Sicilia, il commercio marittimo vale 27,6 miliardi. Opportunità dalla crisi di Suez

TreAutorità di sistema portuale,73 milioni ditonnellate di merci,oltre 27 milioni dipasseggeri,che portano alla Sicilia un interscambio nelcommercio marittimodi 27,6 miliardi di euro. Ma anche 1,7 milioni di turisti che arrivano via mare, attraverso ilsistema crocieristico.Sono i numeri fotografati da un’indagine delCentro studi Srm di Napoli,collegato a Intesa San Paolo, illustrati duranteconvegno “Il mare dentro”organizzato dalquotidiano “La Sicilia” al Marina Yachting Center di Palermo.Il sistema portuale dell’Isola è forte, e potrebbe migliorare ancora alla luce della situazione geopolitica internazionale. Lacrisi dello stretto di Suez,per esempio, rende sempre più strategici i porti del Mediterraneo. Secondo gli esperti, infatti, possono diventare un potente motore di sviluppo dellaBlu economy nell’intero Mezzogiorno.Da qui la necessità di una strategia di rilancio, illustrata daAlessandro Panaro,Head of Med&Energy di Srm. Serve investire sulla sostenibilità e sulladigitalizzazione dei portie promuovere gliinsediamenti produttivinell’Isola utilizzando lostrumento della Zes Unica del Sud. Itrasporti marittimie la logistica sono un comparto fondamentale. Poiché conferiscono ad un territorio efficienza dei processi diinternazionalizzazione delle impresee sostegno alle esigenze del turismo. Come detto la regione ha un interscambio marittimo pari a 27,6 miliardi di euro (oltre il 90% del totale) e questo dimostra in modo evidente quanto le imprese necessitino discali sempre più moderni e proiettati verso il futuro.Ilsettore del Ro-Ro(navi che trasportanomezzi gommati) è una delle eccellenze del traffico portuale della Sicilia, ma anche di tutto il Paese. I porti movimentano, infatti, il 24% del totale nazionale. Quindi, neltraffico containerla Sicilia potrebbe avere un ruolo importante. La presenza, inoltre, di unnumero notevole di arrivi turisticivia mare e di 1,7 milioni di crocieristi è la ulteriore conferma di un territorio che deve sempre più essere orientato a migliorare la suavocazione marittima.Ed offrire servizi e mobilità sempre più di qualità. “È da apprezzare la scelta del governo che ha creato undicastero ad hoc sul Mareaffidato a Nello Musumeci”, diceAdriano Giannola,presidente della Svimez. “Preoccupa, però, che la dispersione delle deleghe tra diversi ministeri in materia di porti, di competenza diMatteo Salvini,e di Zes, attribuita aRaffaele Fitto,non favorisca un approccio unitario al problema. Invece richiede grande attenzione, visione e tempestività per l’alto (e altamente sottovalutato)rilievo strategicoche mare e portualità rivestono per il Paese. Oggi i porti meridionali, segnatamente quelli diGioia Tauro, Augusta, Palermo, Catania, Bari, Taranto e Napoli,sono strategici al pari se non più di quelli di Trieste e Genova. Nella misura in cui l’Italia intenda riappropriarsi del rango che le spetta nel Mediterraneo. Una priorità che, se per noi è vitale, lo è sempre più anche per l’Europa. Alla luce non solo delle guerre in corso e dell’emergenza energetica,ma anche per la drastica ristrutturazione ericonversione della globalizzazione”. “In questa prospettiva”, analizza il presidente della Svimez, “il fatto che l’economia meridionalecontribuisca oggi solo per il 10% all’export nazionale,evidenzia quanto poco efficace sia ancora l’attenzione a sviluppare una rete di connessioni con la sponda Sud del Mare Nostrum. E la capacità diintercettare i traffici che da Suez transitano per il Mediterraneoe si dirigono verso svariate destinazioni sul continente. Da anni la Svimez sollecita lo sviluppo dell’intermodalità marittima e ferroviaria.Oltre a giocare un ruolo determinante per la crescita e laconnessione coste-zone interne del Mezzogiorno,risulta essenziale per conferire all’Italia la sua naturale centralità logistica di area. Le Autostrade del Mare in particolare lungo ledorsali tirrenica e adriatica,integrate con collegamenti ferroviari internazionali, possono rappresentare innovative modalità̀ da rendereprogressivamente sempre più sostitutive.Anziché complementari al trasporto stradale”. “Larealizzazione e trasformazione di infrastrutture portualiin piattaforme logistiche evolute”, conclude Giannola, “sia in termini di capacità che diservizi offerti in connessionecon altri hub del Mediterraneo e con la rete di trasporti europea, è una prospettiva di importanza strategica globale. Ai porti delMezzogiornofa capo in prospettiva lo sviluppo dellereti delle Autostrade del Mare.Mettere a regime visione, strategia e cogente articolazione operativa èormai un progetto più che maturo.La cui esecuzione deve accompagnare una riorganizzazione mediterranea della globalizzazione sostenibile nelMediterraneo”.