Gli importi degli stipendi in Italia hanno grandi differenze tra Nord e Sud. A Milano la retribuzione annua media di un lavoratore è di 36.952 euro lordi. A Ragusa è inferiore di un terzo, fermandosi a 24.129 euro. Tra questi due estremi ci sono gli stipendi di tutte le altre 105 province italiane. Numeri, riferito al 2022, che riportano a uno schema ben noto: al Nord si guadagna mediamente di più, circa il 14 per cento rispetto al Sud Italia. A livello provinciale non mancano però marcate differenze anche tra aree limitrofe, come si evince dai dati stati raccolti dal Geography Index 2023 di Job Pricing, che ogni anno restituisce le differenze retributive in Italia. Nel capoluogo lombardo, primo in Italia, la Retribuzione globale annua lorda (Rga) supera di oltre 8 mila euro quella di altre due province lombarde, Pavia e Sondrio, entrambe sotto quota 29 mila euro e oltre la posizione 50 nella classifica provinciale.
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In Sicilia Palermo è prima per stipendi lordi medi
La differenza si fa ancora più marcata nel Lazio, dove a Roma la retribuzione media raggiunge 33.472 euro (quarta in Italia), ma scende a poco più di 25 mila euro a Rieti, che si trova in posizione 103 sulle 107 suddivisioni amministrative di secondo livello in Italia. Si tratta di un pattern al quale non sfugge la Sicilia. Come detto, la posizione 107 su 107 in Italia è occupata proprio da Ragusa con 24.129 euro medi. Il libero consorzio di comuni ibleo, che solitamente spicca in Sicilia nelle classifiche riguardanti qualità della vita, e possiede la retribuzione pro-capite proveniente da lavoro dipendente media più alta della Sicilia è distante oltre 4 mila euro da quella del capoluogo Palermo, che con 28.629 euro medi ogni anni per lavoratori occupa la posizione numero 60 a livello nazionale. Tra le siciliane seguono poi Enna (27.737 €, posizione 73 su 107), Siracusa (27.729 €, posizione 74), Catania (27.221 €, posto 84), Trapani (27.020 €, 86esima provincia in Italia), Caltanissetta (26.873 €, 89esima in Italia), Messina (26.203 €, 99esima), e Agrigento dove la retribuzione lorda supera di soli 3 euro i 26 mila euro (posizione 101 in Italia).
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“Domanda e offerta” alla base delle differenze
I dati sono divisi per Regione nel report, e le differenze territoriali sono facilmente spiegabili partendo da un assunto di massima: “Tanto più una determinata professionalità è richiesta sul mercato e tanto più è scarsa, tanto più il suo prezzo (il salario) tende a crescere“. Questi sono i casi delle principali città, come Milano e Roma. Nel caso di Palermo, tra le città più fragili a livello socio-economico in Italia come dimostrato dai recenti dati sul Reddito di cittadinanza, il quadro è più complesso. Il Geography Index 2023 riporta una media territoriale, con livelli medi che crescono alla presenza di luoghi di lavoro con tanti dipendenti di enti pubblici o grandi apparati industriali. Così a Palermo, sede degli uffici regionali e delle principali sedi istituzionali in Sicilia, ma anche a Siracusa che può contare sul grande polo industriale del golfo di Augusta, e a Caltanissetta dove è presente il polo petrolchimico di Gela, mentre la piccola provincia di Enna può vantare il maggior gruppo della Grande distribuzione nell’Isola, Arena. La provincia di Ragusa, di contro, vede le “medie” più basse anche per la presenza di un mercato del lavoro “a basso valore aggiunto” nel settore agricolo.
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Come sono stati raccolti i dati
I dati sono stati raccolti dal Geography Index 2023 di Job Pricing, che si basa sulle rilevazioni per l’anno 2022 effettuate dal sito stipendiogiusto.it. Una raccolta dati che va avanti dal 2014. Il JobPricing del sito Web è stato “utilizzato da oltre un milione utenti”, e il database di profili retributivi è costituito “da oltre 600 mila osservazioni“, si legge sul report. Le classifiche sono state elaborate tenendo esclusivamente come riferimento la Retribuzione globale annua lorda (Rga), ottenuta dalla somma tra la Ral (Retribuzione fissa annua lorda) e la Retribuzione Variabile effettivamente percepita dai lavoratori. Per ottenere la retribuzione media di ogni provincia si è considerata la composizione di dirigenti, quadri, impiegati e operai all’interno della provincia stessa, ottenuta tramite l’elaborazione dei dati trimestrali sulle forze di lavoro.