Rifiuti,”In Sicilia servono impianti per l’umido, non inceneritori e discariche”

Rifiuti,”In Sicilia servono impianti per l’umido, non inceneritori e discariche”

Sul fronte dei rifiuti la Sicilia ha due facce molto diverse: “ci sono tanti comuni piccoli e medi che sono sopra il 65 per cento di raccolta differenziata, e poi ci sono le tre grandi città, Palermo, Catania e Messina che hanno percentuali bassissime”. Insomma, secondo Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente, la vera zavorra che rallenta molto la soluzione di una situazione in perenne emergenza da tanti anni, è costituita dall’incapacità di organizzare la raccolta differenziata nei centri più grandi dell’isola. Tanto che a livello regionale la media della differenziata è inferiore al 40 per cento, “probabilmente vicina al 35 per cento”. “Eppure – dice Zanna – a Marsala, che per popolazione è la quinta città siciliana, la differenziata è al 70 per cento, e ottimi risultati stanno ottenendo anche città capoluogo come Agrigento e Ragusa”. Quindi, secondo il presidente di Legambiente, “è possibile realizzare gli obiettivi anche nei centri più grandi, ma bisogna avere la volontà di farlo”. Zanna guarda con interesse anche al nuovo corso di Messina, dove sono stati eliminati tutti i cassonetti dalle strade ed è stata avviata la raccolta differenziata porta a porta. “Sicuramente la strada del porta a porta è quella giusta – commenta – ma bisogna arrivarci con gradualità, educando e sensibilizzando la popolazione, non togliendo i cassonetti da un giorno all’altro. Vedremo cosa succederà”. Leggi anche –Rifiuti, quasi 25 milioni di euro per la settima vasca a Bellolampo, a Palermo Certo, dice Zanna, negli ultimi anni i dati sono migliorati, “anche se la pandemia ha distratto un po’ tutti dall’attenzione al problema”. Nelle grandi città spesso succede che la differenziata è attuata in alcuni quartieri e non in altri, e questo provoca “il pendolarismo dei rifiuti. Purtroppo molti cittadini preferiscono non differenziare e portare i rifiuti nel cassonetto all’angolo della strada”. C’è quindi necessità, secondo l’esponente di Legambiente, di “educare e convincere i cittadini a separare i rifiuti, e certamente anche di controllare e sanzionare chi non rispetta le regole”. Servizi di videosorveglianza ormai sono facilmente realizzabili, e consentirebbero di individuare chi deturpa le strade e l’ambiente di tutta la Sicilia, dall’Etna a Palermo: “Evidentemente però – commenta Zanna – non c’è la volontà di farlo. Una sorveglianza attenta con multe e sanzioni probabilmente sarebbe un disincentivo a sporcare ovunque”. Leggi anche –Cassonetti intelligenti e più controlli. La strategia della Regione sui rifiuti a Noto Bisogna mettere i cittadini nelle condizioni migliori per differenziare i rifiuti, dunque, ma anche, avverte, “non dare messaggi ambigui e retrogradi come quella di volere realizzare inceneritori”. Nonostante le discariche in Sicilia siano sature e si prospetta la possibilità, costosissima, di inviare i rifiuti all’estero o in Nord Italia, secondo Zanna gli inceneritori non sono la soluzione. “Nessuno più in Europa costruisce inceneritori – spiega – sono costosissimi e richiedono comunque discariche per le ceneri prodotte. L’Europa ormai punta al recupero dei materiali, con obiettivo al 90 per cento. In futuro non ci dovrebbero più essere problemi di discariche, e anche in Sicilia dobbiamo andare in quella direzione. Non ci sono alternative credibili”. Oltretutto, dice ancora Zanna, “a Bolzano ci hanno messo otto anni per costruire un inceneritore. A Bolzano, dico. Non oso pensare quanti anni passerebbero in Sicilia. Insomma l’inceneritore è un’illusione, solo chiacchere e annunci”. Leggi anche –Rifiuti, dalla Regione 16 milioni di euro per nuovi centri comunali di raccolta La verità, sostiene Zanna, è che “sia il governo Crocetta che quello attuale si sono affidati alle discariche, che vengono sempre ampliate. Addirittura c’è in progetto di raddoppiare la capacità dell’immensa discarica di Lentini”. Una follia, secondo Zanna, che critica la Regione perché mancano gli impianti di gestione dell’umido, la frazione di rifiuti più difficile da trattare, tanto che spesso vanno a finire fuori dall’isola. L’umido inoltre da solo rappresenta il 40 per cento del totale dei rifiuti. I nuovi impianti a digestione anaerobica però secondo Zanna sono una buona soluzione: “Non creano problemi di cattivi odori e dal processo si ricava biometano di alta qualità: un paio d’anni fa abbiamo promosso un appello per la loro realizzazione firmato anche da Anci, sindacati, Confindustria e altri soggetti, ma non è stato fatto niente, forse a qualcuno le discariche vanno bene”. Leggi anche –Rifiuti, la Regione pubblica l’avviso per due inceneritori Emblematico il caso dell’impianto progettato dalla A2a a San Filippo del Mela, in provincia di Messina. Un investimento di 450 milioni di euro previsto dall’azienda che gestisce i rifiuti a Milano “con grandissima competenza e bravura, tanto da essere diventata punto di riferimento anche all’estero. Anche a New York studiano il sistema messo in atto a Milano”. Eppure la Regione ha bocciato il progetto perché l’impianto non è previsto nella pianificazione della locale Srr (Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti), il consorzio di comuni a cui è demandata la pianificazione in questo campo. A nulla sono servite le proteste di imprenditori, sindacati e ambientalisti: la Srr ha scritto alla Regione di avere intenzione di realizzare due impianti pubblici in quella zona, quindi non c’è spazio per un altro impianto. “Una situazione paradossale – conclude Zanna – la Regione deve assumersi la responsabilità di programmare subito gli impianti da realizzare senza demandare questi compiti alle Srr”.