Oblio oncologico, la legge è in vigore: “Effetti su prestiti, adozioni e concorsi”

Chi ha affrontato e vinto un tumore, da quest’anno, non dovrà più temere discriminazionilegate allo stato di salute pregresso, in ambito lavorativo, economico e finanziario: è il senso dellaLegge 193/2023 sul cosiddetto “oblio oncologico”,entrata in vigore il due gennaio 2024. Una norma che secondo le stime dellaFondazione Airc per la ricerca sul cancroriguarda circa un milione di persone definitivamente guarite dal tumore, su 3,6 milioni di sopravvissuti alla diagnosi. Fino a oggi la comunicazione della malattia era obbligatoria in alcuni contesti, ricorda Airc, e per i guariti “era comune ricevere unrifiuto a unarichiesta di un mutuo o di un prestito,alla stipulazione di un’assicurazione,alla possibilità di partecipare a unconcorso pubblico o privato,o a una domanda diadozione“. A pesare, il pregiudizio che la malattia potesse avere una recidiva mettendo a rischio la solvibilità o l’affidabilità della persona. Con lanuova legge, chiariscono da Airc,i guariti “saranno considerati come coloro che non si sono mai ammalati di tumore”. Leggi anche –Tumori ginecologici, a Catania arriva la “live surgery”. Ecco che cos’è La legge 193/2023, approvata con ilconsenso di tutte le forze politiche,di maggioranza come di opposizione, chiarisce anzitutto il concetto di “oblio oncologico”. Quest’ultimo è “ildiritto dellepersone guarite da una patologia oncologicadi non fornire informazioni né subire indaginiin merito alla propria pregressa condizione patologica”. Quanto al concetto di “guarigione”, si tratta deicasi in cui “il cui trattamento attivo si sia concluso, senza episodi di recidiva, dapiù di dieci anni alla data della richiesta”.I tempi si accorciano per ipazienti giovani.“Tale periodo è ridotto della metà nel caso in cui la patologia sia insorta prima delventunesimo anno“. Trascorsi questi termini, le informazioni sanitarie “non possono essere acquisite neanche dafonti diverse dal contraentee, qualora siano nella disponibilità dell’operatore o dell’intermediario, non possono essere utilizzate per ladeterminazione delle condizioni contrattuali“. Leggi anche –Tumori: a Biancavilla troppe morti. La fluoro-edenite continua a uccidere L’oblio oncologico, come detto,incide su diversi settori della vita sociale,messi nero su bianco dalla legge. Si va dall’accesso ai servizi bancari, finanziari, di investimento e assicurativi (art. 2) alle norme in materia di adozione e affidamento dei minori (art. 3) fino all’accesso alle procedure concorsuali e selettive, al lavoro e alla formazione professionale (art. 4).L’iter normativo non è ancora pienamente concluso.Le disposizioni finali (art. 5) chiariscono infatti che “condecreto del Ministro della salute, da adottare entro 60 giorni dall’entrata in vigore, sono disciplinate le modalità e le forme, senza oneri per l’assistito, per la certificazione deirequisiti necessari all’applicazione della legge“. Inoltre, per quanto riguarda l’aspetto economico-finanziario, entro sei mesi “ilComitato interministeriale per il credito e il risparmio, con propria deliberazione, sentito il Garante per la protezione dei dati personali, stabilisce lemodalità di attuazione della legge“. Leggi anche –Tumori: in Sicilia uccidono di più. Al colon-retto, seno e cervice i più letali In attesa dei decreti attuativi, l’entrata in vigore della norma è stata accolta con grande favore dalle associazioni di settore. Tra esse l’Aiom, Associazione italiana di oncologia medica.“Il sentirsi obbligati a raccontare di avere avuto molti anni prima un cancro e di essere guariti poteva generare undanno economico per i pazienti“, chiarisce il presidente Francesco Perrone, citato da Airc. In ambito finanziario, per esempio, “i premi assicurativi potevano diventare più alti o una banca poteva decidere dinegare un mutuo o un finanziamento“. Più di un “semplice” problema di tasche, sottolinea l’esperto. “Il danno non era solo economico, ma soprattutto psicologico. Di fatto venivano considerati ancora attualiuna storia e un vissuto di malattia che dal punto di vista clinico erano ormai superati“. Una vera e propria “ingiustizia”, conclude Perrone, “e al tempo stesso un elemento che vanificavailbuon lavoro fatto in ambito clinico. Grazie a questa legge,queste discriminazioni saranno superate”.