Qualità dell’aria, l’Italia migliora ma non basta. In Sicilia pesano città e industrie
Sullaqualità dell’arial’Italia migliora, ma in alcuni territori – comprese alcune zone della Sicilia, come legrandi aree metropolitane e industriali– i valori limite vengono ancora sforati. È la sintesi dell’ultimoRapporto sulla qualità dell’aria di Ispra,Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Nel Belpaese “permangono situazioni dimancato rispetto dei limiti di legge“, anche se come detto si registra un “trend di riduzione per alcuni inquinanti”. Un esempio è quello dellepolveri sottili PM10.“Nel 2022 i valori limite annuali (40 µg/m³, microgrammi per metro cubo) sonorispettati su quasi tutto il territorio(99,6%), conpochissime eccezioni“. Quanto ai limiti giornalieri, “nell’80% delle stazioni il valore (50 µg/m³) è rispettato, tuttavia si registranosuperamenti in molte zone“. Tra esse le aree industriali dellaSicilia, che includono ilPolo petrolchimico di Siracusa.Ma ci sono anche “il bacino padano, gli agglomerati diRomaeNapoli-Caserta,la zona dellaValle del Sacco(Frosinone), dellapiana Lucchesee dellapianura Venafrana(Isernia)”. Leggi anche –Aria inquinata: in Sicilia, tutto in regola. Basta alzare l’asticella Le cose cambiano se invece dei limiti previsti dalla legge italiana attualmente in vigore si guarda a quelli fissati all’Oms, Organizzazione mondiale della sanità.In questo caso i livelli dipolveri sottili PM10“risultano superati nella maggior parte delle stazioni di monitoraggio, sia per il valore diriferimento annualedi 15 µg/m³ (93%), sia per quellogiornalierodi 45 µg/m³ (88%)”. Lo stesso discorso vale per lepolveri sottili PM2.5.“Il valore limite annuale (25 µg/m³), è statosuperato in quattro stazioni,pari all’1,3% dei casi”. Se si guarda ailimiti Oms,invece, “il valore di riferimento annuale di 5 µg/m³ è stato superato in 298 stazioni (99,7% dei casi). Analogamente il valore di riferimento giornaliero di 15 µg/m³ risulta superatopraticamente ovunque.Con le uniche eccezioni di duestazioni di fondo ruralein zona collinare, sopra i 700 metri sul livello del mare”. Utilizzando questi parametri, si legge nell’ultimarelazione annuale di Arpa Sicilia,“tutte le stazioni regionalisuperano il limite“. Leggi anche –A Catania e Palermo il primato: hanno l’aria più inquinata dell’Isola Questione di prospettiva, insomma. Come avviene anche con ilbiossido d’azoto NO2.“Nel 2022 ilsuperamento del valore limiteannuale di 40 µg/m³ ha interessato nove zone su 82, appartenenti a sette regioni:Piemonte, Lombardia, Liguria, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia“. Tutti i superamenti sono stati registrati in“stazioniorientate al traffico”,vale a dire “in importanti aree urbane,Torino, Milano, Bergamo, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Palermo e Catania“. Una distribuzione territoriale che fa emergere “il ruolo del traffico veicolare nel determinare i livelli di questo inquinante”. Anche in questo caso, avvertono i tecnici di Ispra, “il superamento delvalore di riferimento dell’Oms,molto più basso (10 µg/m³) del valore limite attualmente vigente, si estende a stazioni di tutte le tipologie, comprese quelle difondo suburbano e rurale“. Il rapporto, infine, dà conto del superamento dei livelli dicadmio– metallo pesante che può essere nocivo per l’uomo – “aVeneziae nei siti industriali diPriolo Gargallo(Sicilia) e diPortoscuso(Sardegna)” Leggi anche –Aria inquinata, le città uccidono. Italia peggiore in Ue per polveri sottili L’inquinamento non fa male soltanto alla salute, ma anche al portafogli. Il report di Ispra infatti ricorda che laCorte di giustizia europeaha emesso sentenza di“accertamento di inadempimento da parte dell’Italia”sulle polveri sottili PM10 e sul biossido di azoto NO2. Per il primo inquinante la contestazione “ha riguardato una serie di zone ricomprese nelle RegioniCampania, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto“. Per il secondo, sono finitenel mirino della Commissione“una serie di zone nelle RegioniLazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Toscana“. Come detto le cose stanno migliorando, con alcune aree che “hanno risolto le problematiche connesse ai superamenti della qualità dell’aria”. Nondimeno, considerando che per il 2030 laCommissione europeaha fissatolimiti ancora più stringenti,“appare probabile un avanzamento dell’infrazione. E l’apertura di un procedimento, che potrebbe concludersi con unacondanna della Corte di Giustizia europeae con ilpagamento di una sanzione“.