Start up femminili soprattutto al Sud. In Sicilia sono poche e rischiano di sparire

Lestart up femminilisono maggiormente concentrate alSud, dove laSiciliaperò non è protagonista. Le statiche relative al primo trimestre del 2023 diUnioncamereindicano la presenza di126 imprese innovative dirette da donne, sulle1.924 presenti in Italia. L’incidenza regionale è quindi il6,5 per cento. Fa meglio laCampania. Solo aNapolile start up femminili sono 110, aSalerno44, aCaserta36, adAvellino13. Per un’incidenza sul dato nazionale pari a circa il14 per centograzie all’attività registrata in cinque province rilevate da Unioncamere. “Il futuro non è roseo – spiega la professoressa Elita Schillaci, ordinario diImprenditorialità e Business Planningall’Università degli Studi di Catania– e i dati sulla presenza di start up femminili non andranno a migliorare in Sicilia per almeno due motivi. L’impatto delgender digital dividee l’assenza di donne in ruolo apicaliall’interno delmanagementaziendale”. Leggi anche –Startup e PMI innovative: prevale il settore ICT. Non male la Sicilia Catania è capoluogo dell’innovazione inSicilianon solo per le230start up presenti in provincia, ma anche per le45 start up gestite da donnecensite daUnioncamere. Palermo segue con30 realtàe a distanzaCaltanissettaeMessina, con15 start up femminili, sono pari numero la terza provincia per realtà innovative gestite da donne.Ragusa,Enna,Agrigento,Trapanifanno registrare i numeri più bassi. Otto nella provincia iblea, quattro nell’ennese e tre sole nel trapanese e nell’agrigentino. A Sud, con i dati censiti in sole cinque province, la Campania doppia la Sicilia.Napoli,Salerno,Caserta,BeneventoeAvellinoinsieme contano213 start up femminili. EsclusaNapoli, tutte le altre città mostrano gli stessi numeri diCataniaePalermo, e non si avvicinano a quelli diRagusa,Enna,AgrigentooTrapani. Questo accade perché sono presenti almeno 10 imprese femminili in ogni provincia della Campania secondo Unioncamere. Leggi anche –Sicilia paradosso dello sviluppo sostenibile. Più fondi Pnrr, meno interesse A novembre 2023Elita Schillaciha presentato inCinaun approfondimento dedicato allestart upgestiste dagiovanie dadonne. I due segmenti sembrano collegati da unadiminuzione allarmantedei numeri. “Sotto il profilo dei dati – ha dichiarato Schillaci – rileviamo una retrocessione dei valori che riguarda l’imprenditorialità giovanilee quellafemminile. Indieci anniè andatopersoil25 per cento delle start upgestite da giovani e oggi le imprese innovative al femminile sonosolo 1 una 7 in Italia. Tra le regioni che hanno fatto registrare le perdite più importanti ci sono Molise, Marche,Sicilia, Calabria e Abruzzo. Il dato di lungo periodo riguarda il triennio 2019-2021, dopo la pandemia – ha specificato la docente – e deve farci riflettere su quanto queste categorie imprenditoriali, giàfragili, abbiamo risentito di più delle difficoltà portate da quella fase storico-economica.Dobbiamo riflettere sulle motivazioni che non hanno reso possibile difendere questo patrimonio d’imprese“. La “fragilità” della start up rosa dipende da due elementi su cui, finoggi, si è intervenuto poco per favorire un’inversione di tendenza. “L’imprenditoria innovativa al femminile, già fragile, deve far i conti con ilgender digital divide(donne che non hanno accesso al lavoro informatico) e con lascarsa presenza di donne in ruoli managerialiche caratterizza la Sicilia – ha analizzato la professoressa Schillaci -. Pensando a questi due aspetti possiamo capire in maniera abbastanza semplice quanto sia miracoloso avere start up femminili in regioni come la Sicilia.Presto sarà necessario suonare un campanello d’allarme perché non scompaiano“