Vacanze, truffe web in agguato. Giovani più colpiti: cercano di spendere meno

Il rischio di cadere nelletruffe del webnella prenotazione delle vacanze non riguarda solo i viaggiatori maturi. Anzi. A cascarci sono in prevalenza“millennials”,nati tra l’inizio degli anni Ottanta e la metà degli anni Novanta, e“generazione Z”,nati tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemiladieci. A scriverlo èAirbnb,che ha stretto un’intesa con laPolizia di Statoper contrastare le truffe e lo conferma anche la ricerca realizzata dagli istitutimUp ResearcheBilendiper conto di Facile.it. “SecondoConsumerismo, un italiano su cinque dichiara di averne subìtaalmeno una.Percentuale che sale al 33,1% nella fascia d’età 25-34 anni. Ciò significa che un giovane su tre è caduto nelle ‘trappole’”. I giovani infatti “acquistano d’impulsose ciò implica unrisparmio“, e spesso comprano su canali inaffidabili “esponendosi a un maggiore rischio”. Quanto al “bottino”, nel 2023 “si è registrato un aumento deitentativi di truffa online.Con una crescita del 6% e unincremento del denarosottratto, passato da 114 a 137 milioni (più 20%)”. Airbnb ha preso delle contromisure. “Sono 2.500 i siti diphishingindividuati e bloccatinegli ultimi 12 mesi“. Leggi anche –Più caldo, meno neve e turismo. Piano Battaglia in cerca di rivincita estiva La tendenza, precisano da Airbnb, riguarda igiovani di tutta Europa,a cominciare dalRegno Unito.“I giovani tra i 18 e i 34 anni sono stati truffati più di ognialtra fascia di etàe più di un terzo (34%) non saprebbe a chi rivolgersi per chiedere aiuto qualora venisse truffato”. Le cose non vanno molto meglio inSpagna,“la maggior parte dei BabyBoomer(60%),Gen Z(55%) eMillennial(56%) utilizza una password diversa per ogni account online, mentre la percentuale scende fino alla metà (50%) se si considera laGenerazione Z“. Quanto aiPaesi Bassi,“quasi un terzo degli utenti in fascia 18-24 anni (31%) e tra i 25 e i 34 anni (33%) è disponibile a pagare le vacanze con unbonifico bancario,una modalità di pagamento meno sicura, rispetto ad appena il 14% dei 55-64enni e il 14% degli over 65.5″. InFrancia,infine, “quasi un quarto (23%) degli utenti utilizzerebbe unsocialper pagare o prenotare unalloggio per le vacanze,un contesto nel quale i truffatori potrebbero prendere di mira le vittime con offertetroppo allettanti per essere vere“. Leggi anche –Turismo in Sicilia: salvo grazie a mare e natura. Su cosa puntare oggi A confermare il fatto che i giovani siano piùesposti alle trufferispetto alla popolazione più “matura”, pur essendo “nativi digitali”, è la ricerca realizzata dagli istitutimUp ResearcheBilendiper conto di Facile.it. “Ad essere incappati infrodi o tentativi di truffelegati a viaggi e vacanze sono soprattutto i giovani, in particolare i ragazzi con età compresa tra 18 e i 24 anni”. Per i tecnici ciò deriva soprattutto “dallavoglia di risparmiare“, ma non è escluso che tale comportamento possa essere frutto di “un po’ diingenuità“. Quale che sia la ragione, la ricerca ribassasse che igiovani“sono caduti più spesso in trappola, 27% rispetto al 14%nazionale“. La controprova dellamaggiore vulnerabilità,si sottolinea nella ricerca, è che “il campione più attento è risultato quello dei viaggiatori conetà superiore ai 65 anni“. Meno del 5% di loro, infatti, si è trovato in questa situazione. Numeri che confermano la necessità di maggiore prudenza nellaprenotazione delle vacanze.Per evitare che unmomento di svago e relaxsi trasformi in veicolo undanno economico. Leggi anche –Il turismo in Sicilia cresce meno. Solo 300 mila presenze in più nel 2023 L’unico modo per evitarlo, ribadiscono da Airbnb, è rivolgersi apiattaforme sicure.Da parte sua l’azienda punta sulla collaborazione con le forze dell’Ordine perevitare le truffe.“Ci troviamo nel pieno delperiodo delle prenotazioni;questa iniziativa vuole aiutare le persone a capire quali siano i campanelli d’allarme da cogliere e le buone pratiche da adottare”, diceValentina Reino,responsabile relazioni istituzionali della società. A ribadire l’importanza della prevenzione è laPolizia di stato.“Sono tipologie di raggiri che, con un’adeguata e costante opera di sensibilizzazione verso gli utenti, possono essere riconosciuti ed evitati, e in tale direzione è massimo l’impegno della Polizia Postale“, dice il dirigenteMassimo Bruno.Solo così, conclude, si potrà ridimensionare un fenomeno che oggi appare molto diffuso. “Negli ultimi anni si sta assistendo ad un costante aumento nel settore deireati finanziaricommessi online, solo nel 2023 la Polizia Postale ha trattato oltre 16 mila casi, tra cui quelli legati allaprenotazione di case vacanza, pacchetti e titoli di viaggio“.