Vigili del Fuoco (IG #vigilidelfuoco_officialpage) Focusicilia.it
Fuoco e devastazione: la Sicilia si conferma la regione più colpita d’Italia, con Agrigento ed Enna al centro dell’emergenza incendi.
Ogni anno la storia si ripete, ma questa volta le cifre sono più drammatiche.
La Sicilia brucia ancora, trasformandosi in simbolo di un Sud che lotta contro un nemico invisibile, ma costante.
Cosa rende l’Isola così vulnerabile? Dietro le fiamme si nascondono numeri impressionanti e responsabilità che vanno oltre il caso.
Un quadro allarmante, che racconta non solo la perdita di ettari, ma di un patrimonio naturale unico.
Nove mesi di incendi hanno dipinto un quadro fosco per la Sicilia, che anche nel 2025 si conferma la regione più colpita d’Italia. Secondo i dati diffusi dall’Ispra, l’Isola concentra insieme a Calabria, Puglia e Campania l’85% delle aree bruciate su scala nazionale. Ma è la Sicilia, ancora una volta, a portare la maglia nera, con una superficie di 480 chilometri quadrati divorata dalle fiamme. Numeri che equivalgono a un’intera città media italiana cancellata dal verde.
Le province più colpite sono sempre le stesse, come in un copione che nessuno riesce a riscrivere. Agrigento ed Enna si distinguono tristemente per l’estensione dei danni e la frequenza dei roghi, segno di un problema strutturale che coinvolge gestione del territorio, manutenzione boschiva e, in molti casi, anche comportamenti dolosi. L’estate 2025, segnata da temperature record e venti intensi, ha fatto il resto, trasformando campi, colline e aree naturali in cenere.
Il primato negativo spetta all’Agrigentino, dove 171 chilometri quadrati sono stati inghiottiti dalle fiamme: quasi un quinto dell’intera superficie bruciata in Italia nello stesso periodo. Una proporzione che lascia poco spazio all’ottimismo e molto alle domande sulla prevenzione. Nei boschi, invece, è Enna a dominare la classifica nazionale con 1.117 ettari devastati, seguita da Caltanissetta con 850. Catania e Agrigento restano comunque tra le prime dieci province italiane più colpite, a dimostrazione di una fragilità diffusa su tutto il territorio regionale.
Più indietro, ma sempre nel drammatico elenco delle 25 province italiane più martoriate, compaiono anche Palermo, Ragusa e Trapani. L’insieme racconta un’Isola che continua a pagare il prezzo di un equilibrio ambientale compromesso, dove la bellezza del paesaggio convive con una costante minaccia. Gli esperti parlano di strategie di prevenzione da rafforzare, ma anche di un cambiamento culturale necessario: proteggere il territorio non è più un dovere solo istituzionale, ma un impegno collettivo per il futuro della Sicilia.
I riflettori dei media tornano a concentrarsi nuovamente sul Vaticano, il 2025 è stato un…
Come mai adesso si paga anche la valigia da Trenitalia? Quei 28 euro sono una…
Che vacanza sarebbe senza il nostro amico a quattro zampe? In attesa del relax invernale…
Crolla una scuola e i soccorsi lavorano senza sosta tra le urla di tutti, i…
In Sicilia è stato ampliato di altri 30 giorni la possibilità di accedere ai soldi…
Sembra andata a buon fine l'iniziativa del ministro degli Esteri Tajani: nella 13/a natalizia gli…