L’Università degli Studi di Catania cerca riscatto. Ma anche risorse economiche. Al Teatro Massimo Bellini, durante l’apertura del nuovo anno accademico, tra musica e studenti entusiasti per la presenza dell’ospite d’onore (Fabiola Gianotti, direttore generale del Cern), c’è stato tempo per parlare di difficoltà finanziarie e d’iniziative di rilancio. Il compito è toccato allo stesso rettore Francesco Priolo che ha delineato un quadro complesso: “L’Ateneo è penalizzato da politiche strutturali condotte negli ultimi quindici anni che hanno portato a una riduzione delle risorse statali passando da un’assegnazione annuale di 197 milioni di euro nel 2009 a 162 milioni nel 2019 e a una riduzione dei docenti, scesi in dieci anni da 1600 a 1222. A differenza di altri Paesi che, anche nel pieno della recessione, hanno investito sul futuro – cioè in formazione e ricerca. in capitale umano e innovazione – il nostro Paese ha proseguito su una linea di tagli destinata a creare disuguaglianze sempre più marcate tra nord e sud”.
Il rettore è poi tornato sulle recenti indagini giudiziarie che hanno investito l’Ateneo: “Attendiamo che i lavori della magistratura facciano definitivamente luce su ciò che è stato, adesso però chiediamo che i toni si abbassino e che si mostri solidarietà verso una comunità che ha avuto il coraggio di dare inizio a una profonda riflessione, scegliendo di ripartire in vista della valutazione fissata dal Ministero per il prossimo novembre, attraverso concrete iniziative di trasparenza e nuove regole e criteri che possano prevenire le storture insite nel sistema nazionale di reclutamento: è giusto che chi ci osserva dall’esterno comprenda che le chiamate universitarie rappresentano una scelta necessaria per garantire ai nostri studenti e alle nostre studentesse l’offerta formativa che meritano”.
Le nuove azioni di Unict
Priolo ha poi citato alcune delle numerose azioni che sono state già intraprese dall’atto del suo insediamento, a settembre scorso. “Nuovi bandi per ricercatori a tempo determinato, la stabilizzazione di 140 unità di personale precario, gli investimenti per la ricerca dipartimentale aumentati di oltre il 50 per cento rispetto agli ultimi anni, convenzioni con gli Enti di Ricerca nazionali, l’avvio di nuove partnership con le imprese finalizzate alla fondazione di veri e propri Joint Research Center, 15 milioni di euro investiti per riammodernare tutte le aule dell’Ateneo, compresa Caserma Abela, la sede della Struttura didattica decentrata di Siracusa, 500 mila euro destinati a 1000 premi di merito per gli studenti di tutti i corsi di laurea. Infine, i fondi aggiuntivi dedicati alla mobilità internazionale, che si affiancano alle risorse del programma Erasmus”. Tutti investimenti di crescita che però non mettono a rischio le finanze dell’Ateneo e che, secondo il rettore, non intaccheranno, per quanto riguarda l’esercizio 2019, la soglia dell’80 per cento nel rapporto tra spese per il personale e le entrate.
“Il 2020 sarà l’anno della visita Anvur per l’accreditamento e della valutazione della qualità della ricerca per il quinquennio 2015-2019 – ha concluso Priolo – che affronteremo con impegno e serenità. Su questo piano, l’obiettivo è sicuramente quello di aumentare il numero dei nostri iscritti attraverso una maggiore diversificazione dell’offerta formativa, un innalzamento della qualità dei servizi e un recupero della nostra immagine. Impossibile, però, avere successo senza una più marcata propensione alla ricerca e all’innovazione; impossibile avere successo senza la giusta apertura agli Enti di Ricerca, agli Enti locali e alle imprese del territorio. L’Università è – e deve rimanere – il volano della cultura, coinvolgendo in maniera sempre più sistematica la società civile e realizzando i sogni delle nuove generazioni per il futuro”.
Alla ricerca di risorse esterne
“Aumentare l’efficienza della macchina amministrativa e intercettare risorse aggiuntive rispetto ai finanziamenti tradizionali”, sono due tra gli obiettivi prioritari del mandato di Giovanni La Via. “Nonostante la riduzione delle entrate dovute alla riduzione del Ffo e della contribuzione studentesca – ha osservato il docente che dal primo gennaio ha assunto l’incarico di direttore generale dell’Ateneo – negli ultimi anni l’Università ha continuato a realizzare investimenti e a potenziare i servizi attingendo alle copiose riserve finanziarie di cui dispone. Nel breve periodo dovremo comunque lavorare per riportare in equilibrio i conti dell’Ateneo. In tale ottica bisognerà ricercare fonti esterne per finanziare gli interventi previsti nel piano triennale delle opere pubbliche, aumentare la capacità di intercettare risorse aggiuntive a livello regionale, nazionale ed europeo e soprattutto realizzare un piano di razionalizzazioni interne per contenere i costi della gestione corrente e intensificare l’attività di controllo sull’evasione contributiva e il recupero dei crediti”.
La Via ha ricordato le iniziative in corso sul piano della sostenibilità “ambientale ma anche economica” in materia di limitazione del consumo energetico, riciclo dei rifiuti, riduzione dell’utilizzo di carta e plastica, mobilità intelligente, osservando poi che “il livello di complessità raggiunto dalle amministrazioni universitarie, e le molteplici attività che mettono oggi in relazione l’alta formazione e la ricerca scientifica con la società, richiedono competenze nuove. Sono indispensabili, per guardare al futuro, competenze trasversali in grado di operare con autonomia nell’ambito della programmazione e del controllo, della comunicazione e del marketing, della prevenzione della corruzione e della tutela della privacy, della gestione delle relazioni internazionali e del management della ricerca, dello sviluppo dei sistemi informativi per la gestione integrata e dell’assicurazione della qualità della didattica”. “Più in generale – ha concluso il direttore generale -, bisognerà spostare il peso delle risorse umane attualmente concentrate nei settori tradizionali della PA verso le attività di public engagement, così come verso l’innovazione, la promozione del brand e le relazioni internazionali per diventare attrattivi e competitivi, attivando strutture di supporto per l’individuazione di opportunità e nella redazione di proposte progettuali di ricerca vincenti”.