Rifiuti, paradosso Sicilia: differenziata buona, ma discariche e strade piene

Rifiuti, paradosso Sicilia: differenziata buona, ma discariche e strade piene

Rifiuti, la Sicilia è alparadosso. Fa una buona raccoltadifferenziata, è salita di quattro punti percentuali tra il 2021 e il 2022, ma di spazzatura continuano a essere piene sia le strade che lediscariche. Questo lo scenario che viene fuori incrociando i dati dell’ultimo Rapporto Ambiente e del Dossier Rifiuti, entrambi riferiti al 2023, prodotti dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). E sono sempre più numerosi i Comuni che usano fototrappole per incastrare chi butta i rifiuti per strada. Intanto i cittadini pagano letariffe Taritra le più alte d’Italia per il servizio. La differenziata in Sicilia nel 2022 ha raggiunto il 51,5 per cento, rispetto al 47,5 per cento dell’anno precedente. È un datopositivoma è ancora distante dal risultato nazionale del 65 per cento. Soglia che, a sua volta, doveva essere raggiunta già nel 2012 dall’Italia, secondo gli obiettivi fissatidall’Unioneeuropea. E “puntualmente” mancati dal Paese. La differenziata comunque cresce su tutto il territorio e di conseguenza diminuiscono iconferimentidi rifiuti indifferenziati in discarica. La Sicilia però fa eccezione. Resta alprimo postoproprio per quantità conferite nelle discariche: 900 mila tonnellate smaltite nel 2022, 256 mila in meno del 2021 (-22,3 per cento) ma sempre troppe. Indiscaricafinisce infatti il 48 per cento del totale dei rifiuti urbani. Leggi anche –Rifiuti, la Sicilia supera il 50% di differenziata. 80 i Comuni “ricicloni” La quantità di rifiuti urbani smaltiti indiscaricaè in “costante discesa” a livello nazionale, scrive l’Ispra. Dal 63,1 per cento del 2002 si è passati al 17,8 per cento del 2022. Il numero delle discaricheoperativeè pari a 117 impianti: 50 al Nord, 25 al Centro e 42 al Sud, di cuidieciin Sicilia. Gli esperti dell’Istituto sottolineano la necessità, adesso di dare un’accelerazione e “migliorareil sistema di gestione per consentire il raggiungimento diobiettiviprevisti dalla normativa europea: dieci per cento entro il 2035″. A livello regionale, nel 2022, la più bassa percentuale dirifiutiurbanismaltiti in discarica è conseguita dalla regioneCampaniacon l’1,1 per cento (ha spedito i rifiuti all’estero), seguita da Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, e Trentino-Alto Adige. Tutte le altre regioni restanosopra il dieci per cento. Al Sud c’è il maggior calo tra il 2020 ed il 2021: meno 151 mila tonnellate, pari al 5,8 per cento. Come rimedierà la Sicilia, lo si capirà nei prossimi mesi. A cominciare dal nodo deitermovalorizzatoricon i quali il governo regionale intende liberarsi di rifiuti e discariche. Sebbene c’è chi pone deidubbi. Leggi anche –Rifiuti, Legambiente: “Commissari inutili, settore paralizzato” Neidieci anniche vanno dal 2011 al 2021 l’Italia ha fatto un grossobalzoin avanti per quanto riguarda la raccolta differenziata. È aumentata dioltre 26 puntipercentuali, passando dal 37,8 per cento al 64 per cento. In termini quantitativi, dopo la lieve flessione registrata nel2020(-0,9%), la raccolta differenziata torna acrescerepassando da 18,2 milioni a quasi 19 milioni di tonnellate (circa +721 mila tonnellate). Tutte le macroaree geografiche mostrano incrementi più o meno consistenti dellapercentualedi raccolta differenziata: Sud +2,2 punti, Centro +1,2 punti e Nord +0,2 punti, rispetto al 2020. Tra i rifiuti differenziati,l’organicosi conferma la frazione più raccolta in Italia (oltre sette milioni di tonnellate); rappresenta il 39 per cento del totale e nel 2021 registra un’ulteriore impennata con un + tre per cento rispetto al 2020. Al secondo posto per quantità,carta e cartone(19,1 per cento del totale), con 3,6 milioni di tonnellate e +3,3 per cento rispetto al 2020. Segue ilvetrocon oltre 2,2 milioni di tonnellate (11,9 per cento del totale, +1,2 punti percentuali). Leggi anche –Rifiuti ed extracosti per i Comuni: i 45 milioni non ci sono ancora Per il 2021,Ispracita ilVenetoe laSardegnacome le regioni con la più alta percentuale di raccoltadifferenziata, rispettivamente 76,2 e 74,9 per cento. SeguonoLombardia, con il 73 per cento, Trentino-Alto Adige con il 72,6 per cento, Emilia-Romagna con 72,2 per cento, Marche con 71,6 per cento, Friuli Venezia Giulia con 67,9 per cento, Umbria con 66,9 per cento e Piemonte con 65,8 per cento. Tutte queste regioni superano, pertanto, l’obiettivo del65 per centofissato dalla normativa per il 2012. Tutte le regioni fanno comunque rilevare percentuali di raccolta al di sopra del 50 per cento, con la sola eccezione della Sicilia, dove la raccolta differenziata nel 2021 non supera la metà dei rifiuti urbaniannualmenteprodotti (46,9 per cento). Nel 2022 la situazione si modifica leggermente e l’Isola riesce a superare la soglia del 50 per cento. La svolta era però iniziata proprio nelquinquennio2017-2021, quando la percentuale di raccolta differenziata è stata più che raddoppiata. Adesso bisognerà fare ancora di più.