Nuova sconfitta giudiziaria per i lavoratori esposti ad amianto

Arriva un’altrasconfitta giudiziaria per i lavoratoriesposti ad amianto.Gli operai delle industrie meccaniche siciliane che in passato sono stati a stretto contatto con l’asbesto saranno costretti arimborsare l’Inps delle somme percepite in questi anni. La Corte di Cassazione ha infatti rigettato le richieste dei lavoratori e messo la parola fine ad unavicenda giudiziaria molto lunga. I motivi della sentenza sarebbero “Cavilli, tra i tanti, con i quali si vanifica il dato concreto, costituito dalla prova dell’elevata esposizione adamianto, senza cautele”, afferma a caldo diEzio Bonanni, legale dei lavoratori e presidente dell’Ona, l’Osservatorio nazionale amianto. Le tre fasi della vicenda giudiziaria si sono svolte in questo modo. In primo grado gli accertamenti avevano confermatol’elevata esposizione degli operaialla fibra killer, i quali avevano ottenuto il prepensionamento dall’Inps. Poi in Appello la Corte di Catania aveva ribaltato l’esito della prima sentenza, dando ragione all’Istituto nazionale della previdenza sociale. Per tutta risposta l’Ona, l’Osservatorio nazionale amianto, aveva presentato ricorso a questa sentenza. Ricorso che è stato però rigettato dallaCorte di Cassazione. Ciò mette la parola fine allerichieste di giustizia dei lavoratoriesposti ad amianto. “Sono talmente amareggiato che non riesco a esprimerlo a parole, abbiamo subito un danno enorme, èun verdetto che non può essere accettato” ha infatti dichiaratoCalogero Vicario, responsabile dell’Ona Sicilia. Leggi anche –La Sicilia invecchia e i tumori potrebbero arrivare a 300 mila casi “Pensavamo che i giudici avessero umanità, mentreper un cavillosi mette in discussione ilrischio di esposizione all’amiantoper i lavoratori” spiega il responsabile dell’Ona Sicilia, che prosegue: “Sono amareggiato perchédal 2008 ci battiamoper i diritti dei lavoratori siciliani e per far emergere laproblematica dell’amianto in Sicilia”. Come si legge dalla nota dell’Ona Calogero Vicario è uno dei più “battaglieri” degli aventi diritto ai risarcimenti, e ha spostato la causa in tutto e per tutto. “Sin dalla sentenza dall’Appello abbiamo fatto losciopero della fame per 100 giorni. Io stesso per protesta mi sono fatto crescere la barba per 1030 giorni e sono stato preso di petto dalle istituzioni” dichiara. Il responsabile di Ona Sicilia si dimostra anche particolarmente preoccupato per le conseguenze della sentenza della Corte di Cassazione: “Il paradosso è che adesso l’INPS ci chiede indietro le somme ricevute in questi anni.Ioho i polmoni pieni di amianto e ho pagato il prezzo più alto.Adesso servono iniziative per aiutare i lavoratori che coinvolgano la politica e percontrastare l’Inps“. Leggi anche –Picco di tumori a prostata e seno: i dati sulle aree del Petrolchimico di Priolo L’Ona, nonostante la sentenza, esprime la volontà di proseguire la sua lotta contro l’amianto nelle aule dei tribunali e nelle fabbriche. Tra l’altro la regione Sicilia si dimostra tutt’altro che immune da questi problemi. Infatti è particolarmente elevato ilnumero di casi di malattie asbesto correlate, tra i quali mesoteliomi,tumoripolmonari e asbestosi. Il settimo rapporto ReNaM dell’Inail riporta1810 casi solo di mesotelioma dal 1992 al 2018,il 5,7 per cento del totale in Italia. Leggi anche –Area di Milazzo: si muore meno di tumori, ma si ammalano cuore e reni