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Superbonus, caos col nuovo stop. In Sicilia completato solo il 72% dei lavori

L'esecutivo blocca il meccanismo che permetteva di "monetizzare" le detrazioni. Il credito d'imposta resta, ma di fatto solo per chi ha redditi sufficienti. Deroghe per i cantieri già avviati, ma serve la Certificazione di inizio lavori. La protesta di associazioni e ordini

Stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito d’imposta per il Superbonus 110 per cento. Ma anche per gli altri interventi in materia di recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica, misure antisismiche, facciate, impianti fotovoltaici, colonnine di ricarica e barriere architettoniche. È quanto prevede il Decreto legge 11/2023 sugli incentivi fiscali legati all’edilizia, approvato ieri dal governo Meloni. Un testo che sta suscitando le critiche degli operatori del settore. “Uno Stato serio non si comporta così, cambiando le regole dall’oggi al domani”, dice a FocuSicilia Santo Cutrone, presidente regionale di Ance, Associazione nazionale costruttori edili. “Già con le vecchie regole era difficile negoziare i crediti fiscali. Con questo decreto, di fatto, diventa impossibile per legge”, aggiunge Pino Falzea, presidente dell’Ordine degli architetti di Messina e della Consulta regionale degli architetti. Secondo gli ultimi dati Enea, al 31 gennaio 2023 sono oltre 24 mila gli interventi di ristrutturazione attraverso il Superbonus asseverati in Sicilia, con una percentuale di completamento del 72 per cento e una spesa calcolata di circa 4,2 miliardi.

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Cosa prevede il nuovo Decreto legge

Nel mirino del Governo, si legge in una nota di palazzo Chigi, non ci sono i bonus edilizi in sé quanto piuttosto “la cessione del relativo credito, che ha potenzialità negative sull’incremento del debito pubblico”. Un concetto ribadito in conferenza stampa dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha stimato in circa 110 miliardi il valore dei crediti attualmente circolanti, “con un costo medio di duemila euro per ogni cittadino”. Con il nuovo decreto il credito d’imposta rimane, ma “non sarà più possibile optare per il cosiddetto sconto in fattura, né per la cessione”. Inoltre viene introdotto “il divieto per le pubbliche amministrazioni di essere cessionarie di crediti d’imposta”. Gli enti, insomma, non potranno più acquistare i crediti incagliati. Il decreto interviene infine sulla responsabilità penale “nei casi di accertata mancata sussistenza dei requisiti che danno diritto ai benefici fiscali”, escludendo il concorso di colpa “per il fornitore che ha applicato lo sconto e per i cessionari che hanno acquisito il credito”.

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I numeri del Superbonus in Sicilia

Secondo Enea, delle 24 mila ristrutturazioni asseverate in Sicilia circa 17 mila riguardano gli edifici unifamiliari, quattromila le abitazioni funzionalmente indipendenti e tremila i condomini. Come detto il totale degli investimenti ammessi a detrazione supera i quattro miliardi e 200 milioni di euro, con una spesa media di 605 mila euro per i condomini, 115 mila euro per gli edifici unifamiliari e 99 mila euro per le unità indipendenti. I lavori sono stati realizzati al 72 per cento, percentuale che scende al 67 per cento per i condomini. Per i lavori già avviati il Decreto legge prevede delle deroghe. Il meccanismo non si blocca nel caso in cui “risulti presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila)”, accompagnata “dalla delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione” nel caso dei condomini. In caso di demolizione e ricostruzione degli edifici basta “l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo”, mentre per gli interventi che non richiedono autorizzazioni l’unico requisito necessario è che “siano già iniziati i lavori”.

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Costruttori: centinaia di imprese a rischio

Non nasconde il disappunto Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia. “Questo intervento è una pura follia. In Sicilia centinaia di imprese rischiano il default, perché hanno i cassetti fiscali pieni di crediti ma non hanno la liquidità per andare avanti”. I bonus edilizi, ricorda il presidente dei costruttori, hanno una funzione economica ma anche di messa in sicurezza del territorio. “La misura punta a rilanciare l’edilizia, ma al contempo permette di rammendare il tessuto urbano italiano, che è molto fragile. Con i bonus sismici e con il 110 per cento si stava realizzando un operazione di consolidamento, che a questo punto rischia di essere interrotta”. Un’occasione sprecata per la Sicilia, sottolinea Cutrone. “Non dimentichiamo che siamo la terra del terremoto del Belice e di tante altre tragedie, anche in tempi recenti”. Il numero uno di Ance rivolge un appello alle banche, “sperando che riescano a onorare almeno una parte di questi crediti, perché altrimenti si rischia una catastrofe economica e sociale”.

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Architetti: serve un Testo unico sulle detrazioni

A evidenziare “l’iniquità” del decreto anche Pino Falzea, presidente della Consulta regionale degli architetti. “Di fatto la misura privilegia i ricchi, che potranno continuare a utilizzare il credito d’imposta sui propri redditi, mente coloro che guadagnano meno sono esclusi con il blocco della cessione”. Per Falzea il Superbonus non era una misura perfetta, ma meritava degli aggiustamenti specifici. “L’idea fatta passare con il governo Conte di ristrutturare gratis la casa era sicuramente sbagliata, perché lo Stato non ha queste risorse, ma ciò non significa che si debba buttare il bambino con l’acqua sporca”. Quanto al tavolo del 20 febbraio con il Governo, conclude il presidente, al momento non ci sono certezze. “La proposta della nostra categoria continua a essere quella di un Testo unico sulle detrazioni fiscali, che regoli la materia e permetta di usufruire delle misure in modo ordinato e sostenibile per le casse dello Stato”.

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Valerio Musumeci
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci (Catania, 1992), è giornalista e scrittore. Nel 2015 ha esordito con il pamphlet storico-politico "Cornutissima semmai. Controcanto della Sicilia buttanissima", Circolo Poudhron, con prefazione della scrittrice Vania Lucia Gaito, inserito nella bibliografia del laboratorio “Paesaggi delle mafie” dell'Università degli Studi di Catania. Nel 2017, per lo stesso editore, ha curato un saggio sul berlusconismo all'interno del volume "L'Italia tradita. Storia del Belpaese dal miracolo al declino", con prefazione dell'economista Nino Galloni. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Agata rubata", Bonfirraro Editore.

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