Pubblico impiego, la mappa dei lavoratori precari di Fp Cgil Catania

Avere un impiego nel “pubblico” già da tempo non è più sinonimo diposto sicuroanche aCatania. SecondoFunzione pubblica(Fp)Cgilnel Comune capoluogo etneo i precari sono centinaia. Tra questi ci sono60 assistenti sociali,46 lavoratori nella polizia municipale,94tra i lavoratori assunti nell’ambito del programmaPon Metroe, ultimi in ordine di arrivo, anche i10 vincitoridei concorsi per assumere le persone impegnate dei progetti di Coesione 1 e 2 e per progettare ilPnrr.A questi ultimi “il DL Mezzogiorno sta per dare il benservito sostituendoli con altri lavoratori”, spiega il sindacato.Sono solo alcuni dei dati divulgati dalla segretaria generale della Funzione pubblica etnea,Concetta La Rosa, nel corso di “Per un piano straordinario per l’occupazione pubblica”, l’assemblea sindacale aperta ai lavoratori, ai precari e agli idonei del comparto funzioni locali e centrali, tenutasi stamattina nelSalone Russo di via Crociferi. I lavori sono stati introdotti dal segretario provinciale della Fp Cgil Catania,Salvatore Torre. Sono intervenutiGaetano Agliozzo, segretario generale Fp Cgil Sicilia,Carmelo De Caudo, segretario generale della Cgil di Catania. Ha conclusoFlorindo Oliverio, segretario nazionale della FP Cgil. L’assemblea è stata organizzata nell’ambito delle iniziative di preparazione dellamanifestazione nazionale del 7 ottobre a Roma(“La via maestra”) fortemente voluta dalla Cgil contro alcune misure del Governo e per la promozione delle proposte del sindacato. “A Roma anche i lavoratori catanesi del pubblico scenderanno in piazza per difendere la Costituzione. Chiediamo ilrafforzamento del sistema dei servizi pubbliciper permettere a tutti di accedervi, senza escludere i fragili e valorizzando le professioni sociali. Chiediamo una sanità pubblica che riconosca a tutti il diritto alla cura indipendentemente dalle possibilità economiche; chiediamo il rinnovo dei contratti pubblici e privati cancellando quelli pirata che penalizzano i lavoratori. Chiediamo diinvestire su un piano straordinario di assunzioni nei settori pubbliciper garantire i servizi ai cittadini, e continuiamo a contrastare l’autonomia differenziata. Ovviamente chiediamo un lavoro stabile con una giusta retribuzione per tutte queste lavoratrici e questi lavoratori che sono una ricchezza per il sistema pubblico”. Interessante anche la fotografia dei giovani presenti nella Pubblica Amministrazione. La FP Cgil spiega chel’età media degli impiegati pubblici stabili è di 50,7 anni; un dato nazionale ma che rispecchia in pieno il territorio etneo. La situazione attuale delcomune di Catania, che possiede unadotazione organica di 3.441 di cui coperti solo 1.759e con una previsione di centinaia di pensionamenti entro la fine del 2024, rivela chiaramente quanto sia elevata l’età dei lavoratori ma anche quanto siano gravi le carenze di organico e quindi pesante la mole di lavoro a cui devono fare fronte un organico dimezzato di dipendenti.Nelsettore educativoil rapporto pubblico/privato ha cambiato pelle. A Catania è il privato che, con il maggior numero di lavoratori assieme ad un numero esiguo di lavoratori pubblici, si fanno carico di erogare servizi essenziali come quelli degliasili nido. Al Comune negli 11 nido, sonocirca 80 sono le lavoratrici private in appalto. Un numero ben più alto rispetto alle circa 60 dipendenti comunali. Una condizione che ha spinto la Fp Cgil di Catania a chiedere in sede di contrattazione con l’amministrazione comunale, che le progressioni verticali tengano conto dei lavoratori più giovani che rappresentano la continuità del servizio pubblico, pur riconoscendo valore all’ esperienza maturata. Fp Cgil segnala chenel settore Giustizia si registrano 200 precaria tempo determinato e conscadenza 2024e anni successivi, su una pianta organica che dovrebbe contare oltre 300 dipendenti. Un fabbisogno che non si riesce a colmare perché trattandosi di lavoratori a tempo determinato scelgono spesso di dimettersi  per accettare altre offerte. Gli idonei a Catania e provincia sono più di 300 distribuiti in tutta la pubblica amministrazione. E igiovani?Gli impiegati pubblicicon meno di 30 annisono, sul territorio nazionale,circa il 3,6 per centoenei ministeri rappresentano addirittura lo 0,7 per cento. Eppure, continua La Rosa: “Non è vero che i giovani non cercano il posto fisso: con la sua comunicazione il Governo distrae tutti dalla verità senza riconoscere invece ilfallimento di politiche di lavoroincapaci di guardare e investire sul lavoro e sui giovani, e questa pervicacia nel sostenerlo rende tutto ancora più grave. Inoltre, in questi ultimi mesi abbiamo saputo delledimissioni al comune di Catania di diversi tecnici precarima iper qualificati che non riuscendo ad esprimere le loro potenzialità hanno preferito abbandonare e cercare soluzioni alternative”. La sede territorialeInps di Cataniaha unfabbisogno di 465 posti occupabili e solo 438 sono quelli coperti. Tra questi, da ottobre 2023 al 2024, andranno in pensione ulteriori quindici lavoratori. La sede Monopoli su una pianta organica di40 posti conta solo 18 occupati. Le agenzie fiscali sono quelle che hanno subito il calo più drastico. Per il segretario generale della Fp Cgil Sicilia, Gaetano Agliozzo: “Stabilizzare per superare il  precariato nella Pubblica amministrazione è la priorità che come Fp Cgil chiediamo al governo regionale e nazionale. Per questo il rafforzamento del valore del  lavoro pubblico deve essere considerato un investimento per il Mezzogiorno e l’intero Paese”. Il segretario generale della Cgil di Catania,Carmelo De Caudo, ricorda che “come confederazione abbiamo registratonon poche difficoltà di confronto con le istituzioniin questi anni. Prima l’incertezza imposta dallapandemia, poi le amministrazioni locali traballanti, e poi ancora i commissari. Abbiamo appena riavviato il confronto con l’amministrazione comunale da poco eletta; non possiamo dire di essere rimasti inascoltati sui grandi temi, ma non possiamo neppure dire di avereintravisto i primi segnali concretiin merito alle segnalazioni che la Cgil ha portato aitavoli di concertazione. Il cambio di passo invece è necessario, senza servizi essenziali degni di questo nome è la stessa democrazia fatta di certezze e di diritti per tutti a non essere rispettata”. Il segretario nazionale FP,Florindo Oliverio, ha sottolineato che “la manifestazione del 7 ottobre a Roma non guarderà solo al lavoro ma al sistema delle tutele fondamentalie alla difesa della Costituzione. Non a caso, insieme alla Cgil, parteciperanno un centinaio di associazioni. Quella data sarà uno spartiacque. Non solo il sud è sotto attacco a causa dell’autonomia differenziata, ma qualunque cittadino in quanto tale che non si vedrà riconoscere dei diritti in tema di salute, formazione, istruzione e molto altro, in ragione del censo”. Nel corso dell’assemblea si è aperto un dibattito con lavoratrici e e lavoratori dei tanti settori afferenti al comparto del pubblico.