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Sicilia, in 10 anni perse 11 mila imprese artigiane. La disfatta dei più giovani

A cercare di resistere, tra marzo 2011 e marzo 2021, sono stati stati gli over 50 e soprattutto gli over 70, che hanno aperto numerose attività. Lo studio di Unioncamere e Infocamere

La Sicilia ha perso oltre 11 mila imprese artigiane in dieci anni. A chiudere, tra marzo 2011 e marzo 2021, sono state soprattutto ditte individuali avviate da giovani, che hanno dovuto dire addio alla loro attività. A cercare di resistere sono stati soprattutto gli over 50 (ma anche gli over 70), aprendo nuove attività, in numero insufficiente a colmare le perdite. Sono i dati di uno studio condotto da Unioncamere e Infocamere sull’evoluzione dell’artigianato nell’ultimo decennio. La Sicilia è una delle regioni italiane che mostrano maggiore sofferenza, con il 17 per cento di imprese individuali costrette a chiudere i battenti negli ultimi due lustri.

Artigianato meno attrattivo

A livello nazionale, a marzo di quest’anno le aziende attive sono un milione e 300 mila, 170 mila in meno rispetto a marzo 2011. “Le imprese artigiane diminuiscono, la classe imprenditoriale invecchia ed è meno fiduciosa sul futuro”, è il riassunto di Unioncamere. In dieci anni si sono perse 28 mila imprese fondate da under 30, il 42 per cento in meno rispetto al 2011. Di contro, sono cresciute le ditte individuali guidate da over 70 (più 47 per cento), con punte che superano il 50 per cento al Mezzogiorno. L’artigianato, annota l’istituto, si dimostra meno attrattivo per i giovani. “La difficoltà di ricambio generazionale potrebbe mettere a dura prova il futuro dell’imprenditoria artigiana”.

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Rimpiazzo insufficiente

Tornano alla Sicilia, nel 2011 erano quasi 72 mila le imprese artigiane, di cui circa 60 mila ditte individuali, l’83 per cento del totale. Come accennato, in dieci anni si sono perse oltre 11 mila aziende, ma il rimpiazzo è stato insufficiente, e nella maggior parte dei casi a opera di persone mature. Nel 2021 i titolari sono poco meno di 60 mila. La stragrande maggioranza è composta da uomini (83 per cento), e oltre la metà ha più di cinquant’anni (53 per cento). Mentre chiudevano le attività delle persone tra 30 e 49 anni (meno 13 mila) ad aprire nuove aziende artigiane ci pensavano soprattutto gli over 50 (più 1.900) e gli over 70 (più 1.200).

I numeri della Sicilia

Lo studio di Unioncamere mostra anche il dettaglio delle province. A registrare i numeri peggiori in Sicilia è Caltanissetta, che ha perso il 17 per cento delle imprese artigianali negli ultimi due lustri. Le attività attualmente presenti sul territorio sono 3.200, di cui 2.600 ditte individuali. Segue Palermo, che ha perso oltre il 16 per cento delle attività. Le botteghe attualmente aperte nel Capoluogo sono 14.200, di cui 12 mila ditte individuali. La provincia di Enna ha perso il 15 per cento delle realtà artigiane. Ne rimangono 2.900, di cui 2.500 individuali. Anche Trapani ha perso poco meno del 15 per cento, e conserva 6.600 imprese artigiane, di cui 5.300 individuali.

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Resiste la parte orientale

Dall’altra parte dell’isola, Catania ha perso il 14 per cento delle imprese artigiane in dieci anni. Attualmente conta 16.200 aziende, di cui 13.800 ditte individuali. Agrigento ha perso il 13,7 per cento delle attività artigianali, e ne conserva 5.700 di cui 4.600 individuali. A Messina il calo è stato del 13 per cento, con 10.700 imprese artigiane attualmente aperte, di cui 8.700 individuali. Siracusa ha perso poco più del 12 per cento, e conta seimila imprese artigiane, 5.100 delle quali individuali. Perde meno di tutti Ragusa, dove il calo è stato 12 per cento, con 6.100 imprese artigiane attualmente in opera, di cui 4.800 individuali.

L’impatto sul Pil nazionale

Complessivamente, il dato è ampiamente negativo. Il calo, come accennato, non risparmia nessuna parte d’Italia. L’artigianato pesa ancora per il 9,5 per cento sul Pil nazionale, e rappresenta oltre il 21 per cento delle imprese. Il Sud e le Isole hanno detto addio a 45 mila aziende in dieci anni, la maggior parte sempre nella fascia 30-49 anni. Il Centro perde 24 mila imprese, mentre il Nord circa 69 mila. “Se nel 2011 per ogni imprenditore over 70 c’erano almeno due titolari d’impresa under 30 pronti a sostituirlo, nel 2021 questo ricambio tra generazioni è sceso a meno di uno”, scrive Unioncamere.

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Il peso della pandemia

Sul crollo del settore ha inciso anche il Covid. Il periodo esaminato, 2011-2021, comprende infatti anche l’anno dell’esplosione della pandemia in Italia e nel mondo. Un’indagine dello Studio Tagliacarne, inserita nel rapporto di Unioncamere, spiega che nel 2020 “il 70 per cento delle imprese artigiane ha subito una riduzione di fatturato, contro il 63 per cento delle altre aziende”. Per quanto riguarda il futuro, “solo il 54 per cento prevede di recuperare i livelli produttivi entro il prossimo anno”. La percentuale, dice l’indagine, scende al 46 per cento per le realtà artigianali alle prese con problemi di passaggio generazionale.

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Valerio Musumeci
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci, giornalista e autore. Nel 2015 ha esordito con il pamphlet storico-politico "Cornutissima semmai. Controcanto della Sicilia buttanissima", Circolo Poudhron, con prefazione della scrittrice Vania Lucia Gaito, inserito nella bibliografia del laboratorio “Paesaggi delle mafie” dell'Università degli Studi di Catania. Nel 2017, per lo stesso editore, ha curato un saggio sul berlusconismo all'interno del volume "L'Italia tradita. Storia del Belpaese dal miracolo al declino", con prefazione dell'economista Nino Galloni. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Agata rubata", Bonfirraro Editore.

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