Legalità, Sicilia indietro: solo il 5% delle imprese aventi diritto ottiene il rating

Era nato per garantirevantaggi alle impreseche operano nellamassima trasparenza,rifiutando qualunque contaminazione conambienti opachi o criminali,ma a distanza di oltre dieci anni il“rating di legalità”,almeno in Sicilia, sembra avere ancora moltimargini di crescita.A dirlo – nellaGiornata nazionale della legalitàche si celebra ogni anno il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci nella quale fu ucciso il giudice Giovanni Falcone – sono i numeri. Secondo l’ultima relazione annuale dell’Agcm,Autorità garante della concorrenza e del mercato,al 31 dicembre 2023 sono 295 le aziende con rating di legalità in Sicilia,meno del 5 per cento di quelle aventi diritto,cioè con fatturato minimo di due milioni di euro (fonte Crif spa). Nel 2022 le aziende che avevano ottenuto il rating di legalità erano 331, quasi 40 in più. “A oggi registriamopochissime richieste.Forse si sarebbe potuto fare di più per rendere la misura appetibile”, commentaMaurizio Attinelli,coordinatore dellaConferenza degli ordini dei commercialisti di Sicilia. Leggi anche –Legalità e qualità del lavoro, Cgil Sicilia: facce della stessa medaglia Introdotto nel 2012 dalgoverno Monti,il rating di legalità punta “all’introduzione di principi dicomportamento etico in ambito aziendale,tramite l’assegnazione di un ‘riconoscimento’ indicativo del rispetto della legalità da parte delle imprese che ne abbiano fatto richiesta”. Tale riconoscimento vada una a tre stellette,ed è assegnato dall’Agcm. Non tutte le aziende, come detto, possono chiedere l’attribuzione del rating di legalità. Infatti la misura èriservata alle impreseche “abbiano raggiunto unfatturato minimo di due milioni di euronell’esercizio chiuso l’anno precedente alla richiesta”, e che “siano iscritte al registro delle impreseda almeno due anni“. Quanto ai tempi, il rating ha “una durata di due anni dal rilascio, ed è rinnovabile su richiesta”. In concreto, la misura comporta “vantaggi in sede diconcessione di finanziamenti pubblicie agevolazioni per l’accesso alcredito bancario“. Una premialità per le aziende virtuose,come affermato nel 2014 dall’allorapresidente di Anac Raffaele Cantone.“Oltre a punire i corrotti dobbiamo cominciare a premiare gli onesti”. Leggi anche –Nuovo codice degli appalti, dubbi su regole e legalità. Rischio mafia Se in Sicilia ilnumero delle impreseche hanno beneficiano della misura cala,a livello nazionale cresce.Secondo l’Agcm, si è passati da poco più di 10 mila aziende nel 2022 a oltre 12 mila nel 2023. Con le sue 295 impresel’Isola è al nono posto,in una classifica dominata dallaLombardia(1.531). Seguono a distanzaEmilia-Romagna(978 imprese)Veneto(936) eCampania(876). In fondo alla classifica si trovanoSardegna(59 imprese),Molise(31) eValle d’Aosta(14). A livello territoriale, itecnici dell’Autoritàosservano che “dal Nord proviene il doppio delle domande rispetto a quelle presentate da imprese aventi sede nel Sud del Paese”. La strada permettere al passo il Mezzogiorno,insomma, è ancora tanta. Eppure i benefici della misura non sono trascurabili. A stimarli è Banca d’Italia, la cuirilevazione annuale 2023“mostra valori in crescita, facendo registrare unpiù 16% di imprese titolari di rating finanziate“. Inoltre la rilevanza del rating “appare sempre più elevata anche in sede di partecipazione alleprocedure a evidenza pubblica“ Leggi anche –Scuola, intesa tra Regione e avvocati per educazione su legalità e diritti Tra i vantaggi ottenuti, “migliori condizioni economichein occasione della concessione o dellarinegoziazione del finanziamentoe riduzione deitempi di istruttoria“. A pesare sui numeri siciliani, secondo Attinelli, è anche la congiuntura economica dell’Isola. “Per avere il rating di legalità bisogna rispondere acriteri molto stringenti,che riguardano anche ivolumi di affari.In una situazione economica delicata come quella che stiamo vivendo, non tutte le aziende hanno l’opportunità dipartecipare a questa misura“. Per questo motivo “le richieste negli ultimi anni sono state pochissime“, anche se l’Ordine dei Commercialisti “ancora di recente ha promosso deglieventi sul rating di legalità,perché la riteniamo comunque una misura molto interessante dal punto di vista fiscale”. In conclusione, secondo Attinelli, si tratta di una“misura riuscita a metà: è ottima per quanto riguarda lapromozione della legalità,mentre avrebbe potuto essere ulteriormente incentivata dai Governi che si sono succeduti sul piano delleagevolazioni fiscali“.