Terzo mandato, in Sicilia interessato il 66% dei cittadini. Anci: serve una legge

Terzo mandato, in Sicilia interessato il 66% dei cittadini. Anci: serve una legge

Nienteterzo mandato consecutivoper i sindaci deiComuni sopra i 15 mila abitanti– che in Sicilia “ospitano” il 66 per cento della popolazione – e per ipresidenti di Regionecon due legislature alle spalle. Lo ha deciso laCommissione affari costituzionali del Senato,che nei giorni scorsi ha bocciato alcuni emendamenti in materia, provocando uno strappo nellamaggioranzache sostiene ilgoverno Meloni.Sono contrari al terzo mandato Fratelli d’Italia e Forza Italia. È favorevole la Lega, che aveva presentato dueemendamenti sul tema.Quello sul terzo mandato dei governatori è stato bocciato in Commissione. Quello sul terzo mandato deisindaci dei grandi Comuniinvece è stato ritirato, dopo che il Governo aveva dato parere negativo. Un’occasione persa,dice aFocuSiciliailsegretario di Anci Sicilia Mario Alvano.“Non si capisce perché la giusta eliminazione del vincolo per i Comuni fino a 15 mila abitanti non debba valere anche per le città più grandi, che hanno bisogno dipiù tempo perché si possa dispiegare un’azione amministrativa“. Leggi anche –Rinnovo Province, riforma bocciata. Ipotesi di elezioni di secondo livello Secondo i dati dell’Anci,su quasiottomila Comunipresenti in Italia “soltanto730 superano i 15 mila abitanti“. Per quanto riguarda la Sicilia, stando alcensimento generale della popolazioneeffettuato da Istat nel 2011, sono 66 i centri che superano la soglia che esclude il terzo mandato consecutivo per i primi cittadini, su un totale di 391. Vi abitanopiù di 3,3 milioni di persone, su cinque milioni di popolazionecomplessiva dell’Isola (66 per cento). Oltre ai nove capoluoghi, l’ex provinciache ne ospita di più èCatania(18), seguita daSiracusa(otto),Palermo(sette),Agrigento(sette),Ragusa(sei),Trapani(cinque),Caltanissetta(tre),Messina(due) edEnna(uno). Le nuove norme sul terzo mandato, con o senza l’allargamento ai Comuni sopra i 15 mila abitanti,non saranno applicabili da subitonell’Isola. “In virtù della nostra autonomia speciale, come nel caso di altre materie, serve unalegge di recepimentoda parte dell’Assemblea regionale siciliana”, ricorda Alvano. Insomma servirà ancora tempo perché entri in vigore. Leggi anche –Elezioni, migliaia di siciliani fuori sede esclusi. “Rimborsi insufficienti” Nel dettaglio, la discussione ruota intorno alDecreto legge 7/2024,contenente “Disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali dell’anno 2024”. Il testo approvato dal Governo “innalza dadue a tre mandatiil limite di permanenza del sindaco dei comuni che hanno tra i cinquemila e i 15 mila abitanti, ed elimina ogni limite di mandato per quelli sotto i cinquemila abitanti”. Per quanto riguarda iComuni più grandi“rimane ferma la disciplina”. Il sindaco restadunqueimpedito a candidarsiper la terza volta consecutiva, a meno che “uno dei due mandati precedenti abbia avutodurata inferiore a due anni, sei mesi e un giorno“. Nessuna cambiamento per i governatori, per i quali rimane un limite di due mandati. Al prossimo “giro”non potranno riproporsiLuca Zaia(governatore del Veneto, Lega),Massimiliano Fedriga(Friuli Venezia-Giulia, Lega)Luciano Fontana(Lombardia, Lega),Giovanni Toti(Liguria, Noi Moderati),Stefano Bonaccini(Emilia Romagna, Partito democratico),Vincenzo De Luca(Campania, Pd) eMichele Emiliano(Puglia, Pd). Leggi anche –Rinnovo province, ‘incognita’ indennità: i tecnici chiedono di precisare Alcune modifiche, come detto, sono state tentate durante l’iter diconversione della legge,ma non hanno superato il vaglio dellaCommissione affari costituzionalidel Senato. La questione va al di là dello scontro politico. Secondo l‘Associazione nazionale comuni italiani,“la partita sul terzo mandato per tutti i Comuni non si chiude qui”. Per Anci “i diritti degli elettori di 730 Comuni italiani sono finitiostaggi di uno scontro di Palazzo“, situazione che configura “una vera discriminazione: ingiusta, incomprensibile eprobabilmente incostituzionale,visto che altera la parità fra i cittadini. Sia per quanto riguarda l’elettorato attivo che l’elettorato passivo”. A intestarsi la battaglia, in particolare, è il presidenteAntonio Decaro, sindaco di Bari al secondo mandato,che bolla come “irragionevole” il limite sopra i 15 mila abitanti. “Riteniamo che ci siano le condizioni per sollevare una questione dilegittimità costituzionale“. Valutazioni condivise dai vertici diAnci Sicilia. Leggi anche –‘Nuove’ Province: tornano i politici, spesa di 11 milioni di euro l’anno “Il terzo mandato, più che una rendita di posizione, è lamanifestazione della fiduciadei cittadini nei confronti delsindaco che ha ben operato,portando a casa risultati amministrativi”, dice il segretario Mario Alvano. Il numero due diAnci Siciliasottolinea che “l’ultima parola spetterebbe comunque agli elettori con il voto”, e che non ha senso escludere iComuni più grandidalla norma perché “più cresce l’ampiezza demografica,meno possibilità ci sono di dinamiche dubbie”. Per Alvano i sindaci delle grandi città hannopiù oneri che onori.“Chi amministra si assumeenormi responsabilità,spesso è raggiunto da avvisi di garanzia per il solo fatto di aver svolto il proprio lavoro, con vicende giudiziarie che si trascinano per anni”. Ilterzo mandato,dunque, non rappresenterebbe un privilegio, ma la possibilità per i sindaci di svolgere al meglio l’azione amministrativa. “Speriamo che si possa arrivare a questo risultato, anche nella prospettiva dispesa delle risorse europee, che richiedeamministrazioni stabili ed efficienti“.