Sicilia a rischio siccità già da 20 anni. Clima “scadente” in oltre metà dei Comuni

Sicilia a rischio siccità già da 20 anni. Clima “scadente” in oltre metà dei Comuni

LaSiciliasta affrontando una crisi climatica senza precedenti, caratterizzata da unariduzione drastica delle pioggeche ha portato allasiccitàe unaumento delle temperature medieche ha cancellato l’inverno dal calendario delle stagioni.Tutti cambiamenti che stanno accelerando il processo di desertificazione nella regione. Stanno rendendo la terra sempre più arida e meno produttiva, ma non c’è da sorprendersi perchéil fenomeno è stato rilevato dagli studiosi già 20 annifa. Lagestione inefficiente delle risorse idricheha aumentato la “sete” dei siciliani. L’acqua, già scarsa, viene a sua voltasprecatasoprattutto inambito domestico.Confagricolturaha presentato ad inizio marzo ilLibro Bianco del Verde, realizzando un focus dedicato all’acqua per ogni regione. All’interno del report la Sicilia è considerata unhotspotdella desertificazione. Leggi anche –Dighe in Sicilia: fango e sprechi. Non è tutta acqua quella che luccica La Sicilia, con la sua posizione alcentro del Mediterraneo, è particolarmentevulnerabilesia agli impatti dellacrisi climatica globaleche all’aumento deifenomeni meteorologici estremi. Nel corso degliultimi 85 anni(dal 1931 al 2015), la regione ha registrato unariduzione media delle precipitazioni di circa 200 mm. Lo scrive proprio il Libro Verde dell’acqua di Confagricoltura eAssoverde. Questo calo drastico, unito alla variazione nella distribuzione annuale e infra-annuale delle precipitazioni e all’incremento degli eventi meteorologici estremi, è uno dei principali fattori che contribuisce alladegradazione del suolo. La terra in Sicilia sta perdendo leproprie caratteristiche biologiche, sta diventandomeno produttiva, quindidiminuendo di valore economico. Leggi anche –Desertificazione, la Sicilia perde 117 kmq ogni anno. “Agricoltori in difficoltà” Parallelamente, letemperature medie sono aumentate da 16 ° all’inizio del XX secolo a circa 17,5 ° attuali. Questo aumento termico ha portato ad “un’accentuazione dell’intensità e della durata della siccità e dell’aridità, aumentandoentrambe di circa il 30per cento” si legge nel Libro Bianco del Verde. In molti casi, in Sicilia ladurata massima della siccità ha superato i 12 mesi, soprattutto nelle ultime tre decadi (dal 1991 al 2015). La combinazione disiccità,ariditàeerosione del suolocontribuisce al processo di desertificazione, che colpiscesoprattutto i terreni poco profondie fortemente erosi come quelli isolani. Questiimpatti climatici, si legge ancora, stanno esercitando unapressione sempre maggiore sull’ecosistema e sull’agricoltura della Sicilia, richiedendo azioni concrete permitigarne gli effettieadattarsi ai cambiamenti climatici in corso. Leggi anche –Diga Trinità, acqua finita in mare. Uno spreco anche nell’anno della siccità Dai risultati degli studi focalizzati invece sullaqualità climatica (qc), rilevati dal progetto europeoMedalus, emergono tendenze indicative dall’analisi degliultimi 85 anni in Sicilia. Medalus ha osservato come la “qualità climatica media” copre costantemente quasi due terzi del territorio regionale, mentre la “qualità climatica alta” interessa solo circa un quinto di tutto il territorio. Sono preoccupanti i dati sul picco di“qualità climatica bassa”, che nel periodo 1961-1990 sono uguali ai valori del 1931-1960. Analizzando poi la situazione alivello comunale, emerge comepiù della metà dei 390 comuni in Sicilia presenta una “qualità climatica scadente”dal 1961. Il10 per registra invece una “qualità climatica pessima”. La qc siciliana oscilla complessivamente all’interno della classe“qualità climatica discreta”.Negli ultimi 100 anni la Sicilia non hai mai registrato statistiche confortanti sulla qualità climatica. I dati lo dimostrano, eppure oggi si sta intervenendo ademergenza consolidata. Leggi anche –Siccità, la Sicilia ha chiesto al Governo lo stato di emergenza nazionale I cambiamenti climatici stanno influenzando notevolmente ladisponibilità, ladistribuzionee laqualità dell’acquain Sicilia. Dall’estate ad oggi la Regione siciliana è dovuta intervenire perrazionalizzare l’acquae per ultimo anche con i primitravasi. Nei giorni scorsi, ha avviatoil