Sicilia: più import, meno export. Come è cambiata la bilancia commerciale

Avere unabilancia commercialein equilibrio è importante per ogni economia nazionale. Ancor di più per una singola regione. Quella dellaSiciliasta cambiando, cominciando a pendere più verso leimportazioni. E se maggiori esportazioni garantiscono unsurpluscommerciale, mentre maggiore import porta la bilancia innegativo. Ilterzo trimestre del 2023(luglio – agosto – settembre) ha fatto registrare un calo dell’export e un aumento dell’import per la Sicilia, con riflessi diversi tra le province. Le esportazioni sono diminuite aSiracusaeRagusa, le importazioni adAgrigento,Palermo. Leggi anche –Export, la Sicilia va male: meno 16,7% nel 2023. E c’entra il petrolio Il dato siciliano da tener d’occhio è sempre quello legato all’attività diesportazionedella provincia diSiracusa, legato allaraffinazione del petrolio. In base ai dati provvisori diffusi daUnioncamere Sicilia, le perdite in esportazioni sono state pari a706 milioni di euro. L’import è invece aumentato per263 milioni eurorispetto al 2022. Altro segnale da tenere conto è il crollo dell’export nella provincia diRagusa, dove l’agroalimentareè un riferimento per tutta la regione. I dati del terzo trimestre 2023 paragonati al 2022 segnalano una perdita da24,3 milioni di euro. La zona iblea, che ha avuto una bilancio commerciale in equilibrio, ha vissuto anche un leggero calo delle importazioni. Esattamente per22,7 milioni di euro.Palermoha drasticamente ridotto le proprie importazioni (-177 milioni) e aumentato le esportazioni (+20 milioni). Mentre è stabile la bilancia commerciale diCatania, dove sono segnalati aumenti leggeri di import ed export.Messinacontinua ad importare per oltreun miliardo di euroe ha diminuito le vendite verso l’estero per circa 26 milioni. AncheEnnaha una tradizione di bilancia commerciale in deficit, ma ha registrato unaumento delle esportazioni per 4,7 miliardidi euro nel confronto tra i terzo trimestre 2023 e il dato 2022. Leggi anche –Mar Rosso. Export agroalimentare a rischio. I possibili scenari per la Sicilia La scorsa estate, tutto ilcommercio globaleha vissuto unafase di stagnazione. La Sicilia rientra quindi nel trend mondiale. Nel terzo trimestre del 2023 scambi globali dei beni hanno continuato ad essere fermi – ha analizzato in particolareConfindustria– ed era possibile pronosticare una diminuzione delloscambio commerciale di beni. Negli scenari di previsione Confindustria prevedeva, però, unaripresa a fine 2023, che avrebbero portato ad un +2 per cento di scambi commerciali nel2024. Un dato che lacrisi del Mar Rossoha ribaltato. Stando allo studio diConfartigiano Imprese, che richiama datiIstat, a novembre il volume dell’export per l’Italia è sceso del6,4 per centorispetto un anno fa e nei primi undici mesi del 2023 il calo è del4,6 per cento. Lo studio di Confartigiano ha calcolato anche l’esposizione alla crisi di Suez dell’exportregionale italiano. LaSicilia, come noto, è meno interessata dalle rotte in transito sul Mar Rosso, ma comunque dovrà tutelare907 milioni di euro di esportazioni. Sono esposte e rischio maggioreLombardia(12.919 milioni di euro), seguita daEmilia-Romagna(9.371 milioni di euro),Veneto(5.752 milioni di euro),Toscana(4.743 milioni di euro). SeguonoPiemonte(4.148 milioni di euro) eFriuli-Venezia Giulia(2.004 milioni di euro).