Sindacati-imprese: ammortizzatori sociali e nuove regole

Sindacati-imprese: ammortizzatori sociali e nuove regole

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. To use ArchiveBot, drop by #archivebot on EFNet. To interact with ArchiveBot, you issue commands by typing it into the channel. Note you will need channel operator permissions in order to issue archiving jobs. The dashboard shows the sites being downloaded currently. There is a dashboard running for the archivebot process athttp://www.archivebot.com. ArchiveBot’s source code can be found athttps://github.com/ArchiveTeam/ArchiveBot. Le fabbriche non chiuderanno, ma potranno sospendere o ridurre l’attività. Controlli agli ingressi, obblighi di sanificazione e protezioni Ammortizzatori sociali in caso di
sospensione, reparti chiusi se non necessari alla produzione e
istruzioni per imprese e lavoratori. Sindacati e associazioni di
categorie, dopo quello che il premier Conte ha definito “un lungo
confronto”, hanno firmato un “protocollo di regolamentazione
delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del
virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”. Ecco che cosa prevede. Prima di tutto, “è possibile il
ricorso agli ammortizzatori sociali, con la conseguente riduzione o
sospensione dell’attività lavorativa al fine di permettere alle
imprese di tutti i settori di applicare” le misure del protocollo.
In sostanza, oltre a spingere per una riduzione dei turni e per lo
smart working, le aziende che decidano di fermarsi per ragioni
sanitarie saranno tutelate. I sindacati hanno ottenuto che le
indicazioni saranno verificate da un “Comitato per l’applicazione
e la verifica delle regole del protocollo”, costituito in ciascuna
azienda. Le imprese, afferma il decreto “potranno disporre la chiusura di tutti i reparti diversi dalla produzione” o ricorrere allo smart working. “Potranno” non pare essere un obbligo tassativo, come invece sembrava essere con la pubblicazione del Dpcm dell’11 marzo. Le imprese possono procedere alla “rimodulazione dei livelli produttivi”. I turni dei dipendenti devono essere modificati in modo da “diminuire al massimo i contatti e di creare gruppi autonomi, distinti e riconoscibili”. Sono sospese e annullate tutte le trasferte e i viaggi di lavoro, nazionali e internazionali, anche se già concordate o organizzate. L’azienda “assicura la pulizia
giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti,
delle postazioni di lavoro e delle aree comuni”, compresi
“tastiere, schermi touch, mouse”. “È obbligatorio che le
persone presenti adottino tutte le precauzioni igieniche, in
particolare per le mani”, con l’azienda che “mette a
disposizione idonei mezzi detergenti”. Qualora il lavoro imponga di
lavorare a distanza interpersonale minore di un metro e non siano
possibili altre soluzioni organizzative “è necessario l’uso
delle mascherine e di altri dispositivi di protezione”, come
“guanti, occhiali, tute, cuffie, camici”. L’accesso agli spazi
comuni, comprese le mense aziendali, le aree fumatori e gli
spogliatoi “è contingentato”. L’azienda è obbligata a informare
“chiunque entri in azienda” sulle misure adottate per contenere
il contagio. Tra le altre cose, dovranno essere affissi avvisi e
stampati depliant, anche se è la singola imprese a definire “le
modalità più idonee ed efficaci”. Il personale, prima
dell’accesso al luogo di lavoro “potrà essere sottoposto al
controllo della temperatura corporea”. “Potrà”. Quindi nessun
obbligo per le imprese, che però sono autorizzate a misurare la
temperature nel caso decidessero di farlo. Se il dipendente ha
febbre, “non sarà consentito l’accesso”. Ingresso vietato
anche a chi “abbia avuto contatti con soggetti risultati positivi
al Covid-19”. I lavoratori sono obbligati a rimanere in casa se
hanno febbre o altri sintomi influenzali. Nel caso in cui il lavoratore risulti
positivo, devono avvertire l’azienda. Oltre al suo isolamento, sarà
disposto anche quello dei colleghi con i quali ha avuto “contatti
stretti”. A definire cosa sia un “contatto stretto” saranno le
autorità sanitarie in base alle informazioni ricevute dalle imprese.
Durante questo periodo di “indagine”, “l’azienda potrà
chiedere agli eventuali possibili contatti stretti di lasciare
cautelativamente lo stabilimento” (ma sempre su indicazione delle
autorità sanitarie). Il protocollo fissa anche le regole per i fornitori esterni. Se possibile, gli autisti dei mezzi di trasporto devono rimanere a bordo e non è consentito loro l’ingresso agli uffici, “per nessun motivo”. Per le attività di carico e scarico (che non hanno vincoli perché la circolazione delle merci è libera) “il trasportatore dovrà attenersi alla rigorosa distanza di un metro”. Negli stabilimenti “va ridotto, per quanto possibile, l’accesso ai visitatori”, limitandosi ai casi di necessità, come pulizie e manutenzione. Leggianche–Nuova stretta della Regione: meno trasporti e limiti all’acquisto di merce Il protocollo “favorisce orari di ingresso/uscita scaglionati in modo da evitare il più possibile contatti nelle zone comuni”. Se possibile, “occorre dedicare una porta di entrata e una porta di uscita”. Gli spostamenti all’interno degli stabilimenti devono essere “limitati al minimo”. Non sono consentite le riunioni in presenza. Se “necessarie e urgenti”, dovrà essere “ridotta al minimo la partecipazione”. “Sospesi e annullati” tutti gli eventi interni e ogni attività di formazione in modalità in aula. La formazione potrà continuare online. In ogni caso, se il percorso non dovesse essere concluso, i lavoratori potranno continuare a svolgere la propria mansione. Una sorta di deroga formativa.