Tagli al Pnrr, Pd Sicilia: persi 1,5 miliardi. Schifani: “Dati errati e raffazzonati”

Sui “tagli” ai fondi delPnrrè scontro tra ilPde il presidente dellaRegione sicilianaRenato Schifani. Sul tavolo, larevisionedel Piano nazionale di ripresa e resilienza decisa dalgoverno Meloni, che a detta del Pd regionale comporta uno “scippo gravissimo” nei confronti della Sicilia. “I tagli valgono in Sicilia quasi un miliardo e mezzo di euro”, scrive il capogruppo demMichele Catanzaro. “La quasi totalità – 1,3 miliardi – verrebbe tolta a Comuni e città metropolitane. Si tratta di risorse che in larga parte coprono lavori eprogetti già appaltatiche rischiano di non vedere mai la luce”. A essere in pericolo, in particolare, “i Piani di rigenerazione urbana, efficienza energetica, i Piani urbani integrati delle città”. In serata la risposta diSchifani. “I dati diffusi dal Pd regionale sono decisamente errati, se non raffazzonati. Espressione disterile polemicadeterminata, peraltro, da chi ha avuto la responsabilità di concepire un Pnrr che ha imposto al Governo centrale alcuniaggiustamentiper non perderefinanziamenti irrealizzabilientro il 2026″. Le stime del Partito democratico sono frutto di unmonitoraggio sul Pnrr, “per supplire proprio alle carenze informative sui fondi da parte della Regione”. Nel dettaglio, ammonterebbero aun miliardo e 466 milionile risorse tolte alla Sicilia a causa della revisione. La Città metropolitana diCataniaperderebbe 369 milioni di euro, quella diPalermo359 milioni e quella diMessina274 milioni. Quanto allealtre province, la più sacrificata sarebbeAgrigento(95 milioni di tagli), seguita daSiracusa(92 milioni), Ragusa (80 milioni),Trapani(75 milioni),Caltanissetta(62 milioni). In fondo alla classificaEnnacon “soli” 39 milioni”. “Questo attesta l’inadeguatezza e l’assoluta impreparazione del governo regionale. Abbiamo lanciato l’allarme in tempi non sospetti proprio perché ci attendevamo unareazione, anche minima, in difesa degli interessi della Sicilia che purtroppo non è arrivata”, scrive il segretario regionale del PdAnthony Barbagallo. Netta, come detto, la replica di Schifani. “Come precisato dal governo nazionale,nessun investimento programmato in Sicilia verrà perdutoma ne sarà solo cambiata la fonte finanziaria ove accertata l’impossibilità di realizzazioneentro il 2026“. Gli investimenti del Pnrr in Sicilia “sono tutti insicurezza, anzi in taluni casi le misure finanziarie risultano complessivamenteincrementate“. Schifani fornisce alcuni dettagli, in particolare sulsistema ferroviario. “A fronte di undefinanziamentorichiesto dalla stessaRfial governo centrale, per l’impossibilità di assicurare la realizzazione entro il 2026, dei lottiCaltanissetta Xirbi – Lercara(470 milioni di euro) edEnna Caltanissetta-Xirbi(317 milioni) per un totale di 787 milioni di euro, sono stati inseriti tre lotti che riguardano la velocizzazione dellatratta storica Palermo-Catania(70 milioni), dellaDittaino-Enna(187 milioni) e dellaCatenanuova-Dittaino(255 milioni) con un’assegnazione di 512 milioni di euro come copertura dimaggiori costiper interventi in corso”. “È stato invece concordato che i due lottiCaltanissetta Xirbi-Lercara(47,1 chilometri) edEnna-Caltanissetta Xirbi(26,7 chilometri) dellaPalermo-Cataniarientrino nel Contratto di servizio tra Rfi e Stato”, prosegue Schifani. Complessivamente, ribadisce il presidente, “glistanziamentinel settore ferroviario in favore della Sicilia si accrescono piuttosto che diminuire come sostiene sbrigativamente il Pd”. Il governatore ha affrontato anche il tema delle risorse per la valorizzazione deibeni confiscati. Queste ultime “saranno coperte con ilFondo sviluppo e coesione. Analoga situazione per i 20 milioni di euro destinati allamobilità ciclisticae per la rimodulazione nelsettore sanitariocon spostamento di alcuni progetti dal Pnrr alle risorse nazionali ex articolo 20 della legge numero 67/1988 (edilizia sanitaria)”. Diversa la questione delleassegnazionia Comuni e Province, “che non ha visto coinvolta la Regione”. Alla base della revisione del Governo nazionale, ricordano da palazzo d’Orléans, ci sarebbe un motivo tecnico. Ovvero “assicurare l’efficaceattuazione degli interventie l’integrale utilizzo delle risorseentro il 2026. Nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica e delle obbligazioni assunte nei confronti dei soggetti attuatori. Ma anche deglioperatori economicianche utilizzando, a tal fine,spazi finanziari disponibili“. Una visione ben diversa da quella data dalle opposizioni, osserva Schifani. “Unalettura attenta e non faziosadelle rimodulazione del Pnrr e degliimpegni concordatitra il governo Meloni e il mio governo conduce quindi a conclusioni opposte rispetto a quelle troppo frettolosamente assemblate. Comprendo la disperazione del Pd siciliano, dato dai recenti sondaggi ai minimi storici, ma non è con le gambe corte delle bugie che si recupera terreno”, conclude il presidente della Regione.