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Taormina in dissesto: debito da 18 milioni. Le spiegazioni del sindaco

Troppi debiti, anche fuori bilancio, un Piano di riequilibrio insostenibile e non ben quantificato hanno portato il Comune all'inevitabile default. Entro 30 giorni l'ufficialità

Mario Bolognari, il primo cittadino della città di Taormina, fiore all’occhiello del turismo siciliano, non usa mezzi termini e annuncia che entro 30 giorni non potrà fare altro che dichiarare il dissesto. Per farlo usa uno dei mezzi più diretti e immediati: un video, pochi giorni fa, che pubblica sulla pagina social del Comune. Si rivolge direttamente ai suoi concittadini per dare quello che definisce un “annuncio importante e non bello”. Il dissesto, spiega il sindaco è una conseguenza che “deriva da un lungo procedimento iniziato nel mese di febbraio 2018 quando fu approvato, dal consiglio Comunale, un piano di riequilibrio per il pagamento dei debiti che si erano accumulati nel tempo e che si riferivano a lunghe e antiche vicende di contenzioso con privati, aziende che avanzavano dei soldi da parte del Comune”.

Tempi di analisi lunghi

L’esame del Piano da parte del Ministero sarebbe arrivato solo due anni dopo però, nel 2020, e si tratterebbe, stando a quando racconta il primo cittadino, di una valutazione negativa. Inviata alla Corte dei Conti di Palermo, questa si pronuncia negativamente sul Piano nel maggio 2021. Il realtà quest’ultimo Piano sarebbe solo l’ultimo tassello perché il primo Piano di rientro dai debiti, poi “ritenuti superati perché insufficienti dalla precedenti amministrazioni”, dice il sindaco, risale al lontano 2013. La strada nefasta dei conti della città è dunque molto vecchia e si conclude il tre luglio con l’arrivo delle motivazioni della Corte dei Conti nell’annunciare la dichiarazione di dissesto.

Il perché del dissesto

Quattro le questioni alla base. Al primo punto, legge Bolognari dai documenti della Corte dei Conti “mancano gli atti transattivi cioè di adesione da parte coloro i quali avanzano dei soldi dal Comune. Sia per quanto riguarda la quantificazione totale del loro avere, sia per quanto riguarda la eventuale rateizzazione nel tempo di questi crediti”. Un vizio iniziale considerato “insuperabile”. Al secondo punto si evidenzia che, rispetto alla quantificazione del debito, “sono sorte delle nuove passività, non perché sono sopraggiunti nuovi debiti ma perché si sono scoperti”.

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Debiti fuori bilancio e mutui insostenibili

Il terzo motivo è legato all’insostenibilità delle modalità di ripianamento del debito. “Dei 18 milioni dichiarati di debiti, ben 11 dovevano essere coperti con un mutuo da contrarre con la Cassa depositi e prestiti, ma la Corte di dice che non un tale mutuo non può coprire spese correnti perché c’è un divieto costituzionale”. Il quarto e ultimo rilievo fondamentale per l’inapplicabilità del Piano di rientro presentato dal comune di Taormina e dunque della sua bocciatura da parte della Corte dei conti di Palermo riguarda l’incerta “quantificazione dell’indebitamento con le Partecipate, in particolare con il Consorzio della rete fognante e con l’Azienda servizi municipalizzati”.

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La difesa del sindaco

Secondo quanto afferma il primo cittadino, la sua amministrazione non ha rimodulato ancora una volta il piano entro cinque mesi dal suo insediamento, come legge prevede, perché “non esistevano i presupposti per la rimodulazione di un piano che avrebbe dovuto gonfiare ulteriormente l’indebitamento”. Non solo. “Per continuità” con la precedente amministrazione, seppure diversa, è stato difeso quel piano invece che ritirarlo e dichiarare subito il dissesto. Adesso non c’è più nulla da fare se non accertare il dissesto. Un caro prezzo che però, spiega il sindaco, non comporterà molti cambiamenti per i cittadini. Le aliquote ad esempio, erano già al massimo da tempo. Anche il personale non deve avere di che preoccuparsi perché piuttosto che essere in esubero “è molto al di sotto dello standard”. Una commissione straordinaria di liquidazione si occuperà di tutti i debiti maturati fino al 31 dicembre 2020.

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Desirée Miranda
Desirée Miranda
Nata a Palermo, sono cresciuta a Catania dove vivo da oltre trent'anni. Qui mi sono laureata in Scienze per la comunicazione internazionale. Mi piace raccontare la città e la Sicilia ed è anche per questo che ho deciso di fare la giornalista. In oltre dieci anni di attività ho scritto per la carta stampata, il web e la radio. Se volete farmi felice datemi un dolcino alla ricotta

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