Torna il Reddito di libertà in Sicilia. Ma a fondi dimezzati: da 50 a sole 24 donne

Nei giorni dell’emergenza per la fine del Reddito di cittadinanza, in Sicilia torna ilReddito di libertà. Si tratta di un fondo speciale, istituito daInps, per dare un aiuto concreto alle donne vittima di violenza.Non è la prima voltache questo viene attuato in Sicilia: nel 2021 al primo “lancio” del contributo, la Regione siciliana lo aveva disposto con un finanziamento da 500 mila euro, ovvero perun massimo di 50 donneconsiderando uncontributo massimo da 10 mila europer ogni donna. Oggi lo stesso contributo, che si può richiedere a sportello, riparte ma con fondipari a solo 236 mila euro. I nuovi fondi basteranno quindi per finanziare la ricerca dell’indipendenza economica di 23 o 24 donne siciliane, considerando il contributo massimo erogabile. Tutta la procedura passa attraverso i Comuni, e il contributo potrà essere usato anche comecontributo per il pagamento del canone di affitto di una abitazione o di una sede lavorativa. Leggi anche –Bonus affitti in Sicilia, il bando (forse) entro Ferragosto. I dubbi del Sunia L’avviso per il finanziamento del reddito di libertà,erogato “a sportello”, rivolto alle donne vittime di violenza e ai loro figli, al fine di favorire l’affrancamento dalla situazione di violenza e favorirne l’indipendenza economica, l’occupabilità o la creazione di un’attività di impresa, è stato pubblicato dall’assessorato regionale della Famiglia e politiche sociali ha pubblicato. I236.063 euro del fondosono disponibili fino a esaurimento, esono destinati ai Comuniche, in sinergia con icentri antiviolenzao con lestrutture di accoglienzaa indirizzo segreto iscritte all’albo regionale, vogliono avviare un progetto personalizzato in favore delle donne vittime di abusi e maltrattamenti, anche con figli minori o disabili. Tra le spese ammissibili ilcontributo al pagamento del canone di affittoper abitazione o attività lavorativa, l’acquisto di attrezzature, arredi, materie prime, le spese di attivazione delle utenze, le polizze assicurative, le licenze, i permessi, le autorizzazioni, apertura e tenuta di un conto corrente dedicato bancario/postale. Potrà essere richiesto un contributo annuo non superiore a 10 mila euro per ciascuna donna.L’istanza, firmata dal legale rappresentante del Comune richiedente, dovrà essere trasmessa in formato file pdf, esclusivamente tramite invio con posta certificata all‘indirizzo pec del dipartimento regionale alla Famigliadal prossimo 15 settembre e non oltre il 31 ottobre 2023. “Abbiamo rifinanziato una misura che aiuterà, come è successo in passato, alcune donne colpite da minacce o violenze acambiare vita e intraprendere la strada del riscatto. Il reddito di libertà va inteso come un sostegno destinato alla donna che intenda, con un atteggiamento resiliente, riprendere in mano la propria vita e quella dei propri figli, per ricominciare in una condizione diversa, affrancata dalla violenza subita – dichiara l’assessora regionale alle Politiche sociali, Nuccia Albano– Si tratta soltanto di unaparte di un progettoche mira a sostenere le donnevittime di violenza,in condizione di povertà, in un percorso di indipendenza economica, di autonomia e di emancipazione, ciò attraverso la destinazione, per un determinato periodo, di una fonte di reddito stabile”.