Thomas Cook, “In Sicilia danni per decine di milioni”
Con un effetto domino, ilfallimento
di Thomas Cook, tour operator britannico con 178 anni di storia,
rischia di abbattersi anche nell’isola come un terremoto. Sono
numerosi, infatti, gli accordi di collaborazione stretti nel tempo
con resort, alberghi e numerose strutture ricettive siciliane. Che
ora temono ingenti perdite, tra mancati pagamenti e prenotazioni
cancellate. “Thomas Cook rappresentava uno degli
operatori di punta anche per il mercato palermitano”, spiega a
FocuSicilia il presidente di Federalberghi Palermo, Nicola Farruggio,
per il quale questa vicenda ha danneggiato numerose strutture:
“Soltanto in città e in provincia possiamo immaginare a un giro di
affari di alcune decine di migliaia di presenze. Con il saldo dei
pagamenti a circa 60-90 giorni, infine, non è difficile ipotizzare
che i danni possano ammontare anche a diverse decine di milioni di
euro in Sicilia”. Il presidente nazionale di Federalberghi, Bernabò Boccia, ha parlato di un “rischio tsunami”, con imprese che vantano crediti per centinaia di migliaia di euro. Soltanto nei prossimi giorni sarà possibile ottenere un quadro più preciso. Perché l’operatore turistico britannico, messo in liquidazione per insolvenza dopo che il governo di Boris Johnson ha bocciato le operazioni da 150 milioni di sterline per il suo salvataggio, gestiva un flusso notevole di presenze in Sicilia. Diverse centinaia di migliaia a stagione, è la stima di Federalberghi, con picchi elevati in alcune località come Cefalù, e grandi concentrazioni anche in altre località come Marina di Ragusa, tra le destinazioni più ricercate nell’Isola. Leggi anche–Bankitalia: turismo in calo nel secondo trimestre 2019 L’improvviso caos finanziario della
società, in un primo momento, ha arrecato disagi a circa 600 mila
turisti in tutti il mondo che si erano affidati ai pacchetti del noto
tour operator. Un’emergenza subito fronteggiata dal governo
inglese, che ha annunciato di voler coprire i costi di rimpatrio dei
clienti. Ma nulla ancora è stato fatto per le aziende colpite dal
fallimento del tour operator. Riferendosi al drammatico tracollo
finanziario, il presidente di Federalberghi Sicilia Nico Torrisi ha
evocato “l’apertura di scenari molto gravi per le ricadute sul
turismo siciliano. Si conferma, ancora una volta, che la direttiva
europea sui pacchetti di viaggio è una norma lacunosa, che non tiene
conto del ruolo delle imprese turistico ricettive. Ed è nostro
dovere chiedere a gran voce al governo italiano una forte presa di
posizione per garantire le tante imprese siciliane che hanno erogato
servizi di qualità ai turisti e che ora si trovano in una situazione
di estrema incertezza sui futuri pagamenti”. Federalberghi si è subito attivata per
chiedere alle istituzioni di intervenire con urgenza presso le
autorità inglesi e degli altri Paesi, in cui operano le altre
società del gruppo di Thomas Cook, per tutelare la posizione delle
imprese italiane. Federalberghi, inoltre, ha immediatamente
contattato Hotrec, l’organizzazione europea degli albergatori, e le
consorelle degli altri Paesi, per organizzare il confronto con il
liquidatore e coordinare l’azione legale che si renderà
probabilmente necessaria presso i tribunali inglesi. Ma i tempi
saranno lunghi, l’esito a dir poco incerto, e nel frattempo molte
aziende italiane patiranno le gravi conseguenze di quanto accaduto.
Non sono da escludere strascichi anche per la prossima stagione.
Nonostante l’elevato potenziale turistico nell’isola, con la
scomparsa di Thomas Cook dal mercato, infatti, sarà difficile
immaginare che un unico soggetto possa immediatamente raccogliere il
suo testimone.