Siccità, ‘Sicilia verso un clima desertico’. Il punto del Sias sulla carenza di piogge

Siccità, ‘Sicilia verso un clima desertico’. Il punto del Sias sulla carenza di piogge

LaSiciliasta andando “più verso unclima deserticoche verso unclima tropicale“, come dimostra la siccità che sta flagellando l’Isola, “con gennaio 2024 che è stato il quinto mese consecutivo con deficit di piogge”.Luigi Pasotti,dirigente delSias, Servizio informativo agrometeorologico siciliano,fa il punto sulla situazione della Trinacria nel corso di un incontro con gli agronomi che si è tenuto ieri presso l’Ispettorato all’agricoltura di Catania.La carenza di piogge è grave, ma senza esagerare. “Nel passato in Sicilia ci sono statesiccità altrettanto severe,pensiamo al1977o al2002, ma poi le piogge sono tornate. Speriamo che a febbraio vada meglio, anche seci sono 50 millilitri da recuperare.Le cose, del resto, possono evolversi anche nel giro di un fine settimana”. Quanto alcambiamento climatico,per Pasotti “è unarealtà assolutamente certa“, con cui l’umanità deve fare i conti “al là dei fenomeni catastroficiche avvengono qui e ora”. Leggi anche –Arance siciliane a rischio per caldo e malattie. Sul mercato frutta importata Nel dettaglio, secondo l’esperto, “il 2023 è stato unanno grave sul fronte della siccità,risultandoil meno piovoso dal 1921“. La zona più “asciutta” in assoluto nell’Isola “è stata quella diCatania,dove le stazioni hanno registratoappena 39 giorni di pioggia“. Guardando alla Sicilia nel complesso, “le serie storiche ci dicono che ogni anno perdiamo mezza giornata di pioggia”. Da tenere sotto controllo ancheildato delle temperature.Per il 2023 il pensiero va “al periodotra il nove e il 25 luglio,che ha visto scarti anche di 15 gradi rispetto alla situazione normale”. Quanto ai giorni consecutivi sopra i 40 gradi, “sono stati in media 3,4, con punte di48 gradi nella Sicilia interna,record mondiale”. Malgrado ciò, complessivamente lo scorso anno “non è statoil più caldo di sempre,superato dal 2022 e soprattutto dal 2003, che è stato il più caldo in assoluto”. Pasotti tuttavia ribadisce che “non è ilsingolo evento,ma il loro insieme che dev’essereinterpretato“. Leggi anche –Stato di calamità per l’agricoltura, c’è il via libera della Regione siciliana A confermarlo èLuigi Neri,dirigente del Sias di Caltanissetta. “Dobbiamo capire anche come lecolturesi stanno adattando aicambiamenti climaticie ai danni che comportano”. L’esperto fa l’esempio delfieno,“che è andato completamente perso”, ma anche di altreproduzioni fortemente colpitedalle bizze del clima, “tra cuiagrumi, mandorle e ficodindia“. Per quanto riguarda il 2024 “le prospettive non sono molto migliori dell’anno scorso”, ma la speranza è che vi siano “piogge più abbondanti,anche se al momentonon sembra sia così“. Nessuno, sottolinea Neri, ha la bacchetta magica per intervenire. “Per quanto riguarda l’acqua bisogna fare tesoro delle risorse che ci rimangono, cercando di utilizzarle al meglio anche selezionandocolture più resilientia questiperiodi alternati di siccità e alluvione“. Puntare sulla capacità di adattamento delle specie vegetali, insomma. “Dobbiamo iniziare a investire sucolture adeguate al climache ci sarà nel futuro”. Leggi anche –Il clima adesso presenta il conto. Ventuno eventi estremi in Sicilia nel 2023 A fare il punto sulla rete di stazioni meteorologiche èVito Restivo,funzionario del Sias di Palermo. “In Sicilia vi sono96 stazioni,che producono dati utilizzati in tutto il mondo, persino per una ricerca internazionale sull’eruzione delvulcano Tonga“. Le stazioni si alimentano conpannelli fotovoltaici,spiega l’esperto, “ma necessitano di batterie che vanno tenute in efficienza per evitare che le stazioni si spengano, soprattutto inorario notturno“. Al di là del clima, i fattori che possono creare malfunzionamenti sono diversi, “dagliaccumuli di terra e guanoalla presenza dinidio allacrescita di vegetazione“. In generale secondo Restivo “la rete funziona a dovere”, e costa relativamente poco visto che il budget “è disoli 59 mila euro“. Guardando al futuro “conmaggiori finanziamentisarebbe possibile migliorare ulteriormente il funzionamento della rete”. Senza trascurare lapianta organica del Sias,“visto che siamo in pochi a occuparci della gestione di unarete molto ampia“.