Trasporti isole minori, i sindaci a Mattarella: “Restiamo senza ossigeno”
“… Quanto sta accadendo creasituazione di disagio e incertezzatra la popolazione locale, che subisce ritardi nell’approvvigionamento deigeneri di prima necessitàe difficoltà nel rifornimento di generi alimentari, carburanti,bombole d’ossigeno e di gas…“. È un passaggio della lettera indirizzata dai sindaci delleIsole minorial presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Se non è proprio un accurato grido d’allarme poco ci manca. È però sicuramente un duroatto d’accusaa tutte le istituzioni che a distanza di molti mesi dal primo provvedimento di sequestro, non hanno ancora risolto ilbraccio di ferro giudiziariotra la compagnia di navigazioneCaronte(che ha il monopolio dei trasporti nelle Isole minori siciliane) e lamagistratura palermitana e messinese,scaturito secondo gli inquirenti dal mancato rispetto di alcune norme per iltrasporto disabili, disattese dalla compagnia marittima che ha, invece, sempre ribattuto di aver operatonella piena legalità. E anche se qualche giorno dicarenza di carburantipotrebbe essere sopportato dalla popolazione, quello che non è possibile sopportare in un Paese che si definisce civile è che una vicenda tale possa mettere a rischio anche l’approvvigionamento delle bombole di ossigeno per i malati, per gli ospedali e i presidi sanitari delle isole. La lettera dei sindaci delle Isole minori della Sicilia è stata indirizzata, oltre che al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio dei ministri, allapresidenza della Regione, ai prefetti di Palermo, Messina e Trapani, al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, alla Protezione civile e all’assessorato regionale Infrastrutture e mobilità, che sinora non è riuscito a risolvere il nodo delnuovo affidamento dei collegamenti– in convenzione regionale – con le isole dell’arcipelago delleEolie, di quello delleEgadi, diPantelleria, diLampedusaeLinosae diUstica. La dura presa di posizione dei primi cittadiniDomenico Arabia(S. Marina Salina),Fabrizio D’Ancora(Pantelleria),Francesco Forgione(Favignana, Egadi),Riccardo Gullo(Lipari),Filippo Mannino(Lampedusa),Salvatore Militello(Ustica),Giacomo Montecristo(Leni) eClara Rametta(Malfa) arriva a due giorni dal blocco delle linee in convenzione regionale disposto dall’armatore della compagnia messinese, dopo l’ultimo provvedimento di sequestro di una parte delle somme stanziate dallaRegioneper il servizio in convenzione per lePelagie. Alla luce della drastica situazione che si è venuta a creare, i sindaci scrivono che “tale interruzione dei collegamenti, caratterizzata da un fenomeno didifficile comprensione popolare– che vede in contrapposizione l’attività amministrativa della Regione che non è andata a buon fine, l’indisponibilità della società di navigazioneinteressata e lalegittima attività della magistratura– sta causando alle nostre isole un ritorno indietro di molti anni” a causa “della mancanza di quei collegamenti che ne avevano accompagnato lesviluppo socioeconomicodegli ultimi decenni”. E aggiungono, inviando un chiaro messaggio alle autorità, che tale situazione potrebbe provocare possibilitensioni dell’opinione pubblica.“In queste condizioni”, puntualizzano, “Rimane comprensibile lostato di agitazioneche serpeggia nella popolazione e che via via va crescendo. Stato di agitazione che potrà essere arginato soltanto con l’immediato ripristino dei collegamentisoppressi”. I primi cittadini a questo punto della situazione – che, lasciano intendere, è arrivata a un livello così intricato che appare didifficile soluzione– sollecitano una secca e veloce risposta dalle autorità preposte e in caso “di permanenza dell’attuale incredibile situazione” sollecitano “unimmeditato intervento delle istituzioni stataliin indirizzo, anche in via sostitutiva, al fine di garantire la continuità territoriale fortemente penalizzata dalle vicende sopra evidenziate, stante laparalisiche si è venuta a creare in sede regionale. Tutto ciò al fine di evitaredanni irreversibiliche mettono in serio pericolo la permanenza degli isolani nelle loro isole, già caratterizzate da unfenomeno di spopolamento invernalee di arginare lostato di agitazioneche sempre serpeggia nella popolazione locale”. Il tono della lettera dei primi cittadini appare inequivocabile sullo stato di paralisi causato da unaintricata vicenda giudiziariache sembra non giungere mai alla fine. Con bracci di ferro,provvedimenti, sequestri,nuovi sequestrie prese di posizione che, come abbiamo scritto più volte, si stanno abbattendo solo sulla testa di ogni abitante delle isole minori. Il minimo che le autorità a questo punto possano fare è quello dirisolvere urgentemente questa pirandelliana vicenda, magari con provvedimenti urgenti, disposti con decisione e al solo scopo di venire incontro alla popolazione, senza, ovviamente, invadere il campo di nessuno, per consentire all’autorità giudiziaria di far legittimamenterispettare sino in fondo le leggi,ma non a scapito dei diritti di una intera popolazione.