Sicilia, l’aria è pesante: Palermo e Catania tra le più inquinate in Italia

A Palermo e Catanial’aria è sempre più pesante,con valori medi di biossido di azoto “che si collocano tra i più alti del Paese, superando del 40 per cento i nuovi limiti fissati al 2030”. Numeri che fanno entrare i due capoluoghi nella top-ten delle città italiane più inquinate, in una classifica guidata daNapoli(più 48 per cento),Milano(più 42 per cento) eTorino(più 42 per cento). È la fotografia diLegambientenell’ultimo report “Mal’Aria”sullaqualità atmosfericadelle grandi città italiane. Per quanto riguarda le polveri sottili PM 10 “quasi tutti i capoluoghi dell’Isola sarebbero in violazione, ad eccezione diTrapaniedEnna“, mentre per sul PM 2.5, “soloEnnarispetterebbe i nuovi obiettivi”. La situazione in Sicilia è particolarmente complessa. “Purtropponon c’è da stare tranquilli per la nostra salute.In questi anni, poco o nulla è stato fatto pereliminare le cause delle emissionidegli inquinanti”, commentaTommaso Castronovo,presidente regionale di Legambiente. Leggi anche –Aria inquinata: in Sicilia, tutto in regola. Basta alzare l’asticella L’aggiornamento dellaDirettiva europea sulla qualità dell’ariaha fissato limiti più stringenti rispetto al passato, da raggiungereentro il 2030.Nel dettaglio, si parla di un limite di 20 µg/mc (microgrammi per metro cubo) per le polveri sottili PM 10, dieci µg/mc per le polveri PM 2.5 e 20 µg/mcper il biossido di azoto.Quasi tutti i capoluoghi siciliani mostrano forti incongruenze.Palermo e Catania,come detto, superano del 40 per cento i limiti fissati per il biossido di azoto.Messinasfora dell’11 per cento, mentre gli altri centri sono nei limiti. Non si può dire lo stesso sulle polveri sottili.Per il PM 10sono sempreCatania e Palermoa guidare la classifica, rispettivamente con il 29 e il 22 per cento di sforamento. SeguonoSiracusa(più 21 per cento rispetto ai limiti),Messina e Ragusa(più 11 per cento),Agrigento(più nove per cento) eCaltanissetta(più cinque per cento).Per il PM 2.5il risultato peggiore è quello diPalermo(più 25 per cento), seguita daRagusa e Catania(più 23 per cento),Siracusa(più 19 per cento) eMessina(più nove per cento). Leggi anche –A Catania e Palermo il primato: hanno l’aria più inquinata dell’Isola Secondo Castronovo bisognainvertire al più presto la rotta.“Quasi tutti i capoluoghi siciliani sarebbero oggi in violazione dei limiti più stringenti previsti dallaDirettiva europea al 2030,e ancora di più rispetto ai valori raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità“. Per questo motivo “occorre rapidamente applicare misure mirate per ridurre gli inquinanti nelle nostre città”. Nello specifico, “disincentivando il traffico veicolare e potenziando iltrasporto pubblico di massa“. Il presidente diLegambiente Siciliarichiama alcuni interventi specifici. “In particolare, è necessario accelerare il completamento dei lavori dellametropolitana a Catania,i lavori dell’anello e delpassante ferroviario a Palermo,e la realizzazione dellenuove linee del tram“. E ancora, “occorre estendere nelle nostre città la ZTL, le strade a 30 chilometri orari e le reti ciclo pedonali. In questo modo, potremmogarantire ai cittadini un’aria più pulitae città più sicure e a misura d’uomo”. Leggi anche –Aria inquinata, le città uccidono. Italia peggiore in Ue per polveri sottili In Italia,secondo lo studio, nessun grande centro può dirsi salubre.“Le città italiane, da Nord a Sud, presentano ancora considerevoli ritardi rispetto ai valori più stringenti proposti dalla revisione dellaDirettiva europeasulla qualità dell’aria”, scrive Legambiente. Anche i capoluoghi italiani, inoltre, “superano ivalori suggeriti dall’Oms.Evidenziando la necessità diun impegno deciso,non più rimandabile, per tutelare la salute delle persone”. Tra gli altri capoluoghi con le percentuali di biossido di azoto più alte, oltre a quelli già citati, ci sonoComo(più 35 per cento)Bergamo(più 38 per cento) eRoma(più 37 per cento). Per le polveri sottili PM 2.5 Legambiente sottolinea il risultato negativo diPadova(più 58 per cento),Vicenza(più 57 per cento)Treviso e Cremona(più 53 per cento). Per quanto riguarda il PM 10spiccano in negativo Verona, Padova e Vicenza(più 37 per cento),Cremona(più 36 per cento) eVenezia(più 35 per cento). Leggi anche –Aria inquinata in Sicilia. Respiriamo veleni, ma sulla carta è tutto in regola In generale, secondo Legambiente, i dati mostrano “unmiglioramento rispetto all’anno precedente“. Questo risultato, tuttavia, deriva “principalmente dallecondizioni meteorologiche‘favorevoli’ che hanno caratterizzato il 2023″, piuttosto che da “un effettivo successo delle azioni politiche intraprese per affrontare l’emergenza smog”. Le città, insomma, “faticano ad accelerare il passo verso unmiglioramento sostanziale della qualità dell’aria“, e i loro valori di inquinamento “restano distanti dai limiti“. L’associazione avanza delle proposte per invertire la direzione. “Bisogna tenere conto delle diverse realtà territoriali eagire sulle diverse fonti di emissionidi inquinanti in maniera sinergica”. Solo così “si potrà nel medio periodo tornare arespirare aria pulita nelle nostre città.Proposte che verranno dettagliate durante la campagna itinerante “Città2030: le città e la sfida del cambiamento” che si svolgerà dall’otto febbraio al sei marzo nei maggiori centri italiani.