Sicilia, enti parco come “scatole vuote”. Ambientalisti: “Stop commissariamenti”

Etna, Madonie, Nebrodi, Alcantara: gli enti parco potrebbero essere una delle principaliattrazioni turistichedella Sicilia, che vanta una superfice diaree naturalisuperiori all’interaValle d’Aosta,ma troppe cose non vanno nellagestione,a partire dal ricorso continuo ai commissariamenti. Gli enti sarebbero “alminimo storico di capacità di azione e di credibilità“, crisi che sul piano pratico comporterebbe “un preoccupante deficit di partecipazione, rappresentatività, progettualità”. A causare questo problema sarebbero le “piante organiche sempre più scarnee prive di adeguate professionalità”, e a livello dirigenziale “casi di controllato-controllore e di incompatibilità di ruoli, gestioni commissariali prolungate e direzioni a tempo cherendono precarie le gestioni“. È la denuncia contenuta in un documento inviato da numerose associazioni ambientaliste –Club Alpino Italiano, Legambiente, LIPU e WWF Sicilia– alleistituzioni regionali,a partire dal presidente Renato Schifani. Al momento in cui scriviamo, agli autori non sono arrivate risposte o repliche. Leggi anche –Riserve naturali, l’esempio di Unict: pochi fondi, grandi risultati Come detto, la Sicilia è una delleregioni più “verdi” d’Italia.I quattro enti parco regionali sono stati fondati tra la fine deglianni Ottantae i primianni Duemila.Secondo i dati del Cai, coprono una superfice di quasi 190 mila ettari. L’iter per un quinto parco regionale, quello deimonti Sicani,è iniziato nel lontano 2010 ma langue da tempo nelle spire della burocrazia. A questi va aggiunto ilparco nazionale di Pantelleria,istituito con legge dello Stato a metà degli anni Duemila, che si estende su 6.500 ettari. C’è poi un lungo elenco diriserve naturali,ben 75, affidate a una costellazione dienti minori, pubblici e privati,che coprono altri 83 mila ettari. Ultimi, ma non per importanza, i quasi 10 mila ettari di coste che ricadono inaree marine protette.Il conto complessivo si avvicina a 300 mila ettari. A confermare la vocazione “verde” dell’Isola è la Relazione 2024del Comando forestale della Regione siciliana.Secondo il documento, “lesuperfici forestali totaliin Sicilia ammontano a oltre 512 mila ettari, pari a circa il 20% dellasuperficie territoriale“. Leggi anche –Più alberi e più parchi in Sicilia: 27 milioni dal Mase per la riforestazione Un patrimonio la cuigestione,per la parte in mano alla Regione, sarebbe da rivedere. Ne sono convintiFrancesco Lo Cascio(Cai Sicilia),Tommaso Castronovo(Legambiente Sicilia),Nino Provenza(Lipu) ePietro Ciulla(WWF Sicilia N.O). “Occorre porre fine alla stagione dei commissariamenti che dovrebbero essere sempre temporanei e sottratti a logiche dilottizzazione politica“, si legge nel documento. Anche i direttori generali, “ormai vengono nominati solofunzionari regionaliper poche ore la settimana”, cosa che trasformerebbe gli enti “in stipendifici”. Vengono criticati anche icomitati esecutivi in vigore dal 2017,contrari “allo spirito della legge regionale originaria”. Anche la reistituzione dei comitati scientifici “rappresenta unarisposta marginale“. Una situazione che avrebbe serie conseguenze. “Non si realizzano le azioni necessarie e prioritarie, come innanzitutto la redazione deipiani territoriali dei parchi.Adempimenti di legge obbligatori, i cui termini sonoscaduti da decenni.E per i quali negli anni sono state spese cifre enormi condanno per il pubblico erario“. Leggi anche –Foreste, Italia e Sicilia paradisi verdi colpiti da clima, smog e incendi Una situazione complessa, di fronte della quale leassociazioniformulano le loro proposte. “Chiediamo come primo atto urgente larevoca di tutti gli attuali incarichi di commissario e di direttore reggente,e di procedere alle nomine dei presidenti e dei direttori a tempo pieno secondoprocedure ad evidenza pubblica comparativeper scegliere le persone con i titoli più adeguati”. E ancora, si propone “una urgente modifica dell’organizzazione sulmodello dei parchi nazionali,più funzionale e che garantisce la partecipazione nellagestione di tutti i soggetti(amministrazioni locali, regione, componente scientifica, portatori di interesse)”. In attesa di questo intervento organico, Cai, Legambiente, Lipu e WWF Siciliachiedono “la modifica dell’attuale composizione dei comitati esecutivi”, l’eliminazione dagli organi in “condizione dipotenziale conflitto” e ilripristino della legge regionale.Solo così, per gli ambientalisti, si potrà “ridare credibilità alsistema dei parchiche in altre regioni sono diventati unostrumento importantedi promozione dellosviluppo sostenibile“.