Vincoli beni culturali, tra opportunità e burocrazia: il caso della villa di Battiato

InSiciliaesistono centinaia dibeni con vincoli culturali. Tra gli ultimi in ordine di tempo c’èvilla Grazia, la casa del cantautoreFranco Battiatoa Milo, nel catanese. Dopo la scomparsa dell’artista, avvenuta nel 2021, laRegioneha decretato a novembre 2022 latutela dell’immobile, in quanto “inestimabile lascito culturale a testimonianza della vita artistica e del pensiero del Maestro […] artista italianotra i più amati e apprezzatinel panorama musicale nazionale e internazionale”. Secondo la soprintendente dei Beni culturali di Catania,Donatella Aprile, la magione di Battiato “deve essere preservata” e diventare “unMuseo della Musicache ne possa mantenere la memoria”. Un progetto ambizioso, che se realizzato darebbe nuova vita alla villa. Purché la tutela non resti solo sulla carta. “Il vincolo è unostrumento importante, ma spesso la Regione dopo averlo apposto lo dimentica”, dice aFocuSiciliaRoberto Sammito, guida turistica ed esperto di beni culturali. Leggi anche –Cultura: Vulcanica, l’evento di fine estate sulla “imprenditoria giovane” Il vincolo sulla casa di Battiato (promosso dall’allora assessore regionale ai Beni CulturaliAlberto Samonàe dal sindaco di MiloAlfio Cosentino) ha due riferimenti normativi principali. Il primo è ilDecreto legislativo 42/2004, meglio noto come Codice dei beni culturali e del paesaggio. All’articolo 11 esso prevede che siano tutelati gli “studi d’artista“, cioè i luoghi in cui è stata concepita e realizzata l’opera di un autore. È il caso di villa Grazia, dove da molti anni l’interprete de “La Cura” aveva messo in piedi il propriostudio di registrazione. Il secondo riferimento è laLegge regionale 80/1977, che regola “la tutela, la valorizzazione e l’uso sociale dei beni culturali ed ambientali nel territorio della Regione”. All’articolo 2 essa prevede la salvaguardia, tra gli altri, deibeni “storici, artistici e iconografici”, ma anche “bibliografici” e “archivistici”. Tutte fattispecie che, secondo laSoprintendenza di Catania, riguardano la magione di Battiato a Milo. Leggi anche –Turismo culturale, un affare che vale 73 milioni di euro per la Sicilia Fuori dal burocratese, il vincolo ha effetti precisi sulfuturo dell’immobile. A dettagliarli è ildecretofirmato dal dirigente dell’assessorato ai Beni culturaliCalogero Fazio. Ai proprietari degli immobili vincolati “è fatto divieto di distruggerli, danneggiarli o adibirli a usi non compatibili con il loro carattere storico – artistico – architettonico”. Inoltre i beni “non potranno esseredemoliti, modificati o restaurati” senza l’autorizzazione delle autorità competenti. Solo in caso di somma urgenza “possono essere eseguitilavori provvisori indispensabilia evitare danni materiali, purché ne sia data immediata comunicazione alla Soprintendenza”. Il decreto sottolinea poi che è vietato “modificare la destinazione d’usodello Studio d’Artista e rimuoverne il contenuto”. Per questo al documento è allegata una corposa relazione con il dettaglio di “strumenti, opere pittoriche e beni librari e documentali” conservati a villa Grazia. La veraeredità culturaledi Battiato. Leggi anche –Fundraising, l’arte di trovare risorse per la cultura tra dono e passione Se per gliamanti dell’artistail legame tra la sua opera e la proprietà di Milo appare indissolubile, la legge dà comunque la possibilità diopporsi al vincolo culturale. Gli aventi diritto hanno potuto ricorrere “entro 120 giorni innanzi al Presidente della Regione” oppure al Tar “entro 60 giorni dalla data di avvenuta notifica del decreto”. Secondo il giornaleOpen, che ha pubblicato iltestamento olografo di Battiato, la nipote Cristina, nominata “erede universale” dal cantante, avrebbe deciso di opporsi. Rumors a parte, resta l’incognita sul futurodella proprietà. Per gli esperti non è scontato che latutelacomporti una effettiva valorizzazione dei beni. L’elencodi quelli “protetti” ai sensi del Decreto legislativo 42/2004 èpubblicato online,e conta centinaia di immobili nelle nove province siciliane. Non sempre però i vincoli hanno rappresentato l’auspicata “svolta”, anche in ottica turistica. Leggi anche –Alluvioni, in Sicilia 21 siti inquinanti a rischio. Minacciati 1.400 beni culturali Secondo Roberto Sammito, tra il vincolo culturale e l’effettiva valorizzazione del bene c’è il mare dellaburocraziae dellamancanza di risorsedegli enti. “Uno dei casi più famosi è quello dellaFornace Penna a Sampieri, frazione di Scicli, nel ragusano”, spiega il fondatore diVisit Vigata, associazione con cui propone percorsi turistici nel Sud-Est siciliano. “Un luogo su cui esistonodiversi vincoli, sul piano storico, architettonico e persino cinematografico,visto che il sito è diventato famoso a livello internazionale come la‘mannara’ di Montalbano“. La Regione, ricorda Sammito, ha apposto una tutela in quanto bene da preservare, “ma dopo tanti anni non è riuscita nemmeno aespropriare l’area, che quindi rimane instato di abbandono“. Una dimostrazione che “il vincolo serve a livello burocratico, ma spesso dopo averlo apposto mancano lestrategie di governanceche servono per valorizzare il bene”, conclude la guida turistica.