Open Fiber: case connesse, però le linee non vengono attivate

Le case hanno la possibilità di essereconnessea Internet ultraveloce con il cablaggio di Open Fiber che ha investito 1,65 miliardi di euro per le regioni del Sud. Però, le connessioni non vengonoattivatedagli utenti e così si sprecano prezioseopportunitàtecnologiche. È quanto emerge dagli stessi vertici diOpenFiber. “Occupazione ottimale nei cantieri, accelerato sviluppoinfrastrutturale, avanzata disponibilità tecnologica sia nelle aree urbane che in quelle rurali: dal nostro punto di vista ilMeridioneregistra, indicatori e margini di crescita in tanti casisuperiorialle altre macroregioni italiane”. Lo ha dichiarato GiuseppeGola, amministratore delegato di Open Fiber, a margine diFeuromed, il Festival Euromediterraneo dell’Economia in corso a Napoli. “InCampania,Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia– in appena sei anni – Open Fiber ha messo a terrainvestimentiper 1,65 miliardi di euro. Risorse che si sono già tradotte in 4 milioni di unità immobiliari connesse. Nelle quattrometropolidel Meridione: Napoli, Bari,PalermoeCatania, contiamo oltre un milione di unità immobiliaricopertegrazie a fondi propri di Open Fiber. Incrociando i dati dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate – ha proseguitoGola– registriamo che la media di copertura è del 92% circa rispetto all’intero patrimonioimmobiliaredi quelle città, col record nazionale diBariche supera il 98 per cento”. “L’altra faccia dellamedagliadella corposa crescitainfrastrutturaledel Mezzogiorno – ha sottolineato l’amministratore delegato di Open Fiber – è rappresentata dallamancata adozione delle opportunitàofferte dalle reti in fibra ottica di ultima generazione. La percentuale diattivazionidelle linee sul totale delle unità immobiliari raggiunte dal servizio – il cosiddettotakeup– al Sud si attesta al24,7%, rispetto alla media nazionale del27per cento. Lo stesso dato parametrato alle sole aree bianche, quelle che soffrivano il maggior divario digitale poiché prive di reti a bandaultralarga, è ancor più preoccupante: circa lametàdi quello nazionale. È quindi necessariostimolarel’impiego delle nuove reti, anche e soprattutto attraverso politiche mirate, a maggior ragione in un’ottica di sostenibilità ambientale”. “Open Fiber sostiene la necessità di unoswitchoffdel rame, cioè il progressivo, ordinato e condivisospegnimentodellevecchielineein rame da sostituire con la fibra ottica: l’UE ha indicato obiettivi importanti, proponendo il completamento di questo percorso entro il2030(l’80% al 2028). La sostituzione delle reti in rame con la fibra ottica può, inoltre, generareun’efficienzacomplessivasull’intero sistema da un miliardo di euro all’anno, con un risparmio di circa500Gwhannui di energia consumata. La chiamiamo decarbonizzazione digitale: smart grids, cloud-edge computing e Industria 4.0 possono contribuire adabbattereleemissionigrazie al supporto delle reti in fibra ottica di ultima generazione, con un decremento dell’80% dei consumi energetici rispetto alle reti di accesso tradizionali”, ha concluso Gola.