L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un’indagine sui prezzi di generi alimentari di prima necessità, detergenti, disinfettanti e guanti. L’obiettivo è “individuare eventuali fenomeni di sfruttamento dell’emergenza sanitaria”. Si tratta ancora di fase “preistruttoria”: l’Agcm ha inviato richieste di informazioni a numerosi operatori della grande distribuzione, compresi alcuni che hanno punti vendita o ramificazioni societari in Sicilia, come Conad Sicilia, Arena srl e Sisa Sicilia. L’elenco include anche Carrefour Italia, MD, Lidl, Eurospin SpA, altre cooperative Conad, alcune cooperative e master franchisor Coop e diversi centri di distribuzione aderenti a Sisa, Sigma e Crai.
Aumenti sospetti nelle “zone rosse”
Le richieste di informazioni riguardano oltre 3800 punti vendita, soprattutto dell’Italia centrale e meridionale, pari a circa l’85 per cento del totale censito da Nielsen nelle province interessate. Nello specifico, dalle analisi preliminari svolte dall’Autorità sui dati Istat sono emersi, a marzo 2020, per i prodotti alimentari, aumenti dei prezzi rispetto a quelli correnti nei mesi precedenti. Ma con delle differenze a livello provinciale. I maggiori aumenti si riscontrano in aree non interessate da “zone rosse” o da misure rafforzate di contenimento della mobilità.
“Non esclusi fenomeni speculativi”
L’Autorità ha ritenuto di non poter escludere che tali maggiori aumenti siano dovuti anche a fenomeni speculativi. Infatti, non tutti gli aumenti osservati appaiono immediatamente riconducibili a motivazioni di ordine strutturale, come il maggior peso degli acquisti nei negozi di vicinato, la minore concorrenza tra punti vendita a causa delle limitazioni alla mobilità dei consumatori, le tensioni a livello di offerta causate dal forte aumento della domanda di alcuni beni durante il lockdown e dalle limitazioni alla produzione e ai trasporti indotte dalle misure di contenimento dell’epidemia.