trasferimento dell’acqua alla diga Castello, per sopperire alla siccità che sta colpendo tutto il territorio di Agrigento. Proteggere l’acqua in Sicilia è una sfida ancora più complessa, spiega Confagricoltura nel Libro Bianco del Verde. Tra i motivi ci sono: unadomanda d’acqua che supera l’offerta, generando tensioni e appunto necessità di razionamento. Una condizione che viene definita “naturale” perché la Sicilia è parte della regione mediterranea del Mondo, dove ilclima prevalentemente seccoe caldo. Nell’Isola resta comunque unconsumo elevato di acqua, soprattutto inambito domestico, non sempre giustificato. Confagricoltura riconosce poi anche unagestione delle risorse idricheche pecca diinefficienza ed inefficacia. Leggi anche –Siccità, ‘Sicilia verso un clima desertico’. Il punto del Sias sulla carenza di piogge Per l’Associazione Nazionale Bonifiche, Irrigazioni e Miglioramento Fondiario(Anbi)“la Sicilia già in grande affanno idrico” e la disponibilità d’acqua sta tornando “a segnare unulteriore discrimine fra l’Italia del Nord e del Sudcon scenari che, già ora ed in vista dell’imminente stagione calda, si prospettanoallarmanti“. La nota è stata diffusa durante laGiornata Mondiale dell’Acquaevidenziando come, già ora, manca acqua in Sicilia sia peruso civile, che per la produzione dielettricitàe l’irrigazione inagricoltura. Tra gliinvasi per uso potabile, nelladiga Fanaco manca il 92 per cento dell’acquaha spiegatoAnbi. Le dighe attraverso cui si irriga e produce energia idroelettrica,PozzilloeDisuerisegnano -97 per cento di acqua.Don Sturzosegna il -79 per cento eFurore-74 per cento. I dati dell’Autorità di Distretto siciliano contano299 milioni di metri cubi d’acqua invasata, cioè il30 per cento della potenzialitàcomplessiva. Leggi anche –Acqua potabile, ma solo in teoria. Arpa Sicilia: parte già sporca dalle dighe Quest’ultimo valore di riempimento è il più basso dal 2010, spiega l’associazione che riunisce i distretti. AFebbraioin Sicilia sono caduticirca 70 millimetri di pioggia, a cui sono seguiti solo27 millimetri a Marzo. Numeri che “non sono stati sufficienti ad equilibrare le richieste di un territorio dove le temperature massime già ora superano i 23 gradi” ha avvertito Anbi. Senza piogge laresistenza ad un’altra estate torridaè una sfida per la vita di uomini e animali. Per ildirettore generale Anbi Massimo Garganoinfatti “l’immediato futuro idrico della Sicilia si preannuncia critico. L’estate tende ad arrivare sempre prima con crescenti preoccupazioni anche per ilbenessere degli esseri viventi a causa delle aumentate ondate di calore“. Per il presidente dell’AnbiFrancesco Vincenzi, “la situazione è grave e molto preoccupante” perchè in Sicilia è “purtroppo è diffusa anche lamancanza di pulizia dal sedime” e “molti schemi idrici non sono completati anche per lalimitata operatività dei Consorzi di bonifica,commissariati da decenninonostantel’impegno dell’attuale giunta regionale a restituirli all’ordinaria gestione amministrativa“. Leggi anche –Siccità, al Consorzio di bonifica 2 di Palermo 13 milioni per manutenzioni La crisi idrica poteva essere evitata o comunque meglio gestita di fronte adinvestimenti adeguatie unapianificazione oculata. In Sicilia un problema grave è rappresentato anche dall’inquinamento delle acque, alimentato da sorgenti alterate (contaminate) dalleattività agricole,industrialieurbane. “Lanecessitàdi affrontare questo fenomeno èfondamentaleper garantire lasicurezzae lasalubritàdelle risorse idriche siciliane” hanno evidenzianoConfagricolturaeAssoverdenel Libro Bianco del Verde. Come approfondito poiFocuSicilia, non solo in Sicilia Occidentale, ma anche in Sicilia Orientale ci sono grandi casi di inefficienza. Ai piedi dell’Etna, ad esempio, larete idricafa “acqua da tutte le parti”. “Alcuni tubisembrano rami d’albero,per quanto sono consumati e pieni di buchi. Non a caso ladispersione idricatocca il 75%” ha dichiarato alnostro quotidianoAntonio Coniglio, direttore generale di Acoset,azienda che fornisce l’acqua a 20 Comuni etnei. Acoset si è aggiudicata19 milioni del Pnrrper interventi sulla rete, che salgono a150 milioni per tutti i 58 Comunidell’Ato, Ambito territoriale ottimale, tuttavia serve un Gestore unico integrato. Società che attualmente è solo in costituzione.