“Vi mandiamo a casa uno ad uno”, la minaccia dell’azienda italiana | Già inviate le prime lettere di licenziamento e prima di Ferragosto altre arriveranno

Lettere di licenziamento (Foto di Vitaly Gariev su Unsplash) - Focusicilia.it
Ferragosto amaro per alcuni lavoratori: 25 licenziamenti in pochi giorni e altri in arrivo. La crisi colpisce duro. Sindacati in allarme.
In un periodo in cui si parla sempre di “ripartenza”, c’è chi invece si ferma. O meglio, viene fermato. Senza grandi annunci, senza conferenze stampa. A volte con una lettera secca. Altre, nemmeno quella.
Le aziende si piegano, le commesse saltano, i costi salgono e le persone restano sospese. La parola “lavoro”, che un tempo dava sicurezza, oggi fa tremare. E non per il freddo, purtroppo.
Ferragosto dovrebbe portare grigliate e ferie. Invece per qualcuno porta una comunicazione amara, di quelle che non ti fanno nemmeno finire il pranzo.
Una grossa azienda italiana pronta a lasciare a casa decine di lavoratori che non torneranno al loro posto dopo le ferie. Ennesima brutta notizia nel settore lavorativo, piegato dalla crisi.
Azienda italiana lascia a casa decine di lavoratori
Succede tutto in un battito di ciglia. Da un giorno all’altro, venticinque persone si ritrovano senza un lavoro. Il calendario segna agosto, il sole picchia, le fabbriche rallentano. Ma per chi lavora nella logistica, le stagioni non fanno differenza: le lettere sono arrivate lo stesso, tra il 4 e il 5 del mese. Non sono cartoline, purtroppo.
A Melfi, come riporta anche ilfattoquotidiano.it, nell’azienda Lgs Logistica, l’aria è pesante. I sindacati locali – Uilm e Fismic – parlano chiaro: quello che sta succedendo non è un caso isolato. L’estate sarà “rovente”, dicono. E non per via del meteo, ma perché si temono altri licenziamenti. Il timore è che quella appena cominciata sia solo una lunga serie.

Una lunga serie di licenziamenti
E il problema non riguarda solo Lgs. A soffrire è l’intero comparto collegato all’automotive: un settore che, nel giro di poco, ha visto svanire intere commesse come sabbia tra le dita. Il risultato? Stabilimenti a metà ritmo, operai a casa, e famiglie in bilico. Il lavoro è diventato un lusso, e la cassa integrazione una routine.
I sindacati chiedono interventi seri, non promesse da campagna elettorale. Vogliono sedersi a un tavolo con la Regione Basilicata per trovare soluzioni concrete. La proposta? Prorogare gli ammortizzatori sociali per un altro anno, sfruttando lo status di “area di crisi complessa”. Intanto, c’è chi spera nei corsi di riqualificazione. Ma la verità è che, per molti, il futuro resta una nuvola ferma sopra la testa, anche col sole. Di quelle che non ti rovinano solo la giornata, ma tutta l’estate.