Tentata rapina a Unicredit a Catania. Fabi: banche sottovalutano il pericolo

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Fabi Siciliarilancia l’allarme sulla sicurezza delle banche, partendo dall’ultimo caso di cronaca, avvenuto nelle scorse ore aCatania.Secondo la Federazione autonoma dei bancari un rapinatore a volto scoperto si è introdotto nei locali dellafiliale Unicredit di viale Ruggero di Lauriacon una pistola in pugno, minacciando i presenti. Il malvivente avrebbe poi chiesto ad un impiegato di consegnargli isoldi contenuti nella cassaforteche, però, essendo temporizzata, avrebbe richiesto del tempo per essere accessibile. Intanto qualcuno è riuscito a dare l’allarme e sono giunti sul posto gliagenti della Polizia di Statoche sono riusciti ad arrestare l’uomo che si è convinto ad uscire dai locali. “È incredibile”, affermanoGabriele UrzieAndrea Corviseri,dirigenti nazionali Fabi e rispettivamente Segretari Provinciali Fabi di Palermo e Catania, “la facilità con la quale ormai qualsiasi malintenzionato si possa introdurre nei locali di una bancasenza alcun controlloe senza che nessuno intervenga prima che metta a segno i propri disegni criminosi. L’arma si è per fortuna rivelata un’imitazione ma cosa sarebbe potuto succedere se fosse stata vera? A volte peraltro questirapinatori solitari e ‘non professionisti’sono i più pericolosi e non pianificano i colpi ma si avventurano con conseguenze non prevedibili.  Le undici rapine tentate o compiute nel 2023 in Sicilia non hanno insegnato nulla come anche isei assalti ai bancomat compiuti sempre nell’anno passato. “Sono fatti gravissimi che le banche sottovalutano”, continuano Urzì e Corviseri. “Occorrono massicci investimenti in sicurezza prima che accada qualcosa di veramente grave, ed è indispensabileripristinare la guardiania armatache costituisce il deterrente più efficace contro i malintenzionati e ricollocare i metal detector, sacrificati sull’altare dei nuovi ‘layout’ di filiale e ritenuti ‘fastidiosi’ per l’utenza. Non si può fare affidamento soltanto sull’eccellente lavoro di Polizia e Carabinieri a cui va tutta la nostra riconoscenza, ma occorre che lebanche aumentino la prevenzioneche non può basarsi soltanto sugli impianti di videoregistrazione e videosorveglianza o su altriapprestamenti tecnologici di sicurezzache, come risulta evidente, non servono a nulla nella fase che precede il colpo ma, semmai, soltanto successivamente per cercare diindividuare i responsabili“. “Tutto ciò è ancora più grave tenuto conto che le banche hanno le risorse economiche peraumentare massicciamente gli investimenti in sicurezza,magari diminuendo le stratosferiche remunerazioni deltop management“, concludono i dirigenti. “Ormai dipendenti e clienti non si sentono più al sicuro quando entrano in una agenzia. Per fortuna i colleghi hanno dimostratocalma e sangue freddoe si sono evitati danni a cose e soprattutto a persone. Manon si può fare affidamento sempre sulla fortuna”.