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Tra petrolchimico e depuratore, in Sicilia devi scegliere tra la salute e il lavoro

In Sicilia ilavoratorisono costretti a scegliere – ancora – trasalute e lavoro: e la vicenda del depuratore diPriolo Gargallo– per il quale ilTribunale di Romaha confermato il divieto di prosecuzione dell’attività di conferimento da parte delle industrie del petrolchimico, disposto dalgip di Siracusa– sembra essere l’ennesima conferma. La notizia hasuscitato diverse reazioni.Per il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, la decisione “rischia di vanificare l’azione di governo atutela dell’interesse generale“. A rischio c’è “il diritto al lavoro di migliaia di persone”, per via di decisioni che “per colpire ilGovernocolpiscono il Paese”. Preoccupazioni“condivise pienamente”dal presidente della Regione siciliana Renato Schifani, per il quale la decisione “mette in pericolo ilfuturo industriale del siracusano“. La Regione, ha aggiunto, è al lavoro “per tutelare i lavoratori, le loro famiglie e iltessuto produttivo“, puntando a garantire “non solo la tenuta occupazionale, ma anche una transizione ambientale chesalvaguardi il diritto al lavoroe losviluppo sostenibile“. Leggi anche –Eni, Cgil Sicilia: tutti in piazza in caso di ridimensionamento di Versalis La decisione delTribunale di Romaarriva nelle stesse ore dellosciopero di Cgil e Uilcontro il piano presentato da Eni. Piano che prevede la chiusura dell’impianto dicrackingdi Versalis, proprio nelpolo petrolchimico di Priolo,allo scopo di riconvertirlo in una bioraffineria. “L’adesione  totale allo sciopero di oggi dei lavoratori di Ragusa e delleaziende dell’area industrialerisponde alle inutilipolemiche di questi giorni.E alla sproporzionata campagna di disinformazione messa in atto da Eni”, dicono dai sindacati. In piazza insieme ai lavoratori – oltre quattrocento dell’impianto di Priolo e centotrenta dell’impianto di Ragusa –Andrea Bottarodi Uiltec eAlfio Manninodi Cgil Sicilia. “Non c’è uno scontro tra il sindacato arroccato a difendere il passato e l’Eni che prospetta futuri luminosi comestrumentalmente sbandiera da giorni“, hanno precisato i dirigenti. “C’è invece ed Eni lo sa bene la volontà di contrastare decisioni dettate dagliazionisti privati.Azioni che celano solo un risparmio di tre miliardi edimpoveriscono la Sicilia e il Paese“, aggiungono. Leggi anche –Petrolchimico: alle vittime di amianto spettano i benefici contributivi I sindacati entrano nel dettaglio delle critiche allamultinazionale. “Centro direzionale, bioraffineria e riciclochimico ovvero le proposte di Eni per giustificare la chiusura di Versalis non bastano a sostituire il crollo delsistema produttivo ed occupazionaledi questa parte della Sicilia”. Le speranze sono riposte sul tavolo sulla chimica convocato dallapresidenza del Consiglio,definito dalle sigle “presupposto ineludibile per definire qualsiasi soluzione”. Di pari passo il lavoro deltavolo regionalecon tutte le aziende che finora hanno operato con Versalis, “altrettanto indispensabile persvelare gli effetti di questa pericolosa sceltae per porre ogni rimedio”. Da qui l’appello alla politica, affinché “smetta di essere spettatore o peggio di reagire con commenti da bar”. Evitando così di porre in essere quella che il sindacato definisce “lastrategia del carciofo,ovvero ridimensionare a poco poco le attività per dividere i lavoratori e far passare qualsiasi piano”. I lavoratori, concludonoBottaro e Mannino,“sono siciliani che hanno il diritto di sapere e diavere risposte”. Leggi anche –Depuratore di Priolo, dalla Regione 9 milioni per la messa in sicurezza A intervenire allamanifestazioneanche il sindaco diPriolo Gargallo,Pippo Gianni.“Vogliamo sapere che fine faranno la nostra provincia e la nostra zona industriale. Solo ilGoverno nazionale e regionalepotrà darci una risposta”. La manifestazione di oggi, ha aggiunto il primo cittadino, “è pienamente riuscita, vista lanumerosa presenza dei lavoratori.E mi trova d’accordo in quanto non è ‘contro’ qualcuno ma è ‘per’ qualcosa, per chiedere alGoverno nazionalee regionale cosa intende fare con la nostra zona industriale”. Anche Gianni sottolinea la scelta tra lavoro e salute operata troppo spesso sul territorio. “Non possiamo subireoltre il danno la beffavisto che in 50 anni hanno distrutto tutto, il territorio, l’aria, l’acqua; abbiamo avutosolo dolore, morte, inquinamentoe ora vogliono andare via e uscire dal gioco cosi, questo non lo accettiamo”. Da qui l’appello ai lavoratori“a rimanere uniti”,per valorizzare un territorio che “è pur sempre la zona a più alta densità diinsediamento industrialed’Europa. Non possono trattarci come mendicanti”.

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