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Unict, saperi e reperti in mostra. Duemila visitatori in trenta giorni

Riscontro positivo per l'esposizione realizzata dall'Università degli Studi di Catania, che riaprirà i battenti il prossimo 23 agosto. Fino al 30 ottobre si potrà visitare anche “Etna 1669”, che ripercorre la storia del fenomeno eruttivo attraverso documenti storici

All’ingresso un antico gonfalone e l’arazzo del Siculorum Gymnasium accolgono i visitatori. E da una stanza ad un’altra è un susseguirsi di collezioni di preziosi beni museali, testimonianza e espressione del grande valore storico-artistico, scientifico e documentale del patrimonio universitario catanese. Il Museo dei Saperi e le Mirabilia siciliane, realizzato dal Sistema Museale d’Ateneo, si trova al piano terra del Palazzo centrale dell’Università di Catania e ha richiamato in un mese dalla riapertura quasi duemila visitatori affascinati dalle collezioni scientifiche, archeologiche, botaniche, minerali e naturalistiche.

Riapertura il 23 agosto

Un’esposizione che consente ai visitatori, numerosi gli stranieri presenti, di comprendere il cospicuo patrimonio dei saperi e dei beni che sono il frutto dello svolgersi della secolare attività di ricerca, di didattica e di divulgazione dell’Ateneo catanese, il più antico della Sicilia. Il Museo, dopo una pausa estiva dal 7 al 22 agosto, riaprirà lunedì 23 agosto e sarà visitabile gratuitamente dal lunedì al sabato dalle 9,30 alle 13,30 e il mercoledì anche dalle 15,30 alle 18,30.

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Il patrimonio dell’Università

“Al suo interno è possibile apprezzare un ‘assaggio’ di tutto ciò che è esposto nelle varie strutture museali universitarie già esistenti come il Monastero dei Benedettini, Orto Botanico, Museo di Zoologia e Casa delle farfalle, Villa Zingali Tetto, Torre Biologica, Città della Scienza”, spiega la prof.ssa Germana Barone, delegata al Sistema museale d’Ateneo, “collezioni, raccolte, patrimonio storico-artistico, ma anche tradizioni della ricerca e ritratti e testimonianze di grandi personalità dell’Università di Catania”.

La mostra “Etna 1669”

Ceramiche e reperti archeologici, antichi testi e documenti, come le pergamene di laurea settecentesche, crani, scheletri e reperti anatomici, antichi microscopici e strumenti di misurazione, tavole e progetti di illustri architetti siciliani, minerali, insetti, sementi rappresentative delle biodiversità siciliane, animali impagliati, e altro ancora. Fino al 30 ottobre sarà visitabile gratuitamente anche la mostra “Etna 1669” ospitata nei locali del museo riservati alle esposizioni temporanee. Al suo interno i visitatori potranno ripercorre la storia del fenomeno eruttivo, documentato nelle cronache del tempo, descrivendo lo stravolgimento del territorio etneo e le conseguenze sugli abitanti.

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L’Annunciazione di Gagini

In mostra preziose opere salvate dalla popolazione in fuga al sopraggiungere della lava, oltre a un ricco patrimonio documentale, scientifico e artistico come la Testa dell’Angelo del gruppo scultoreo dell’Annunciazione di Antonello Gagini (XV secolo) e il Reliquario del Santo Chiodo in oro e argento del 1709.

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