Radio e televisioni locali, rischio sopravvivenza. L’allarme di Ugl

“Esprimiamo tutta la nostra più grande preoccupazione per le sorti della rete di comunicazione radiotelevisiva locale, il Parlamento, il governo, i presidenti delle   regioni e i sindaci devono rendersi conto che questo sistema se non adeguatamente sostenuto rischia di fallire con le 900 aziende del settore le quali in Italia costituiscono, grazie alla dislocazione in ogni luogo di radio e tv locali, un modello unico al mondo proprio per il fatto che assicura, fino all’ultimo cittadino in ogni angolo  del Paese, il necessario mezzo di comunicazione e di informazione”. A dichiararlo è Filippo Virzì segretario regionale dell’Ugl Creativi in Sicilia. “Il servizio di pubblica utilità deve sopravvivere e per riuscirci oggi ha bisogno di aiuto  –  spiega  Virzì – l’Italia ha una rete di comunicazione locale unica al mondo, il governo provveda a erogare alle piccole e medie emittenti locali, escluse dal  contributo del decreto legge 34/20 o che hanno preso somme insignificanti, un congruo bonus pari al 90 per cento delle spese di  esercizio iscritte a bilancio nel 2019. Si riveda con urgenza il DPR 146/17 che assegna il 95 per cento dell’85 per cento del fondo del  Pluralismo alle prime 100 emittenti televisive in graduatoria SICEM lasciando fallire le altre 900 radiotv locali. Anche  quel 15 per cento assegnato alle radio è assolutamente insufficiente ed andrebbe innalzato al 30 per cento del fondo per affrontare il  cambiamento tecnologico del DAB+”. Non dimentichiamoci –  conclude  Virzì  –  delle radio e tv comunitarie del sociale e del volontariato, siamo ancora in tempo a mantenere in vita  tale prezioso patrimonio nazionale, rimandare potrebbe essere già troppo tardi”.