Il lockdown fa bene al sistema dei rifiuti. Secondo l’ultimo report Istat, tra il 2019 e il 2020 la produzione di spazzatura in Sicilia è scesa da 456 a 443 chilogrammi per abitante l’anno, mentre la differenziata è aumentata da 38 a 42 Kg. In termini assoluti i rifiuti prodotti sono passati da 767 mila a 716 mila tonnellate, mentre la differenziata è cresciuta da 367 mila a 373 mila tonnellate. Non mancano le eccezioni negative come Catania, in cui la differenziata è scesa dal 14,5 al 9,7 per cento. Per l’Istituto nazionale di statistica “il calo nella produzione dei rifiuti urbani è da attribuire soprattutto alle restrizioni di contrasto ai rischi pandemici che hanno caratterizzato il 2020”. La dimostrazione è che la flessione si è verificata “in tutte le ripartizioni, in modo più consistente nel Centro (meno 5,4 per cento), seguono Nord (meno 3,4 per cento) e Sud (meno 2,6 per cento)”.
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Catania in controtendenza
Se in generale la differenziata in Sicilia è aumentata, a Catania tra il 2019 e il 2020 è scesa da 32.700 a 19.600 tonnellate. Un paradosso, visto che nello stesso periodo la produzione complessiva dei rifiuti nel capoluogo etneo è scesa di oltre 20 mila tonnellate. "Il dato effettivo oggi è il triplo di quello riportato nell’indagine Istat", spiegano dal Comune di Catania. La differenziata in città "si stima al 32 per cento, un dato in costante crescita rispetto ai mesi precedenti", e soprattutto dal 2019, "quando nel territorio urbano del capoluogo etneo vigeva ancora il sistema della raccolta di prossimità tramite i cassonetti". Tornando ai dati Istat, la situazione migliora nelle altre città siciliane. "In sei capoluoghi si registra un incremento di oltre dieci punti percentuali, ad esempio a Siracusa e Messina", scrive Istat. I siciliani che abitano in Comuni che rispettano il target del 65 per cento di differenziata, di conseguenza, salgono dal 17 al 24 per cento.
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Le tipologie di rifiuti differenziati
Per quanto riguarda la tipologia di rifiuti differenziati, per la Sicilia si tratta soprattutto di frazione organica (44 per cento), carta e cartone (21 per cento), vetro (12,5 per cento), plastica (nove per cento), rifiuti ingombranti (quattro per cento) e apparecchiature elettriche ed elettroniche (1,5 per cento). Altre tipologie di rifiuti come metalli e tessili sono differenziati in percentuali trascurabili. Sulla raccolta di carta, vetro e plastica Sud e Isole si mantengono sotto la soglia del 90 per cento, un dato più basso rispetto alla media nazionale, ma le distanze "vanno progressivamente attenuandosi" in tutti e tre i settori. Sull'umido, invece, "le regioni del Sud e delle Isole recuperano lo svantaggio degli anni precedenti e per tutte le ripartizioni il valore si attesta a circa l’86 per cento". Un incremento che per Istat può essere collegato "alla diffusione del porta a porta".
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Costi del servizio troppo elevati
Quanto al giudizio sul servizio, per la maggior parte dei siciliani la raccolta differenziata costa troppo. Le famiglie critiche sono il 72,5 per cento, il dato più alto a livello nazionale. Segue l'Umbria, con oltre il 71 per cento di insoddisfatti, e la Puglia con oltre il 66 per cento. Sul piano opposto, le regioni che ritengono adeguato il servizio sono la provincia autonoma di Trento e la Lombardia (49 per cento), il Molise (48 per cento) e il Friuli Venezia-Giulia (42,5 per cento). In generale le regioni del Sud non ritengono adeguato il costo del servizio, sottolinea Istat, "toccando il minimo del 23,2 per cento in Sicilia, contro una media nazionale del 33,2 per cento". Costi a parte, l'87 per cento delle famiglie si dichiara "abbastanza o molto soddisfatta", e molte sostengono che differenzierebbero di più ad alcune condizioni.
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Le richieste delle famiglie siciliane
Tra le più indicate, detrazioni fiscali per chi effettua regolarmente la differenziata (85 per cento), maggiori garanzie che i rifiuti vengano effettivamente riciclati (71 per cento), multe per chi non effettuala la raccolta (65,5 per cento), centri di raccolta migliori e più numerosi (65 per cento), disponibilità di appositi contenitori vicino l'abitazione (61 per cento), raccolta "porta a porta" (56,5 per cento), maggiori informazioni su come e dove separare i rifiuti (52 per cento). Esigenze condivise da altre regioni del Mezzogiorno, osserva Istat, "che in alcuni casi mostrano ancora un ritardo nella diffusione della raccolta differenziata, sia porta a porta sia tramite cassonetti o stazioni ecologiche". Detrazioni e agevolazioni fiscali, infine, mettono d'accordo le famiglie del Sud e quelle del Centro.