Le imprese culturali siciliane con più di tre anni di attività non sono state dimenticate. È quanto fanno sapere a FocuSicilia dall’assessorato regionale alla Cultura, retto da Alberto Samonà. Per queste imprese è prevista una fonte di finanziamento diversa da quella offerta dal bando “CulturaCrea” di Invitalia. La questione era stata sollevata durante un approfondimento di questo giornale sulla misura di Invitalia, finanziata attraverso il programma comunitario Pon Cultura e sviluppo. Il titolo III del bando è dedicato proprio alle imprese culturali con più di 36 mesi, ma non è attivo in Sicilia.
Due finanziamenti diversi
Dall’assessorato regionale alla Cultura spiegano perché. “In Sicilia oggi le imprese che operano nel settore della cultura, costituite da più di 36 mesi possono fare ricorso al Po-Fesr (Bandi di Azione 3.3.2, dedicati alle attività produttive)”. Le imprese di nuova costituzione, quelle con meno di tre anni, nonché le associazioni e le fondazioni possono fare ricorso ai finanziamenti Pon attraverso Invitalia. Per quelle con maggiore “anzianità” è stata scelta un’altra strada.
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Decisione del passato
La decisione, dicono dall’assessorato, risale a cinque anni fa. “Con l’accordo operativo di attuazione approvato nel 2016 dalla precedente Giunta regionale è stato deciso, infatti, che le imprese che operano nel settore dei beni culturali e che sono attive da più di 36 mesi avrebbero usufruito dei Fondi del Pp-Fesr erogati dall’Assessorato delle attività produttive attraverso i bandi regionali”. Ci si potrebbe chiedere allora perché non attivare entrambe le misure di finanziamento. Dagli uffici rispondono che la normativa non lo prevede.
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L’accordo con il Mibact
“I regolamenti comunitari impongono che la stessa attività non possa essere finanziata con due programmi diversi”, chiariscono dall’assessorato alla Cultura. “La ‘demarcazione’ fra i due programmi, Po-Fesr e Pon Cultura, è disciplinata dall’accordo operativo di attuazione stipulato dalla Regione siciliana e dal ministero della Cultura, approvato dalla Giunta regionale”. Nessuna dimenticanza, dunque, ma una linea di finanziamento diversa e “incompatibile” con l’altra.