Il Ferragosto siciliano non ha tradito le aspettative. Nella settimana della festa estiva per eccellenza, alberghi e strutture ricettive dell’isola hanno registrato (quasi) il tutto esaurito. “I numeri hanno confermato quelli delle prenotazioni, con oltre il 96 per cento delle camere occupate”, dice a FocuSicilia Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti Sicilia. Una boccata d’ossigeno per un settore, quello del turismo, seriamente danneggiato dalla crisi economica innescata dalla pandemia. “A Ferragosto le cose sono andate bene, come ci aspettavamo”, conferma Ornella Laneri, presidente della sezione Turismo, Cultura ed Eventi di Confindustria Catania. Risultati positivi, che non bastano per tirare un sospiro di sollievo. “È presto per parlare di ritorno alla normalità. Già nelle prossime ore, se dovessimo passare in zona gialla, le cose potrebbero cambiare”, aggiunge Messina. “In questa situazione bastano pochi giorni per vanificare il lavoro di mesi”.
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Strutture ricettive al completo
Come tutte le imprese, anche quelle del turismo si nutrono soprattutto di numeri. E i numeri raccontano una situazione ancora in evoluzione. “Di ripresa si potrà parlare quando ci sarà costanza di flussi turistici nel tempo. Malgrado i risultati del ponte di Ferragosto, questo ancora non c’è”. La filiera del turismo, conferma Messina, è stata sold out quasi ovunque, con l’89 per cento delle camere prenotato online. Un risultato “soddisfacente”, e tuttavia limitato “soltanto a questa settimana”. “Da qui a parlar di nuova stagione d’oro per il turismo ne passa”. Il banco di prova, secondo il presidente di Assoturismo, sarà l’autunno. “Allora capiremo se la filiera è davvero ripartita. Noi nutriamo seri dubbi, perché a oggi i presupposti non ci sono”. Quella estiva è stata una risposta importante, “ma ben lontana dal recuperare i costi e le perdite che abbiamo subito in questi diciotto mesi di pandemia”.
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Le difficoltà degli albergatori
Sulla stessa linea le valutazioni della responsabile del settore turismo di Confindustria Catania. “Abbiamo respirato alcune giornate di normalità, dopo un anno e mezzo davvero atipico”, dice Laneri, titolare di un grande albergo sul litorale catanese. Per l’imprenditrice Ferragosto “ha visto un incremento di presenze” in linea con la stagione, “malgrado un’accoglienza ancora complicata”. Il riferimento è al green pass e ai dubbi sull’applicazione. “Pensiamo soltanto alla ristorazione, con i distinguo tra i ristoranti degli alberghi, disponibili per i clienti senza certificazione, e quelli aperti al pubblico, dove il pass invece è richiesto, almeno al chiuso”. Un problema per le strutture come quella di Laneri, dove le due tipologie si incrociano costringendo i gestori a controlli complessi. “Malgrado tutto, penso che occorra affrontare la responsabilità che ci è stata affidata”, dice l’imprenditrice. L’alternativa, scherza, è quella di “fare un albergo no vax e no mask”, con la prospettiva concreta “di farselo chiudere immediatamente”.
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Convivere col Covid (e col green pass)
A proposito di green pass, per Messina la misura sta funzionando, per quanto complessa da gestire sul piano logistico. “L’abbiamo accettata come abbiamo fatto con tutte le misure restrittive, che vanno nella direzione della tutela della salute, prioritaria rispetto a qualunque interesse economico”. Meglio l’obbligo di certificazione sanitaria che le chiusure, è la sintesi del pensiero del presidente di Assoturismo. “È chiaro che col Covid dovremo convivere ancora qualche mese, e il green pass può essere uno strumento per farlo”. Ciò detto, per Messina non deve comportare costi aggiuntivi per le imprese, “e nessuna responsabilità penale a carico del gestore del ristorante o dell’attività ricettiva”. L’impatto della misura, al momento, è stato piuttosto limitato. Ciò perché “le attività sono soprattutto all’aperto”, e anche perché il clima “ci ha assistito in maniera encomiabile”. Anche troppo, visto il record europeo di temperatura registrato giorni fa a Siracusa, con quasi 49 gradi.
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Il tema dell'”overtourism”
Clima a parte, se il comparto ha resistito è soprattutto grazie alla presenza di turisti italiani. Un vero e proprio “dono”, secondo Laneri. “L’anno scorso l’estate è andata bene soprattutto grazie a loro. Anche quest’anno è così, anche se è cresciuta la quota di clienti stranieri, in particolare nelle zone di nicchia”. La necessità di fare utile, sottolinea l’imprenditrice, ha portato giocoforza a trascurare alcune questioni strategiche. “Io sono sempre terrorizzata dall’overtourism, ovvero dalla concentrazione massiva di turisti nelle stesse località”. Una presenza eccessiva, spiega, porta a un deterioramento dell’offerta, dal punto di vista economico ma anche qualitativo. Una soluzione potrebbe essere quella di distribuire i turisti su un territorio più ampio. “Il Covid ci costringe un po’ a scegliere tra quantità e qualità. In una situazione di crisi è impossibile rinunciare alla prima, cercando quanto più possibile di non perdere di vista la seconda”, dice Laneri.
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L’ordinanza del presidente Musumeci
Un equilibrio non semplice da trovare, come dimostra anche la vicenda dell’ordinanza di Ferragosto del presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, contestata da più parti. Messina non si sbilancia. “La politica è chiamata a decidere in uno dei momenti più difficili della storia contemporanea”. Per questo Assoturismo “si è rimessa in toto alle decisioni”, anche quando queste sono apparse “oggettivamente poco chiare”. Quel che è certo è che i numeri della pandemia non danno tregua, con la Sicilia sul filo del rasoio per quanto riguarda il passaggio in zona gialla. Per Messina è ovvio che di fronte a questa decisione vadano prese delle decisioni, “seguendo la diligenza del buon padre di famiglia e creando minori danni possibili all’economia”. Una situazione che deve servire da monito, “sapendo che la pandemia non è ancora superata, che bisogna mantenere le misure di distanziamento e soprattutto procedere rapidamente con la vaccinazione”.
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Costruire una strategia per il futuro
Per quanto riguarda il futuro, spiega Laneri, i prossimi mesi richiederanno necessariamente dialogo tra le categorie, le associazioni e il mondo politico. “Finora ci siamo concentrati sui ristori perché non era possibile fare diversamente. Adesso va messa in campo una strategia per il domani, cercando di recuperare il terreno perduto con la pandemia”. La Sicilia, ribadisce la presidente, ha tanto da offrire. “Bisogna mettere i turisti in condizione di goderla, e gli imprenditori di offrire un servizio migliore possibile”. Anche mettendo da parte certe polemiche che negli ultimi giorni hanno riguardato alcuni luoghi. Il pensiero va alla querelle di Noto tra la giornalista Selvaggia Lucarelli e il sindaco Nino Bonfanti, a proposito della gestione dei servizi energetici e igienici in città. Per Laneri questo tipo di polemiche lascia il tempo che trova: “L’unica critica giusta è quella costruttiva. Alla Sicilia se ne possono avanzare molte, e sono quelle che premetteranno di affrontare nel mondo migliore il futuro. Le altre sono abbastanza inutili”, conclude l’imprenditrice.