Sicilia, piove solo quando non dovrebbe. Sias: ‘Segno del cambiamento climatico’

In Sicilia piove molto, anzi troppo, quando dovrebbe piovere poco.E viceversa piove poco quando dovrebbe piovere molto. Sembra un paradosso, invece è la realtà fotografata dalSias, Servizio informativo agrometeorologico siciliano. Sotto la lente le precipitazioni del 2023, in particolare nei mesi di febbraio, maggio e giugno (troppo piovosi) e ad ottobre (troppo asciutto). Per gli esperti si tratta di“anomalie di grande rilevanza”,che hanno danneggiato l’agricoltura, “leproduzioni cerealicole, foraggere e viticolenella tarda primavera, ealtre colture nella seconda parte dell’anno“. Colpa del cambiamento climatico, spiega aFocuSiciliaLuigi Pasotti, dirigente dell’unità Sias di Catania.“Dal punto di vista scientifico non è mai corretto stabilire un nesso tra il singolo evento anomalo e ilcambiamento climatico.Se però mettiamo in fila tutte le anomalie degli ultimi anni, è chiaro chenon possiamo che collegarle a tale fenomeno“. Un tema che “non dev’essere sottovalutato” visto che la Sicilia “è estremamentevulnerabile al cambiamento climatico“. Leggi anche –Arance siciliane a rischio per caldo e malattie. Sul mercato frutta importata Scendendo nel dettaglio dell’analisi del Sias, come dettosono soprattutto tre mesi del 2023 a preoccupare.Per quanto riguarda febbraio, gli eventi anomali sono legati alla tempesta subtropicale Helios, e hanno interessato unavasta area nel settore sud-orientale dell’Isola, “in particolare se si osserva la vastità dell’area interessata tra le province diRagusa, Siracusa e porzioni delle province di Catania ed Enna“. I tecnici prendono ad esempio lastazione Sias di Scicli,“che nei due soli giorni 9 e 10 febbraio ha totalizzato, con 228,8 mm totali, il 54 per cento delleprecipitazioni totali dell’intero anno“. Anche maggio “mai era risultato così piovoso dal 2021”, come dimostrano ad esempio i dati dellastazione di Aidone,che “ha registrato nel mese di maggio il 42 per cento delle piogge dell’intero 2023, in un mese in cui mediamente si registra solo il tre per cento delle piogge annuali”.Allo stesso modo giugno“è stato più piovoso della media”, e di conseguenza “gli accumuli del bimestre maggio-giugnosuperano abbondantemente ogni casisticaregistrata in passato”. Leggi anche –Stato di calamità per l’agricoltura, c’è il via libera della Regione siciliana La situazione si ribalta totalmente a ottobre, che secondo gli esperti “mai era stato così povero di piogge, con solo il sette per cento di precipitazioni cadute rispetto a quelle attese in base alla norma del periodo”.Una tendenza che ha riguardato tutto il secondo semestre dell’anno,che “ha superato, in quanto a scarsità degli accumuli, il record precedente del 1977, anno in cui le conseguenze della siccità furono particolarmente gravi”. Nel complesso, precisano dal Sias, ilbilancio delle piogge del 2023“è negativo ma ricadente all’interno della normalevariabilità delle piogge caratteristica del nostro clima“. Il deficit di precipitazione rispetto alla media degli anni 2002-2022 “è di circa il 22 per cento”, un dato significativo “ma non eccezionale, se si considera cheil ciclo climatico successivo alla siccità del 2002 ha visto precipitazioni nettamente superiori a quelle dei trentenni precedenti“. Male ma non troppo, insomma. A preoccupare gli esperti è invece ladistribuzione temporale e territoriale delle anomalie“, segno inequivocabile dicambiamento climatico“. Leggi anche –Il clima adesso presenta il conto. Ventuno eventi estremi in Sicilia nel 2023 Secondo Pasotti, la lettura dei dati suggeriscecontromisure immediate contro il cambiamento climatico.“Bisogna adattare il sistema produttivo, ridurre le emissioni,realizzare la transizione ecologica, tutte azioni che hanno una dimensione globale”. In attesa che si realizzino, la Sicilia deve fare i conti con alcuni svantaggi territoriali. “Ilsistema degli invasi negli ultimi anni ha registrato una perdita di capacità,a causa dell’interrimento, del deterioramento e di problemi tecnici nelle strutture. Dunque, con meno scorte,siamo più vulnerabili alla siccità“. Sul fronte opposto pesano gli incendi. “Si tratta della principalecausa di desertificazione, con perdita di suolo e biodiversità.Anche in questo caso, un ambiente secco, insieme alla mano dell’uomo, favorisce il fenomeno”. Un vantaggio per la Sicilia è rappresentato dalla sua storia. “Siamo più abituati di altre aree a gestire la siccità.La pianura padana e il bacino del Po, per esempio,rischiano di vivere una siccità drammaticaquando si esauriranno i ghiacciai.E non saranno abituati a gestirla”.