Vino biologico e pelle vegana: le imprese green siciliane che fanno scuola in Italia

Sono oltre 95 mila i lavoratori “green” assunti dalle imprese siciliane nel 2022,il 33 per cento delle assunzioni complessive nell’Isola e il 5,5 per cento dei lavoratori green assunti in Italia. Sono lestime provvisorie delRapporto GreenItaly 2023realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere.L’Isola è all’ottavo posto tra le Regioni italiane, in una classifica guidata daLombardia(421 mila assunzioni, 23,2 per cento dei green jobs italiani),Veneto(185 mila, 10,2 per cento) edEmilia-Romagna(180 mila, 9,9 per cento). La Sicilia mostra una certa vivacità sulla “green economy”, la strategia economica che punta aridurre l’impatto ambientaledelle imprese per favorire lo sviluppo sostenibile, come richiesto dall’Europa. Alcunimodelli aziendali,infatti, sono presi ad esempio dai tecnici per esserereplicati a livello nazionale.In particolare su vino e industria conciaria, due settori che mostrano di adattarsi allatrasformazione ecologica in atto. Leggi anche –Vini di Sicilia, la vendemmia 2023 si prospetta tra le più difficili di sempre Sul vino la Sicilia parte in vantaggio. Infatti è tra le regioni con più produzione, con un particolateknow how sul bio. “L’incidenza dei vigneti biologici in Italia è pari al 22,6 per cento. Con unaconcentrazione del 65 per cento in Sicilia, Toscana, Puglia e Veneto“. I tecnici citano l’aziendaTasca d’Almerita,avviata nel 1830 nella tenuta diRegaleali, nel palermitano, e proseguita nei decenni successivi nelle tenute diCapofaro(Salina),Tascante(Catania),Whitacker(Mozia) eSallier de La Tour(Monreale). Negli ultimi anni ha deciso di investire in sostenibilità. Fino a ottenere, a marzo 2023, lacertificazione ecologica B Corp. Un disciplinare rigidissimo, “che va dalla misurazione dellawater footprint(impronta idrica) e dellacarbon footprint(impronta di carbonio) al controllo delpeso della bottiglia,dalla rilevazione dellabiodiversità floro-faunisticaalla valorizzazione delcapitale umano e territoriale,fino allasalute di agricoltori e consumatori“. Leggi anche –Vino, la Sicilia con 30 mila ettari è prima in Italia per produzione bio Il rapporto GreenItaly fornisce alcuni numeri sulla sostenibilità dell’azienda. “In termini diprotezione della biodiversità, Tasca d’Almerita dedica alla viticoltura il 71 per cento della superficie totale delle Tenute. Mentre il 29 per cento è dedicata apascoli, seminativi, oliveti, boschi, laghi, torrenti e aree non coltivate“. Rispetto al 2020 l’azienda ha registrato “un aumento del più 7,55 per cento di aree naturali”, mentre rispetto al 2017 ha segnato “quasi 6,2 milioni di litri di acqua e 610 mila kWh di energia elettrica risparmiati“. Inoltre, perabbattere l’impatto ambientale, “il 32 per cento delle bottiglie in più rispetto al 2020 è stato alleggerito ben al di sotto del benchmark del protocollo”. Particolare importanza, sottolineano i tecnici, è data allaterritorialità. “Le uve sono coltivate localmente e il 50 per cento deifornitori di materie primeper la produzione del vino è localizzato in Sicilia. Così dafavorire la comunità locale eridurre le emissionicausate dai trasporti”. Leggi anche –Ohoskin, dalla Sicilia l’alternativa cruelty-free alla pelle di lusso Tra le esperienze portate a modello anche quella diOhoskin, startup fondata in Sicilia nel 2019, “con lo scopo di fornireun’alternativa vegana, sostenibile e bio-basedalla pelle animale”. L’azienda, con sede a Catania, “usa un processo 100 per cento made in Italy – brevettato e tracciabile, di economia circolare – che riutilizza i sottoprodotti agricoli di arance e fichi d’india locali,uniti a plastica riciclata“. Un’idea innovativa che è stata concretizzata attraverso “partnership di filiera e di produzione” con i fornitori di materie prime, e con un accordo con un produttore di pelle sintetica, “il cui processo è statoadattato alle esigenze della startup“. Attraverso la sua tecnologia innovativa, “Ohoskin abbatte l’emissione di CO2 per mq offrendoperformance di resistenza, durata e altissimaqualità“. Caratteristiche richiestenon solo dal mondo della moda, concludono i tecnici, “ma anche da arredamento e automotive, garantendo inoltrescalabilità nella produzione“.