità di bacino, riguardano più di 1,6 milioni di persone in Sicilia. Lasiccità nell’Isolaè sempre più grave, e deriva da diversi fattori. Da una parte lamancata manutenzionedi invasi e reti idriche, dall’altra lacarenza di piogge.Secondo ilSias, Servizio informativo agrometeorologico siciliano,quelle di giugno “non hanno fornito in Sicilia apporti significativi, limitandosi a pochi eventi conbenefici quasi nulli per l’agricoltura,dal momento che quasi ovunque l’acqua ha potuto bagnare solo lo strato superficiale dei suoli, dal quale èvelocemente evaporata“. A luglio gli espertinon si aspettano novità,poiché “leprecipitazioni in base alla norma del periodosono quasi nulle”. La siccità, insomma, durerà. Leggi anche –Siccità, in dieci giorni limitazioni idriche per altri 114 mila siciliani Senza piogge significative, le scorte d’acqua della Regione continuano ad assottigliarsi. Al primo giugno 2024,ultima rilevazione dell’Autorità di bacino,le riserve idriche ammontavano a 288 mmc (milioni di metri cubi). Il 4% in meno rispetto al mese precedente (300 mmc), ma soprattutto il45% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno,quando le scorte superavano i 520 mmc. Dei 29 invasi monitorati, ben 26 registrano perdite rispetto al mese precedente, quasi il 90%. Lesituazioni più gravisono quelle delladiga Poma, nel palermitano,che ha perso quasi il 2% dell’acqua in un solo mese. Seguono ladiga Garcia,sempre in provincia di Palermo (meno 1,35%), ladiga Ancipanell’ennese (meno 1,12%) e quella diPiana degli albanesi(meno 0,96%). Solo tre bacini su 26 non hanno visto ridursi le scorte d’acqua, ma gli incrementi sonotalmente modesti da essere quasi irrilevanti.Si tratta delledighe Arancio(più 0,03%) eCastello(più 0,01%), entrambe nell’agrigentino, e delladiga Sciaguananell’ennese che ha mantenuto invariate lescorte d’acqua. Leggi anche –Siccità, l’acqua potabile c’è, quella per irrigare no. Paga l’agricoltura Una situazione quella della siccità e delle dighe vuote, come detto, preoccupa gli abitanti della Sicilia. Soprattutto quelli che operano nelsettore agricolo,che non può fare a meno dell’acqua. Pena laperdita delle produzioni e aumenti abnormi dei prezzisul mercato. PerConfagricoltura Sicilia,se le cose non cambieranno si rischiano “pesantissime ricadute in termini occupazionali“. Da evitare a ogni costo, “con unlavoro sinergico e fruttuoso con le Istituzioni“. Qualcosa si muove, sia a livello nazionale che regionale. Sul primo fronte, è la stessa associazione ad annunciare l’approvazione inCommissione Agricoltura in Senatodi unemendamentoche stanzia 15 milioni “per ilsostegno alle imprese agricole sicilianeche hanno subito danni a causa della siccità nel luglio 2023 e fino al mese di maggio 2024″. Lo stesso emendamento, inoltre, incrementa di ulteriori 15 milioni per l’anno 2024 ilFondo di solidarietà nazionale.“Una boccata d’ossigeno per gli agricoltori che stanno fronteggiando disagi inauditi”, commenta il presidente diConfagricoltura Sicilia,Rosario Marchese Ragona. Leggi anche –Siccità, la Sicilia ripensa ai dissalatori. Costi più bassi, ma non bastano Quanto allaRegione siciliana,il presidenteRenato Schifaniha annunciato nelle scorse ore l’accordo per la “irrigazione di soccorso” nei territori non serviti dal Consorzio di bonifica Agrigento 3.Regione, Prefettura, sindacie rappresentanti delle aziende agricole e di Enel, che gestisce ledighe Prizzi e Grammauta,hanno concordato sui quantitativi d’acqua spettanti a ciascun Comune, sia per i territori consorziati sia per quelli liberi. “Si risolve in positivo una diatriba che ha vistocontrapposti Comuni e agricoltoriin unasituazione che però è di emergenza per tutti“, ha commentato il governatore. Una guerra tra “poveri” che rischiava di non portare a nulla, insomma. La decisione riguarda “i Comuni diVillafranca Sicula, Burgio e Caltabellotta“, e rientra in una strategia che comprende “richieste più urgenti e soluzioni più a lungo termine”. Ulteriori decisioni dovrebbero arrivare a breve, ha assicurato Schifani. “Non ci sottraiamo agli appelli che ci giungono dallecategorie maggiormente colpite,come quella degli agricoltori”. Un’altra soluzione provvisoria per far fronte alla siccità e alle dighe vuote in Sicilia, individuata dallaProtezione civile regionaleguidata daSalvo Cocina,è l’utilizzo di unanave cisterna della Marina Militare.La nave, dicono dalla Regione, “è stata già individuata ed allertata perrifornire le città costiere dell’agrigentino e del delese“. Attualmente si trova ormeggiata ad Augusta, da dove “può trasportarefino a 1.200 metri cubi di acquaed è pronta a salpare in base alle indicazioni sull’emergenza”. Il porto di Licata “è stato ritenuto il più idoneo a seguito della verifica fatta daAica, l’azienda che gestisce il servizio idrico integrato in provincia di Agrigento“, ma l’ente precisa che “altre verifiche sono state disposte suiporti della costa agrigentina e nissena“. Sul piano amministrativo, infine, la Protezione civile “ha richiesto a tutti i soggetti attuatori (Ati, Comuni, gestori, Consorzi di bonifica) unreport urgente e dettagliato sullo stato di avanzamento degli interventiinseriti nelPiano in base al quale il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenzanazionale stanziando i primi20 milioni di euro“.