Traffico merci: ecco le crisi che abbassano la resa dei porti in Sicilia

Nel 2023 iltrafficodellemercineiportiinSiciliaha registrato delle flessioni rispetto al 2022.Milazzo,Palermo,Trapanihanno vissuto crolli settoriali,Porto EmpedocleeCataniahanno invece chiuso l’anno con unavariazione negativadi tutta l’attività. Ci sonocrisi localiche stanno abbassando in maniera diffusa ilrendimentodei porti siciliani. Difficoltà interne che sono riflesso dell’instabilitàpolitica internazionale, ma anche dellacrisi climatica, o della chiusura distabilimenti produttiviche privano il territorio di un bene da commerciare con il mondo. Nonostante questo, dando uno sguardo complessivo all’attività delle tre Autorità portuali siciliane, i dati sono positivi in due organizzazioni su tre. InSicilia Occidentalei porti hanno aumentato i traffici di merci dell’1,7 per cento, nelloStretto(di cui fanno parte anche Reggio Calabria e Villa San Giovanni) dell’1,9 per cento. InSicilia Orientalel’attività complessiva di movimentazione delle merci è scesa del 3 per cento. Leggi anche –Nascerà un collegamento tra la linea principale di Rfi e il porto di Augusta In Sicilia si trasportano menomaterie prime(rinfuse solide), ma anchemeno petrolio(rinfuse liquide). Le motivazioni sono legate a congiunture interne o alle conseguenze che alcuni eventi internazionali hanno anche nell’Isola. In base ai dati Assoporti possiamo escludere, per lo meno al momento, unlegame chiarocon lacrisi del Canale di Suez. Situazione incerta che al contrario sta influenzando, certamente ora, labilancia commerciale italiana. Lo fa più per leimportazioniche per le esportazioni perchè la Cina – stato che raggiunge l’Europa attraverso il canale di Suez – è il primo partner commerciale per l’import e solo il terzo per le export. Nei primi 11 giorni dell’anno, secondo il reportPort Infographics 2024, i transiti portacontainer sono diminuiti del55 per cento. L’Italia importa dalla Cinamacchinari(40 per cento),tessile e abbigliamento(16 per cento) eprodotti chimici(14 per cento). Tutti prodotti che sono destinati ad aumentare indirettamente i prezzi sul mercato, anche in Sicilia. Leggi anche –Sicilia: più import, meno export. Come è cambiata la bilancia commerciale Lo scalo di Porto Empedocle ha registrato unadiminuzione del trasportodi rinfuse solide di quasi il33 per centoe ha registrato unaumento del traffico Ro-rodi oltre l’11 per cento. L’attività complessiva del traffico di merca ha segnato però un-26,5 per centodovuto a due eventi che incidono sulla produzione interna: ilcambiamento climaticoe la dismissione completa delcementificio Italcementi. Da Porto Empedocle parte un commercio di sale destinato alNord Americache sta finendo instockperché, l’aumento delle temperature in Stati Uniti e Canada, ha abbassato la domanda. Il sale viene utilizzato come antighiaccio. Inoltre, fanno sapere dal porto di Porto Empedocle, la chiusura della Italcementi ha azzerato lamovimentazione di carbone. Nell’agrigentino potrebbero invece arrivare dati positivi grazie all’aumento del traffico legato ai materiali utili alla trivellazione dei giacimenti di gas naturale“Argo e Cassiopea”e per il trasporto dell’energia eolica. Leggi anche –Progetto Argo Cassiopea a Gela, firmato accordo tra EniMed e Regione La crisi dell’acciaieria Duferco di Milazzoè la motivazione principale per cui al porto il trasporto di materie prime è calato di oltre il 70 per cento. “Lo scoppio dellaguerra in Ucrainaha inciso sulla produzione siciliana” ha spiegatoMaria Cristina Laurà, coordinatrice dell’Area I dell’Autorità portuale Stretto. L’acciaieria Duferco rischia losmantellamento, alcuni operai sono stati trasferiti a Nord. Lo scorso ottobre è avvenuto un incontro tra isindacatie laRegione sicilianaper organizzare un nuovo piano industriale. “Milazzo è monoprodotto. Come altri territori in Sicilia movimenta quel che produce all’interno. AGiammoro, sede dell’acciaieria, è tutto fermo”. Nonostante la crisi della Duferco, il Porto di Milazzo ha registrato comunque un aumento del traffico merci tra il 2022 e il 2023. Petrolio e oli sono i principali beni movimentati. Delle 13.600 tonnellate di bene movimentati, 13.379 sono costituite proprio da rinfuse liquide. Leggi anche –Export, la Sicilia va male: meno 16,7% nel 2023. E c’entra il petrolio CataniaeAugusta, due porti al centro della nuova progettualità dell’Autorità portuale della Sicilia Orientale, hanno fatto registrareflessioni su tutta l’attività, seppure contenute. Esattamente del 5,4 e il 2,2 per cento. La variazione più importante interessa lemateria prima ad Augusta, 14 per cento, ed è stato registrato ancora una calo per la movimentazione di olio e petrolio, 1,8 per cento. “Sono dati cherientrano nella medianazionale, anzi, ci leggo un contenimento del dato negativo grazie ai primi risultati raccolti dai nostri sforzi” ha dichiarato il presidente dell’Adsp della Sicilia OrientaleFrancesco Di Sarcina. I porti della Sicilia orientale hanno “reso meno” a livello regionale, ma l’autorità non fa drammi. “Di questi dati non sono per niente scontento – ha aggiunto Di Sarcina – perché guardo cosa succede nel resto d’Italia. Siamo nel turbinio come tutti. Serve fiducia. Se la congiuntura viene superata a livello nazionale torneranno dati positivi anche noi”. Entrofine marzotutti i container presenti a Catania verranno definitivamente spostati ad Augusta. Nascerà così il terminal annunciato nel 2022. Leggi anche –Porto di Augusta, nuovo terminal da 24 milioni: ospiterà i container di Catania Come anticipato, i dati condivisi daAssoportifanno riferimento al traffico merci italiano registrato da gennaio-settembre 2023, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente. All’interno del report è però anche ricostruito unostorico di sei anniche evidenzia come, il mondo dei trasporti, sia sostanzialmente sotto stress dal 2018. Port Infographics 2024 mette in elenco: laWar Trade Usa-Cina, guerra commerciale avviata dall’ex presidente Donald Trump contro la Cina e risolta solo nel 2020. Nel 2020 sono poi subentrate laBrexite la pandemia daCovid-19. Nel 2021 si è interrotta la catena di approvvigionamento a causa dell’incidente allaEver Given, gigantesca nave container rimasta incagliata nelCanale di Suezper oltre una settimana. Nel 2022 laRussiaha invaso l’Ucraina. Nel 2023 l’attività nelcanale di Panamaè stato poi rallentato a causa della siccità. Lo stesso anno scoppia il nuovo conflitto traIsraeleePalestinae cavallo tra il 2023 e il 2024 è arrivata la nota crisi del Mar Rosso con riflessi sul Canale di Suez. “I porti ancora una volta sono chiamati a rispondere, ma in questo caso occorrerà una strategia europea, anzi mondiale, per far sì che le acque delle rotte navali strategiche possano tornare alla normalità” ha dichiarato il presidente Assoporti Rodolfo Giampieri.