Tante case, pochi alberi. In Sicilia vince il cemento, Catania perde verde

Tantecase, pochialberi: inSiciliasi costruisce tanto ma si pensa poco al verde per i cittadini. In qualche caso, addirittura,lo si perde. Come aCatania. Qui la percentuale di verde pubblicofruibilenon solo non è cresciuta nell’arco di dieci anni, maè scesa di quasi un punto percentuale. L’analisi effettuata daOpenpolissu datiIstatnon lascia spazio a dubbi e si riferisce aparchi urbani, giardini scolastici,verdeattrezzato, orti urbani e aree sportive all’aperto. I Comuni capoluogo dell’Isola non sonoquasi mai green. Fa eccezione soloCaltanissetta, dove il verde pubblico è cresciuto di 135 mila metri quadrati tra il 2011 e il 2021. In rapporto al territorio comunale, corrisponde aoltre il 33 per cento. Negli altri casi non si va oltrel’otto per centodi Palermo (circa 550 mila nuovi metri quadri) o il sei diMessina(600 mila metri quadri in più).SiracusaedEnnaoscillano intorno al 2,9 percento, Agrigento supera di poco l’uno per cento.RagusaeTrapanihanno conquistato solo pochi decimali. Leggi anche –Case abusive, dove vanno a finire? Semplice: restano al loro posto Lacementificazionequindi continua a fare il suo corso e prevale sul verde. Così, ilprimatoper i nuovifabbricativa aCaltanissetta, che è cresciuta di quasi iltre per centodopo il 2005. È ilprimo capoluogodella Sicilia per edifici residenziali. Un’ombra sulla città nissena, compensata solo idealmente dalla notevole crescita di aree verdi in dieci anni.L’espansioneedilizia dopo il 2005, calcolata rispetto al decennio precedente, vede poiRagusa(l’indice di crescita è del 2,59 per cento),Trapani(2,6 per cento),Enna(2,32 per cento) eSiracusa(2,21 per cento). La media regionale è dell’1,95 per cento. Si tengono al di sotto soloMessinacon l’1,61 per cento,Agrigento(1,28 per cento),Catania(0,56 per cento) ePalermo(0,39 per cento). Catania quindi non sembra avere una particolare espansione dal punto di vista dell’edilizia, anche se ha consumatomolto suoloin rapporto all’estensione del territorio. È inoltrel’unico capoluogo italianodoveil verde pubblico è diminuito, mentre in altre sette è rimasto invariato: sono Foggia, Oristano, Aosta, Teramo, Caserta, Reggio Calabria e Chieti. Leggi anche –Sanatoria edilizia: servono 190 anni per esitare tutte le domande Ilconsumo di suoloè dovuto proprio all’invasione del cemento che non è compensato dalla creazione di nuovo verde. SecondoArpa Sicilia, nell’Isola, nel 2021, sono stati coperti artificialmente487 ettari di terreno. La Sicilia è lasettimatra le regioni d’Italia per consumo di suolo. Il fenomeno assume toni più gravi quando avviene nelle vicinanze deifiumi, perché si impermeabilizza il suolo impedendo il deflusso naturale delle acque. “Il consumo di suolo annuale in ettari (2020-2021) – scrive Arpa – in aree a pericolosità idraulica, a livello nazionale, mostra come 991,9 ettari sono stati ‘artificializzati‘ in aree a pericolosità idraulica media, di cui 501,9 in Emilia-Romagna, 74,3 in Veneto, 69,1 in Piemonte e 32,8 in Sicilia”. Fiumi a parte,Ragusaè la prima provincia, con 97 ettari, ad aver consumato più suolo, seguita daPalermoedEnnaentrambe con 66 ettari. “A livello comunale, alquintoposto fra le città italiane con la maggiore quantità di territoriotrasformatoin un anno, la prima città siciliana èCatania(+34,62 ettari) con un valore pressoché stabile rispetto all’anno precedente, seguita daModica(+ 24,2 ettari) eCarini(+19,93 ettari)”, evidenzia Arpa.