Le nuove imprese innovative sono “il più grande contributore netto della nuova occupazione in Italia, garantendo il 64 per cento dei nuovi impieghi, “. Ma nel 2022, dopo una crescita inarrestabile fin dalla loro istituzione nel 2012, l’Italia ha visto un calo consistente delle nuove startup innovative: la natalità scende del 10,6 per cento, con oltre diecimila nuove società in meno rispetto al 2021. Il dato viene da uno studio di Cerved, che sottolinea tra i principali motivi lo stato di incertezza derivante dalla situazione internazionale con la guerra in Ucraina, e soprattutto le sue conseguenze sugli aumenti dell’inflazione, dei tassi di interesse, oltre alle incertezze nelle catene di approvvigionamento.

Nuove start-up, Catania e Messina in forte calo
Per la Sicilia è da evidenziare invece il calo ben superiore alla media di Catania, dove le nuove startup sono 572, 111 in meno rispetto al 2022, un calo del 16,3 per cento. Male anche Messina, con 221 nuove startup, 37 in meno del 2021, ovvero il 14,3 per cento. Un calo del 10,8 per cento, in linea con la media nazionale, anche la natalità di Palermo, dove le nuove imprese innovative sono 831, 101 in meno del 2021. A livello geografico, si è assistito ad un calo più marcato nel Sud e nelle Isole (meno 13,2 per cento). Nel Mezzogiorno tutte le regioni mostrano valori peggiori di quello nazionale (meno 10,6 per cento), con la sola eccezione della Calabria (meno 9,5 per cento), dove però Reggio registra un calo di natalità pari al 16,9 per cento, con la sola Cagliari (meno 18,4 per cento) a segnalare una natalità peggiore rispetto alle altre grandi città italiane. Da segnalare al Sud c’è il trend in discesa delle Srl semplificate, che nelle regioni del Mezzogiorno rappresentano ancora una forma societaria che si riflette in modo tassi di natalità: sono il 49 per cento delle nuove startup del 2022 al Sud, il 47 per cento in Sicilia. A livello nazionale, il ricorso a tale forma societaria è infatti in continuo calo dal 2019, passando dal 46,9 per cento del totale nel 2018 al 39,6 per cento nel 2022.

Start-up fondamentali per creare nuovi impieghi
Nonostante una raccolta di finanziamenti record, a quota due miliardi, a livello nazionale nel 2022 sono solo 89.192 le nuove imprese, dato più basso dal 2016 (escludendo il 2020 anno della pandemia Covid-19). I cali più marcati sono stati registrati nei comparti utility (meno 28,9 per cento) ed aziende agricole (meno 22,3 per cento), dove lo shock energetico e il sostenuto aumento dei costi delle materie prime hanno rappresentato un deterrente all’entrata. Le costruzioni, spinte ancora dal Superbonus, registrano il calo minore (meno 5,8 per cento). Le startup restano però fondamentali come “motore della crescita economica”, con un contributo importante nel mercato del lavoro italiano. Cerved ha ricostruito come negli ultimi 15 anni le start-up (da 0 a 4 anni) hanno garantito un contributo positivo costante. Nel 2020 il saldo occupazionale delle start-up è largamente positivo, con 185 mila addetti. E ancora meglio si è fatto nel 2021: la net job creation dell’intero sistema di imprese è pari a 535 mila addetti, di questi 343 mila sono
garantiti dalle start-up, il 64 per cento del totale.