Sicilia, accordo sulla Cassa in deroga: ecco come funziona

L’intesa sindacati-Regione accoglie le opportunità offerte dal decreto Cura Italia. Saltano alcuni vincoli previsti dalle bozze, ma per Mannino (Cgil) è “una misura importante” L’emergenza coronavirus sta mettendo a
dura prova l’economia italiana. Il governo centrale sta cercando di
limitare i danni con il decreto “Cura Italia”, ma la sua
applicazione è soggetta ad accordi regionali. Il 25 marzo è stato
trovato un punto d’incontro tra governo siciliano e parti sociale per
la Cassa integrazione in deroga (Cigd) per i lavoratori colpiti dalla
riduzione o dal fermo delle attività disposte per contenere
l’epidemia di Covid-19. Dopo giorni di revisioni delle bozze proposte
dai sindacati, l’accordo sblocca finalmente le procedure che puntano
a dare sollievo a circa 250 mila lavoratori siciliani. Il provvedimento che applica il Cura Italia anche in Sicilia interessa i lavoratori di tutti i settori, con ogni tipologia di contratto, comprese quelle atipiche o collegate ad appalti. Inoltre, l’accordo ha predisposto un percorso più agile per garantire pagamenti veloci da parte dell’Inps. Alfio Mannino, segretario generale di Cgil Sicila e tra i firmatari dell’intesa sindacati-Regione, stima che le domande saranno circa 40 mila, rivolte a proteggere il salario di 130-140 mila lavoratori. Ma per far fronte a questa situazione, compromessa anche dalla crisi economica pregressa, il fondo del Cura Italia dovrà essere implementato. Inoltre, “il governo regionale dovrà fare la sua parte con l’utilizzo a questo fine dei fondi di coesione residui”, sottolinea Mannino. L’accordo riguarda i datori di lavoro
del settore privato, inclusi quelli agricoli, della pesca e del terzo
settore. Tra questi ricadono anche gli enti religiosi civilmente
riconosciuti. I datori di lavoro privati aventi diritto ad accedere
alla Cassa Integrazione in Deroga sono quelli per i quali non si
applicano le tutele previste in materia di ammortizzatori sociali
ordinari (Cassa integrazione ordinaria, Fis e Fondi di solidarietà).
I datori di lavoro che hanno sospeso o ridotto la propria attività
potranno richiedere trattamenti per una durata non superiore alle
nove settimane. L’avvio della procedura va esaminato con le
organizzazioni sindacali. Tale procedura non è però richiesta per
le aziende fino a cinque dipendenti. Le aziende con più di cinque dipendenti devono presentare apposita istanza al Servizio Centro per l’Impiego della Regione Siciliana (Cpi). Su tutto il territorio regionale sono nove, uno per ogni capoluogo di provincia. L’ufficio deve trovarsi nello stesso territorio della sede legale o operativa del datore di lavoro. Il modello da presentare è l’SR100, a cui va aggiunto l’elenco dei lavoratori in un file excel. Inoltre, bisogna presentare il modello SR41, che raccoglie i dati necessari per il pagamento dell’integrazione salariale. C’è quindi una forte semplificazione. La procedura deve essere comunque preceduta dalla consultazione sindacale, anche telefonica. I Servizi Cpi verificheranno che l’azienda non ricada nella casistica in cui trovano applicazione le tutele previste dalla legislazione ordinaria. Nel caso di aziende fino a cinque dipendenti, il datore di lavoro deve presentare il modello SR100 e l’elenco dei lavoratori in un file excel al competente Servizio Centro per l’Impiego della Regione Siciliana. L’ufficio deve trovarsi nello stesso territorio della sede legale od operativa del datore di lavoro. Inoltre, bisogna presentare il modello SR41, che raccoglie di dati necessari per il pagamento dell’integrazione salariale. Leggianche–Cassa integrazione ordinaria: come e quando fare domanda Il dipartimento Lavoro attraverso gli
uffici competenti provvederà all’emanazione del decreto con
l’impegno di spesa. Da qui, il decreto di concessione unitamente alla
lista dei beneficiari e alle relative domande aziendali (modello
SR100) verranno inviati all’Inps mediante il Sistema informativo
percettori. Verrà seguito un ordine cronologico di presentazione
dell’istanza. Tutte le domande di Cassa integrazione in deroga
presentate prima dell’accordo saranno considerate irricevibili. Per non far sì che gli sforzi portati a buon fine dalle parti sociali siano rallentati dalla burocrazia, i sindacati hanno provato ad accelerare le procedure affinché i lavoratori e le lavoratrici vengano pagati nel più breve tempo possibile. Si assicurano gli sforzi per sottoscrivere gli accordi sindacali preventivi entro tre giorni per l’esame della domanda da parte delle aziende con più di cinque dipendenti. Ma l’accordo definitivo perde un dato importante rispetto alle bozze precedenti presentate nelle ultime 48 ore. Infatti, era stato chiesto che i Cpi si impegnassero a verificare le richieste per la Cassa in deroga entro cinque giorni dalla ricezione. Nel documento definitivo tale termine è saltato, lasciando campo libero alle attese. Inoltre l’accordo non menziona in alcuna parte gli artigiani, che devono vedersela con il Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato per poter accedere agli aiuti previsti dal Cura Italia. “Abbiamo la consapevolezza che questa misura è importante, ma non esaustiva”, dice Mannino in un comunicato diramato da Cgil. “L’emergenza sanitaria durerà ancora e abbiamo l’esigenza di tutelare ancora di più il reddito dei lavoratori e delle lavoratrici”.